Avevo appena finito di parlare e lui non disse nulla. Forse mi aveva presa per pazza.
Mi diedi uno schiaffo mentale per aver terrorizzato quel ragazzo.
In cinque minuti gli ho raccontato tutto ma tenevo lo sguardo basso. Avevo paura di vedere la sua faccia. O meglio, la sua reazione."Quindi hai i genitori separati ed odi la tua monotona vita?"
Erano le prime parole che diceva dopo avermi ascoltata.
Annui per confermare la sua domanda.
"Cavoli ne hai passate tante. Ma la tua storia mi intriga. Sembra che dentro la tua testolina passino così tante informazioni e pensieri in un solo momento che non riesco ad immaginare come tu possa fare ordine"
Aveva fatto centro. Eccolo lì il mio problema.
"Beh, credo sia ora di parlare un po' di me. Sono nato in Italia ma dopo poco i miei genitori mi hanno portato qua Los Angeles.
Mio padre è morto 5 anni fa in un incidente stradale ed ora vivo con mia madre. Ho un fratello più grande che vive a New York.
Sono sempre stato il solito emarginato a scuola, per precisare odiavo la superficialità dei ragazzi di scuola per cui mi tenevo alla larga. Non mi prendevano in giro perché mi facevo rispettare. Ma ero insignificante, non partecipavo ai balli o ad altre cose organizzate dalla scuola. Andavo solo a qualche festa esterna a scuola per bere un po' gratis. Ecco, non c'è molto da dire in realtà ma si sa che molte cose salgono a galla nel tempo.""Hai davvero perso tuo padre? Mi dispiace molto, deve essere stata dura."
"Non immagini quanto. Ma ora è passato."
"Cole?"
"Si, dimmi."
"Quanti anni hai?" Mi sentivo in imbarazzo, non so perché ma avevo paura che mi considerasse un ragazzina visto che avevo solo sedici anni. Lui ne dimostrava almeno venti!
"Ne ho 19, devo finire gli ultimi esami e poi a settembre inizierò l'università. Tu?"
"Io ne ho sedici..."
"Quindi andrai in terza?"
Non sapevo se mentirgli o dirgli che ero stata bocciata, avevo paura di essere presa in giro.
"No, in realtà sono stata bocciata. Devo ripetere l'anno.""Beh tranquilla, è una cosa normale. Se vuoi una mano a studiare sai dove trovarmi."
Lo vidi sorridere mentre parlava, era come se mi avesse detto ho voglia di vederti ancora e adesso ho la scusa.
Annui, non era il caso che parlassi, avrei potuto dire cavolate e rovinare tutto.Rimanemmo a parlare per ore e tra una cosa è l'altra gli confessai che avrei tanto voluto scappare per poter sentirmi libera.
Inaspettatamente lui mi disse, testuali parole 'Allora scappiamo! Preparati uno zaino e andiamo. Possiamo girare l'America per tutta l'estate e poi tornare alla nostra vita monotona!'
In quel momento la mia bocca fece per conto suo. Accettai la sua proposta. Saremmo partiti tra due giorni, così io mi sarei preparata e lui avrebbe dato l'orale il giorno prima per poter poi partire.
Ci salutammo, io tornai a casa, avevo la testa da un'altra parte, continuavo a fantasticare sul mio viaggio.
Appena entrati in casa corsi in camera mia ed iniziai a preparare lo zaino.
Presi lo zaino più grande che avevamo a casa, quello per la montagna. Era più comodo, così non mi sarei rovinata la schiena e molto spazioso.
Misi dentro un kit di pronto soccorso, medicinali, trucchi e il necessario se mi fossi lavata. Misi dentro molti vestiti di tutti i tipi, non si sapeva mai che tempo ci sarebbe stato. Presi delle scorte di cibo e dell'acqua. Inoltre mi appuntai di raccogliere più soldi possibile.
Mi misi a raccogliere le mance dei compleanni passati e li misi nel mio portafoglio. Avevo in tutto quattrocento dollari, il giorno dopo sarei andata da qualche signora a fare dei lavori al giardino così avrei potuto racimolare ancora qualcosa.Stavo mettendo delle scarpe nello zaino finché non sentii la porta di casa sbattere.
Mia madre era a casa.
Nascosto lo zaino nell'armadio e corsi giù per le scale.
"Ciao mamma!"
"Oh, ciao tesoro"
"Come è andata a lavoro?"
"Bene, stranamente non ho nemmeno faticato molto."
Lavorava in ospedale come infermiera e così doveva seguire dei turni di lavoro.
Questo giocava a mio vantaggio, avrei potuto prendere tutto il necessario senza sospetti da parte di mia madre."Mamma?"
"Si?"
"Avevi pensato che domani potevo aiutare la signora Archer a sistemare il giardino."
"Certo, è un'ottima idea! Dopo la chiamo per avvertirla"
Risali in camera e guardai qualche episodio della mia serie tv preferita, Riverdale.
Era ora di cena così scesi ad aiutare mia madre. Nel frattempo era arrivato anche mio fratello, non andavamo molto d'accordo così lo lascia stare.
Mangiammo ed io aiutai a e spreparare. Tornai in camera e presi il telefono. Avevo un nuovo messaggio da un numero sconosciuto.
*Pronta per partire?*
Sapevo chi era e sorrisi al pensiero del suo sorriso.
Verso di lui non provavo attrazione fisica, certo era un bel ragazzo ma la storia finiva li.
Tra di noi sentivo una connessione. Ma era diversa da quella che si può provare quando due si piacciono, eravamo come in sintonia. Come quando trovi una amico, uno vero.
Sentivo che era reciproca. Ripensai al detto chi trova un amico trova un tesoro ed era vero! Io avevo appena trovato il mio tesoro, ed uno di quelli più preziosi. Perché con lui ero riuscita ad aprirmi come con nessun altro.Gli risposi subito
*Io sono prontissima! Domani mattina quando hai finito con l'orale chiamami. Così iniziamo ad organizzare il viaggio!*Ero eccitata all'idea di partire, non mi interessavano le conseguenze, volevo solo sentirmi libera.
Provai a dormire un po' ma era difficile perché ero troppo agitata per la partenza.
La mattina mi svegliai per colpa del telefono. Era Cole, chiusi la porta di camera mia e gli risposi.
Parlammo per più di un'ora, avevamo fatto una lista con i posti che volevamo vedere.
Avevamo inoltre cercato su internet tutti i mezzi di trasporto possibili.La giornata passò in fretta, ormai erano le dieci di sera e mancavano poche ore alla partenza. Avevo preparato una lettera per mia madre. All'interno di essa ero stata chiara sulla mie intenzioni, le chiesi di non cercarmi e di stare tranquilla perché sarei ritornata dopo poco.
Ma come la chiusi per riporla sul tavolo della cucina iniziai a pentirmi. La stavo abbandonando... No! Volevo solo sentirmi libera.
Poi non la lasciavo bruscamente, ero stata con lei tutto il pomeriggio dopo che mi era venuta a prendere dalla signora Archer.
Le avevo chiesto di stare insieme perché avrebbe lavorato la notte e sarebbe tornata solo alle dieci del mattino seguente.Andai a letto e stranamente riuscii a dormire.
Mi svegliò il suono del telefono.
Erano solo le cinque del mattino ma non volevamo trovare traffico.
Chiusi la porta di casa alle mie spalle, una lacrima mi bagnò la guancia.
Provai paura, felicità, terrore ed eccitazione in un solo momento.
Non me ne andavo per sempre ma sapevo che comunque una parte di me se ne andava.
La parte innocente che segue alla lettera le parole dei genitori, che ha paura di tutto, che si sente insicura su tutto.
Ma ora più che mai mi sentivo sicura e libera.
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S.a.Spero che via sia piaciuto il secondo capitolo, Lili sta per partire. Le aspetta un viaggio lungo e difficile.
Se vi è piaciuto passate a votare.♥
Xoxo
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An imperfect girl
FanfictionLe viene offerta una via di fuga e lei la coglie al volo. Lily ha solo 16 anni quando decide di scappare di casa e fuggire con Cole, un ragazzo più grande appena conosciuto. Ma tutto ha una fine prima o poi. La vita va avanti nonostante tutti i pro...