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Lunedì pomeriggio Archie aveva un allenamento di football e Betty andò da Pop's ad aspettarlo. Pop's era il locale più simile a un ritrovo per studenti che potesse vantare la comunità di Riverdale, da quando lo sceriffo Keller aveva fatto chiudere il centro ricreativo dopo una grossa operazione antidroga. Il padrone era un tipo grosso e amichevole, nero come la pece. Non faceva altro che ficcare il naso nei fatti degli studenti e sbirciare con aria benevola le coppiette che con la scusa di farsi un frullato si appartavano sui divanetti di pelle rossa logora e macchiata per scambiarsi effusioni. Il locale era una via di mezzo tra una drogheria, uno spaccio di bibite e un distributore di benzina e conservava quell'aria trasandata - non tanto studiata, anzi piuttosto naturale- che andava tanto di moda tra i ragazzi (un po' come i jeans strappati e sbiaditi). Fuori c'era un'insegna a led che emanava una spettrale luce rossa e recitava la scritta "ops", poiché sia la "p" sia l'apostrofo si erano fulminati in seguito ad un blackout. Vendeva anche birra, dolci stantii, una selezione di sottomarche di sigarette e i famosi frullati che tutti ordinavano,  in accordo sul fatto che erano il meno peggio che si potesse trovare in vendita. C'erano tre o quattro separè per i ragazzi così sfigati o solitari da volersi ubriacare senza essere visti. Un vecchissimo jukebox lampeggiava di luci intermittenti nel retro. Appena entrata, Betty vide Jughead Jones. Sedeva in uno dei separè nel retro del locale. Sembrava uno strano avanzo degli anni cinquanta, con la brillantina nei capelli, il giubbotto di cuoio nero ricoperto da borchie e cerniere, e un rottame di macchina che un tempo doveva essere stata una Chevrolet. Non si separava mai dal suo berretto grigio macchiato e sudato che gli era perennemente incollato in testa. Leggende narravano che non lo togliesse nemmeno per dormire. In quel momento, contro ogni aspettativa, Jughead non si stava nè scolando qualche brodaglia che Pop spacciava per liquore, nè stava sniffando sostanze con grottesche somiglianze alla farina.
La verità era che Betty non si era mai soffermata più di tanto ad esaminare quel ragazzo e accettava senza obiezioni la descrizione che la società gli aveva affibbiato: giovane solitario e sbandato che probabilmente sarebbe morto di overdose prima dei cinquant'anni. Betty si stupì di vederlo scrivere qualcosa al computer , e sorprendendo anche sé stessa,  si diresse verso il separè dove era appartato.
- Come stai, Jug?
- Schifosamente bene! Come mai tutto questo interesse?- domandò il ragazzo alzando un sopracciglio, visibilmente perplesso.
- Beh, il "giovane sbandato" non sembra mai stato meno sbandato! Come mai questo cambiamento?
- Se ti fossi soffermata un po' più a lungo ad osservarmi, anzichè a giudicarmi...
- Aspetta, non dirmelo, troverei un ragazzo dal cuore tenero, amante dei cuccioli e delle cene di famiglia?
- Andiamo! Nessuno ama le cene di famiglia!- Betty proruppe in una sonora risata, seguita subito dopo da Jughead.
- Ok, su questo ti devo dare ragione! Che cosa stai scrivendo? Lo sai che il giornalino della scuola sta cercando giovani reclute?- Lo sguardo del ragazzo si fece più cupo
- Se ti dicessi che cosa sto scrivendo probabilmente mi prenderesti per pazzo
- Mettimi alla prova!- Lo sguardo fermo di Betty fu richiamato dal tintinnio della campanella che accompagnava l'entrata dei clienti. La ragazza si alzò in un turbinio di capelli dorati e movimenti aggraziati per correre incontro a un ragazzo alto , dalle spalle larghe e i capelli rossi. Aveva lo sguardo determinato di chi sapeva sempre cosa fare, senza perdersi mai d'animo. Appena vide la ragazza che gli correva incontro sorrise mostrando denti bianchi e grandi, e la accolse in un abbraccio protettivo.
- Archie! Vieni a salutare Jug, mi stava per rivelare che cosa sta scrivendo- Lui lasciò ricadere le braccia dalla vita di Betty e si avvicinò  con l'incedere rapido e distratto di chi è solito percorrere spesso la stessa strada.
-Jughead.
-Archiebald.
- Ehi, voi due! Smettetela di fare a chi sputa più lontano o ci ritoveremo con un cadavere in più a Riverdale!- Esclamò Betty.
- Allora hai sentito la notizia! Sei spaventata?- Archie si rivolse a Betty con uno sguardo preoccupato e la ragazza fissò gli occhi luminosi nei suoi per rassicurarlo
- Veramente io...
- Ok ragazzi, io toglierei il disturbo, così continuate senza interruzioni!- Jughead chiuse il computer , si alzò e uscì dalla stanza senza aggiungere una parola.
- Mi sbaglio, o questa era un'interruzione?
- Andiamo, Archie! Non me la dai a bere! Cos'è successo con lui? Eravate molto amici alle medie! Eravate voi o no quelli che hanno tentato di costruire una piscina in casa, per poi allagare tutta la sala?
- Beh, quella è stata una grande impresa! Non molto riuscita, ma una grande impresa!
- Vedi! Stai sorridendo... dovete metterci una pietra sopra, qualunque cosa sia accaduta.
- Hai ragione, vedrò di parlargli.

RIVERDALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora