Capitolo 16

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Rimasi senza parole quando Mayla mi raccontò cosa si celasse dietro i suoi tramonti, un'amore così forte e indissolubile, simile ad un fil rouge, che rimarrà eternamente nel suo cuore. Capii che esistono legami che non si spezzano, rimarranno incastonati nei cuori come diamanti sulle loro montature. Pensai a Paul, a quanto questa distanza ci stesse sfuggendo di mano, un po' per orgoglio, un po' per noncuranza. Volevo anche io un amore folle come quello che Mayla provava e prova tutt'ora per quel ragazzo ormai lontano, ma mi resi conto che Paul non mi mancava quanto mi aspettassi, forse non era lui il mio amore folle, forse era diventato un'abitudine e probabilmente lo era anche per lui. Decisi di prendere il telefono e chiamare Paul, nonostante la mia vocina interiore mi dicesse di non farlo.

''Pronto'' - rispose con tono assonnato.

''Paul, stai dormendo?'' - lo rimproverai.

''Oh Elis, sei tu. Si, mi sono addormentato sul divano. Come va a Kailua?''- domandò sbiascicando.

''Bene'' - risposi fredda.

''Cosa c'è Elis?'' - decisi di svuotare il sacco, o ora o mai più pensai.

''Sai Paul, mi rendo conto che questa distanza tra noi non funziona, tu non mi cerchi mai Paul, sei sempre in giro con i tuoi amici, non so che fai durante la giornata, non so mai come ti senti.'' -mi interruppe.

''Oh Elis, dai, non essere arrabbiata per queste sciocchezze. Lo sai benissimo cosa faccio durante la giornata, faccio le stesse cose di quando tu eri qui, non c'è nulla di nuovo. La sera mi vedo con i miei amici e andiamo a prenderci qualcosa da bere. Cosa pretendi che io me ne stia a casa tutto il giorno con le mani nei capelli solamente perché tu sei a chilometri di distanza da me?'' - disse con un tono alterato.

''No Paul, non pretendo questo. Vorrei solo che tu non ti dimenticassi di me.'' - sentii un groviglio nello stomaco.

''Piccola, come farei a dimenticarmi di te? Lo sai che ti penso sempre e mi manchi, ricordatelo sempre''

''Anche tu mi manchi Paul. '' - sussurai.

''Devo andare piccola''

''Già?'' - dissi con tono dismesso.

''Si, devo prepararmi perché in serata vado a prendere un birra all' M5 con un po' di amici.''

''D'accordo. Ciao Paul'' - riattaccai prima che lui potesse dire altro.

Ero furiosa, anzi tutto ciò che fosse più dell'essere furiosa io ero quello. Non ci sentivamo da qualche giorno e mi stava liquidando in fretta per andare a prendere una birra con i suoi amici. Decisi di mandare un messaggio a Janet, la mia migliore amica, dicendole di andare all'M5 in serata e controllare Paul. Rispose poco dopo, e per fortuna la solidarietà femminile non mancava mai.

Mangiai qualcosa di veloce a cena e dopo mi rifugiai in camera mia, con il telefono in mano aspettando un messaggio di Janet. Accesi la televisione e come al solito nulla di interessante, però la guardavo, passiva, mentre in mente i pensieri frullavano. Poco dopo squillò il telefono, era Mayla.

''Pronto Elis''- disse con un tono entusiasto.

''Dimmi''

''Hai piani per la serata?'' - questa cosa non prometteva nulla di buono, pensai.

''Non mi va molto di uscire in realtà. Sono stanca'' - cercai di sbrigarmela.

''Preparati, ti passo a prendere tra un'ora con Alex, andiamo a prenderci una birra in centro.'' - era così contenta.

''No Mayla non mi va davvero.''

''Viene anche Mike'' - disse ridendo ed io risi insieme a lei.

''Beh allora forse potrei pensarci..'' - aspettai qualche secondo - ''No Mayla non vengo'' - ridacchiai.

''Goditi la vita principessina di New York, ti passo a prendere tra un'ora. Non fare storie.'' - non feci in tempo a rispondere che riattaccò immediatamente il telefono. Mi aveva incastrata, di nuovo.

Mi preparai con calma, scelsi un bel vestito bianco di un leggero pizzo, mi diedi una truccata e sistemai i capelli lasciandoli mossi. Stavo per mettermi i miei soliti sandali bassi, poi pensai a Mayla e onde evitare di tornare a casa a cambiarmi optai per una bella scarpa con il tacco colorata. Presi il mucchio di bracciali color oro e degli orecchini che facevano da punto luce e li misi.
Mi guardai allo specchio e sistemai qualche ciocca di capelli andata fuori posto.
Presi il telefono per vedere se Janet mi avesse scritto qualcosa, ma ancora nulla, quindi lo riposi nella mia borsetta e scesi giù dai miei genitori.
Papà mi guardò strabuzzando gli occhi.

"Dove vai Elis?" - disse

"Mi ha chiamato Mayla, andiamo con qualche amico in centro." - risposi.

"C'è anche Mike?" - disse divertita mia madre. Io annui sorridendo.

"Chi è ora questo Mike?" - domandò mio padre rivolgendosi alla mamma.

"Un amico" - le rispose, facendo bene attenzione a sottolineare con le virgolette la parola amico.

"Mamma smettila, è veramente un amico papà. Non preoccuparti" - sentenziai.

"Oh beh allora se è un amico" - rispose mio padre, anche lui virgolettando la parola amico. Io sbuffai, non c'era nulla da fare, non capivano che Mike era solo ed esclusivamente un amico.
Sentii il telefono vibrare dalla mia pochette, lo presi di corsa sperando fosse Janet, invece era solo Mayla che mi diceva di uscire di casa.

"Vado ciao." - diedi un bacio a mia madre e a mio padre e sgattaiolai via di casa.

Entrai in macchina di Alex, salutai lui e Mayla con un bacio.

"Ti è piaciuto il cavallo Elis?" - disse ridendo Alex. Fulminai Mayla.

"Glielo hai detto?" - dissi continuando a guardarla male.

"Scusami Elis, non potevo non farlo." - rispose ridendo.

"Si comunque è stato carino." - risposi fredda.

"Perché ti arrabbi tanto Elis, guarda che non c'è nulla di male." - disse Alex ridendo.

Mi squillò il telefono, era Janet. Finalmente.

"Hei tesoro, io sono all'M5 da una mezz'oretta, qui Paul non c'è."

"Come non c'è ?" - risposi con tono preoccupato.

"No Elis, ho visto qualche suo amico seduti ad un tavolo, ma di Paul neanche l'ombra."

"D'accordo, magari arriverà tra un po'. Rimani lì per favore e mi raccomando tienimi aggiornata." - riattaccai e gettai il telefono nella pochette con foga.

"Qualcosa non va?" - mi chiese Mayla.

"Paul, doveva andare ad un locale questa sera, ma a quanto pare i suoi amici sono lì e lui non c'è." - sbuffai.

"Avrà avuto un contrattempo." - sentenziò Alex.

"Non credo" - sbuffai.

Dentro di me sentivo che qualcosa stava per andare storto, perché Paul ancora non era all'M5 nonostante i suoi amici stessero li?

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