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Boston,capitale dello stato del Massachusetts,città degli stati uniti d'America nonché centro economico e culturale di grande rilievo.

Capoluogo della contea di Suffolk.

Più grande dello Stato e del New England.

Il solito stereotipo americano.

Un sacco di grattacieli,strade affollate,gente stramba e il classico caldo torrido dei film western.

Si poteva dire che era una grandissima accozzaglia,non in senso negativo,si intenda bene.

Boston era di certo uno dei posti più fiorenti e rilassanti che possano esistere,se sei un pensionato con una villa ed una piscina.

Con quello stavi rilassato in qualsiasi posto.

Certo non si potevano dire molte cose negative,semplicemente era un posto dove dovevi imparare a vivere,adattarsi era di fondamentale importanza.

Ma come in ogni luogo del mondo, non c'erano pubblicità di agenzie di viaggi che tenessero.

Tutte le città,anche le più belle hanno un lato oscuro.

L'uomo che sa cercare riesce in ogni modo a scovare ciò che vuole e non sempre esso è a fin di bene.

La cattiveria,l'avidità di fare soldi a discapito di altri,quelle cose non sarebbero mai cessate di esistere.

Dovunque ci sarebbero state città,persone che perdono tutto e altre che annegano nell'oro.

Allora anche la "fiorente Boston" sarebbe rimasta non solo che una misera facciata turistica.

Le verità,quelle le sapevano solo loro.

Chi periva e chi mangiava sopra ai cadaveri,in quella scalata al potere,gli uomini vincenti sedevano su troni di teste mozzate.

«Un pacchetto da venti,no,morbide »

La cosa unica dei tabacchi è che tentavano sempre di darti quello duro,come se fosse scontato che tutti volessero quello.

Non era tanto per soldi,ma l'altro lo infilavi bene in tasca,forse un po si stropicciavano ma non era mai stato un tipo da convenevoli.

Non aveva tempo da dedicare a simili pensieri.

Si strinse il giacchetto di jeans addosso mentre la visiera del berretto verde militare gli copriva il volto.

Ringraziò l'uomo anziano dietro al bancone,avviandosi verso l'uscita.

Il tintinnio del campanello risuonò e una folata di vento lo fece rabbrividire.

Il giovane ragazzo abbassò la visiera maggiormente mentre camminava svelto.

Non guardava nessuno,se non le righe del marciapiede.

Manteneva un profilo basso.

Con la grande mano stringeva la tracolla del suo borsone.

La Reflex al collo e La Nikon dentro,insieme all'attrezzatura di cui aveva bisogno,una Radio CB,il registratore vocale.

Si guardò intorno,estrasse una chiave,sparendo tra la folla.

In gergo le chiamavano «Staffette».

Erano case sicure sparse per la città che servivano come appoggio logistico,momentaneamente rifugio o anche soltanto per rifocillarsi e riposarsi un po'.

Sul campanello di solito c'erano i nomi di generiche società d'affari,inesistenti.

Attraverso il corridoio d'entrata,chiamando l'ascensore.

Lucky Boy ⏩Casthon Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora