CAPITOLO 9⭐️

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Entro dalla porta d'ingresso di casa di soppiatto,corro per le scale con l'intento di prendere il mio cuscino e delle lenzuola per spostarle dal letto e portarle in giardino per passare la notte lì. Sarà come un piccolo accampamento nel proprio cortile!
Porto con me anche tutti i viveri di cui potrei necessitare:del cibo,dell'acqua,dei fazzoletti di carta e una torcia.
Questa sera sono sprovvista di tenda,perciò mi accampo come meglio posso.
Stendo le lenzuola al riparo di un albero,sistemo il cuscino e mi sdraio.
Non è molto comodo essere in posizione supina sul terreno,ma non dovrebbe essere complicato adattarsi; in più non mi reputo una ragazza schifiltosa e schizzinosa da non poter trascorrere una nottata fuori casa (in tutti i sensi),perciò cerco di adeguarmi il prima possibile e in tutti i modi.
La mia testa sprofonda sul cuscino una volta sdraiata e una volta reso comodo,avendolo sistemato con le mani.
Chiudo per un attimo gli occhi per poi riaprirli subito dopo e notare l'immenso infinito che si estende sopra di me.
Il cielo è qualcosa di magnifico stasera:è color blu e nero mischiati insieme; è privo di nuvole e le piccole e brillanti stelle si vedono molto bene.
Si notano con chiarezza l'Orsa Maggiore,chiamata anche "Grande Carro" e l'Orsa Minore,denominata "Piccolo Carro",in riferimento alla loro forma.

Credo molto al potere che le stelle esercitano su di noi e che noi attribuiamo a loro.
È come se il nostro destino dipenda da loro e dai desideri che chiediamo si avverino per mano loro.
So che è stupido pensarlo,ma l'ho sperimentato io stessa stasera:avevo chiesto espressamente alle stelle,ad una in particolare,che andasse bene l'incontro con John,ed è proprio quello che è successo!
Ma non è certo la prima volta:in un'altra occasione avevo chiesto loro di ritrovare il mio gattino Bley che era scappato dal cancellino. E indovinate un po'? Due giorni dopo "la fuga",Bley era di nuovo nella sua cuccetta che si leccava le zampe.

Ogni volta che esprimo un desiderio,lo affido alle stelle,scegliendone una in particolare,quella che considero la più "speciale",e sperando che lo esaudisca.
Ora,non so dirvi esattamente a quale stella avevo affidato il "sogno" di questa sera,ma era la più splendente e luccicante e le avevo affidato un nome:Esaudicia,cioè colei che esaudisce e rende felici.
Nome stupido,lo so,ma io credo molto nella fantasia e soprattuto nella magia.
E ogni volta,prima di fare la mia richiesta fatidica,recito una specie di filastrocca:

"O stella divina,
che brilli in questa notte,
esaudisci la mia richiesta,
che è quella di..."

e concludo la frase con ciò che desidererei.

Mi giro sul fianco destro per dormire meglio,confidando i miei sogni alle fidate stelle notturne.

Un'estate indimenticabile.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora