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Il cielo era più nuvoloso e cupo che mai all'uscita da scuola, l'asfalto era ancora bagnato per il temporale della notte precedente e -benché facesse caldo- le foglie si erano iniziate a colorare dei toni dall'autunno.
Betty si strinse nel suo tranch ed iniziò ad incamminarsi verso Pop's, dove si doveva incontrare alle tre e tre quarti con Carter. Il sole stava già tramontando e alcuni raggi filtravano lievemente attraverso le foglie degli alberi. Un gatto rosso la stava seguendo da un po', acquattato tra le macchine parcheggiate disordinatamente ai lati della strada. Arrivò da Pop's con qualche minuto di ritardo e vide Carter seduto ad aspettarla mentre fumava una sigaretta. Non si accorse subito della sua presenza.
- Hai ripreso le cattive abitudini?- disse Betty prendendo posto sul divanetto di fronte al suo.
- Non mi ricordo di aver mai smesso.- rispose lui in tono assente.
- Senti, non ti ho scritto di venire qui per continuare ciò che hai fatto sul ponte ieri. Siamo d'accordo che è stato uno sbaglio.- Carter si riscosse come destato dai suoi pensieri.
- L'hai sentita anche tu quell'energia ieri, vero?- sussurrò lui come per non farsi sentire da nessun altro, anche se il locale era deserto.
- Si...- nessuno parlò più per un minuto, poi Betty continuò- Sì, l'ho sentita anch'io, ma non era di questo che ti volevo parlare.
- Bene, ti ascolto
- Sono la capo redattrice del giornale della scuola, ma non solo per questo motivo vorrei scoprire la verità sull'omicidio di Jason  Blossom.
- Aspetta, tu vorresti partecipare alle indagini? E cosa ci guadagno io ad avere sempre una ragazzina tra i piedi?- il poliziotto aveva assunto di nuovo un'aria disinteressata.
- Ci guadagneresti delle informazioni. Oggi mi è venuta in mente una cosa strana su Archie. Quest'estate dovevamo andare in gita il fine settimana del 4 luglio ma mi ha dato buca all'ultimo minuto- spiegò -se vuoi cerco di scoprire qualcosa...
- Non ce ne sarà bisogno, lo chiamerò per qualche domanda.
- Questo vuol dire che sono dentro, posso assistere alle indagini...
- A patto che non mi fai fare qualche cazzata- Ora l'agente stava sorridendo. Aveva i tratti spigolosi, i capelli scuri che non erano stati tagliati da un po' e gli ricadevano scompostamente sul viso e degli occhi molto chiari. In quell'istante Betty lo trovò attraente.
- Sei tu il responsabile delle tue azioni.
-Non quando ci sei tu di mezzo.- Carter si stava alzando-
- Se vuoi partecipare, muoviti! Ho un incontro proprio adesso con il medico legale. Spero non ti facciano impressione i cadaveri.

***
L'obitorio era un luogo asettico e freddo, il termometro segnava zero gradi, così Carter aveva dato la sua giacca a Betty. Le piccole finestre erano oscurate da tapparelle verdi, l'illuminazione era fredda come la temperatura. Il dottor Curdle li stava aspettando.
- Fa parlare me, Betty- sussurrò Carter, poi continuò:
- Salve dottore, sono Carter Smith, del dipartimento di polizia di Riverdale, ci eravamo sentiti oggi per il caso di Jason Blossom...- poi indicando Betty:- e questa è Betty Cooper, si occupa del giornale della scuola, conosceva molto bene Jason.
- Bene, seguitemi.- Attraversarono uno stretto corridoio ed entrarono in una stanza che era occupata per i tre quarti da un tavolo anatomico. Il medico legale si affrettò ad alzare il lenzuolo che copriva il corpo di Jason Blossom. Poi disse:
-Ogni cadavere ha una storia da raccontare. Avvicinatevi al corpo. Ci sono molti dettagli macabri che possono essere rilevanti per il suo articolo, signorina.
- Quali dettagli, dottor Curdle? Cosa le è saltato all'occhio?- rispose Betty
-Necrosi delle vene, segni di animali saprobi. La data della morte risale a più di una settimana dopo il quattro luglio. Entrambi i polsi presentano segni di legatura. E una possibile crioconservazione post mortem.
- E questo significa che...- iniziò Betty.
- Che Jason Blossom è stato gettato nel fiume solo in seguito al decesso!- disse Carter -la dinamica è chiara: Jason potrebbe essere stato trattenuto contro la sua volontà, la causa della morte è stata il proiettile che ha perforato il cranio. L'ibernazione è avvenuta dopo la morte, sia cerebrale, sia cardiaca. Forse l'assassino ha tentato di occultare il cadavere confidando nella corrente che lo avrebbe portato in mare.- continuò, mentre camminava avanti e indietro per la stanza- Ma ha fatto male i conti: nella settimana passata i venti sono stati pressoché assenti.
- Ha qualche idea di chi sia l'assassino, agente?- domandò il patologo.
- Per quello è ancora presto, iniziamo dal perchè la gemella Blossom ha mentito... secondo la sua versione dei fatti Jason sarebbe annegato la stessa mattina del quattro luglio.

***
La seconda volta che andò da Pop's quel giorno, fu per incontrare Veronica. Avevano già chiarito quel giorno a scuola, ma Betty voleva assicurarsi che Veronica non provasse rancore per quello che le aveva detto.
-Ronnie, sei già qua!
- Che sorriso ragazza! Hai da dirmi qualcosa?
- In effetti...- si sentì il tintinnio che annunciava l'entrata dei clienti.
Entrarono Jughead e Archie, insieme.
Jugh si rivolse a Betty:
- Avevi suggerito ad Archie di chiarire le cose, così oggi è ritornato strisciando da me- sorrise andandole in contro.
- Volete aggiungervi a noi?- Si arrese Betty, colpita dal fatto che Archie le avesse dato ascolto. Lo vide rilassarsi.
- E tu saresti?- chiese Veronica a  Jughead.
- Jughead Jones Terzo, il tuo sogno diventato realtà- rispose sedendosi di fianco a lei. Archie li raggiunse subito dopo.
- E adesso zitti tutti, Betty mi stava dicendo il motivo del suo sorriso. Meglio per lei che sia alto, attraente e muscoloso.
- Veronica Lodge, comincio a pensare che tu mi abbia spiato!

***
Dal racconto di Jughead Jones

Chiunque ci avesse osservato dall'esterno avrebbe visto quattro persone sedute a quel tavolo. Ma io ero presente e posso confermarvelo. In realtà c'erano solo tre persone: una ragazza bionda, una ragazza dai capelli corvini e il ragazzo dai capelli rossi più fortunato dell'universo. Per un fugace istante, eravamo ragazzi come tutti gli altri. Quelle luci al neon del locale illuminavano le tenebre della notte, per poi lasciare spazio, come di consueto, al giorno della resa dei conti. Martedì, a metà della quinta ora, fu effettuato il primo arresto.
Cheryl Blossom aveva dichiarato di essere colpevole.

RIVERDALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora