1. 𝓤𝓷𝓸

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«Mamma è arrivata della posta per me?!» la raggiungo al piano di sotto dopo aver corso a perdifiato per l'intera lunghezza delle scale. Osservo mentre sfoglia tutte le lettere che ha in mano: una ad una.

Dannata attesa snervante!

«Mi dispiace tesoro..» distoglie lo sguardo dalla carta bianca e mi fissa per qualche istante. «..vedrai che sono solo un po' in ritardo.» mi consola ma per me è inutile.
«Le lettere per il college non sono mai così in ritardo.» non mi prenderanno, ne sono certa. Sbuffo cercando di darmi un minimo di contegno.
«Tesoro..» so che mamma lo fa per me, che cerca di tirarmi su il morale ma stavolta è troppo da sopportare. «Scusa.» corro su per le scale raggiungendo la mia camera e chiudendo a chiave la porta.

Non può andare peggio di così.

L'ansia mi attanaglia e uno strano senso di nausea si impossessa del mio stomaco.

Afferro il cellulare chiamando Sara, la mia migliore amica.

Il telefono squilla libero un paio di volte. «Charlie!» la sua voce è così entusiasta. «Non è ancora arrivata.» mi giro a pancia in su nel letto. «Vedrai che manca poco, arriva da oltreoceano devi avere più pazienza!»
«Lo spero, mi sta salendo l'ansia.»
Ridacchia. «Vedrai che se la smetti di pensarci arriverà..» alza gli occhi al cielo. «..è sempre così.» non posso far altro che auto convincermi che sia davvero così e sperare.
«Va beh, parliamo di altro. I ragazzi a che punto sono?!»

«Thomas ha già ricevuto la lettera dall'Università di Milano.» wow, non ne sapevo niente.
«Ma non voleva fare un anno all'estero?!» sono confusa. Thomas come me ha sempre desiderato andarsene ed è stato l'unico a sostenermi per fare il test di ammissione a Yale.

«Si ma non l'hanno ammesso allo Springfield College o ha cambiato idea all'ultimo, non ho capito bene in realtà era così entusista che non si è spiegato molto.» è pazzo.
Darei qualsiasi cosa per avere la certezza di partire per New York, l'unica possibilità è proprio quella dannata lettera che sta tardando a essere consegnata.

«Tu invece?»
«Io..» sembra in difficoltà quando le pongo la domanda. «..sto aspettando l'ammissione a Oxford, dovrebbe arrivare prima metà agosto.» quindi anche lei sta per incominciare quel dannato periodo di aspettativa pesante e noioso.
«Com'è aspettare?» so esattamente cosa si prova ma non tutti reagiamo allo stesso modo. «Non mi importa in realtà, se non mi prendono a Oxdford mi prenderanno da qualche altra parte.»

Per me non funziona proprio così. «La cosa importante è non restare ferma in questo paesino sperduto.» alza la voce di qualche ottava.
L'idea di non prendere il volo mentre lei parte per l'Inghilterra mi spaventa parecchio.

«Ti ammetteranno di sicuro.» Sara ha voti buoni quanto i miei.
Studia un sacco al contrario mio che fortunatamente ho una buona memoria fotografica, mi basta prendere appunti e schematizzare tutto per filo e per segno per ricordarmi i concetti chiave. «Voglio un ragazzo.» si lamenta all'improvviso.
«Cosa centra adesso?» sorrido.
«Uh così, tu e Stefan invece?» la sua domanda mi spiazza leggermente.

Stefan Palmieri.

Il mio ragazzo-nonragazzo, non è stata una vera e propria relazione. In realtà non è mai iniziata perché ho sempre aspirato ad andarmene per l'università e non mi sembrava il caso di avere anche un cuore da spezzare a cui pensare.
Sara ha provato più volte a farci incontrare ma è tutto andato in fumo, non ho avuto tempo nemmeno di respirare fino al test di ammissione figurarsi per sprecare il mio tempo con un ragazzo con cui non sarebbe mai durata.

«Non lo so..» fa fatica perfino a rivolgermi la parola da quando ci siamo 'chiariti' l'ultima volta. «L'ha presa male non è vero?!» male è riduttivo.

IL MIO CASO PSICOLOGICO PERSONALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora