Capitolo 4•11-06-2016•

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Caro diario..
Stammatina sono uscita presto di casa, perché sono andata dall'estetista per rifarmi le unghia. Sono arrivata prima del dovuto perciò poco prima d' entrare sono andata a prendermi un croissant alla Nutella al bar da Michele e poi sono andata da Sofia per le unghia. Mi ha accolta e mi ha fatto accomodare e ha cominciato a togliermi il gel, poi mi ha ripulito le unghia e mi ha messo il protettivo e un prodotto per prevenire che le unghia diventassero gialle con i troppi smalti e poi mi ha fatto scegliere colore e decori da fare. Mi rilassa sempre andare da Sofia, mentre mi faceva le unghia abbiano iniziato a parlare; mi ha raccontato del suo ultimo viaggio a Madrid e ha buttato fuori l'argomento mare. Benché io andassi già in vacanza con i miei genitori ogni anno e con i miei amici all'oratorio al campo scuola, quest'anno alcune mie compagne di classe hanno organizzato un'uscita alla Spa due giorni fin qui tutto bene se non fosse per il fatto che la mia migliore amica non potrà venire perché è testimone alle nozze della sorella maggiore. Al pensiero che la mia migliore amica non potesse venire mi era venuta l'angoscia. In classe non avevo legato con tutte e avere la tua migliore amica in classe era una fortuna. Da Sofia ho impiegato più del previsto, perciò dopo sono tornata a casa. Ho finito il romanzo che avevo cominciato e mi sono fatta una doccia. La comodità del pigiama e il sonno mi hanno portato a mangiare prima del previsto. Dato che la mamma era al lavoro e lo stesso mio padre che, a differenza della mamma sarebbe rimasto più tempo in ufficio per ultimare il progetto al grande magazzino, mi sono preparata una cotoletta e due patatine e mi sono bevuta una coca cola fresca. È proprio quando pranzo sola che mi manca sempre più Giovanni. Da quando è andato all'università per me è iniziato un periodo strano. Senza lui attorno per casa, senza il suo borsone in camera vicino alla porta che lasciava sempre dopo gli allenamenti di pallavolo. Finito di mangiare sono andata in palestra ed eccolo là con la canotta gialla e i pantaloncini come quelli di basket e le sue Nike blu. Stava facendo l'esercizio al bilanciere era tutto tirato e la maglietta lasciava immaginare alla perfezione i suoi addominali strascolpiti. Mi fece un occhiolino e continuò il suo esercizio. Andai nello spogliatoio mi cambiai e andai in una stanza per fare lezione con il tappetino elastico. Dai vostri della stanza potevo vederlo ma comunque per me era difficile, dato che rischiavo di cadere dal tappetino elastico. Non so se si stesse accorgendo che il suo corpo era ammirato da qualcuna. Ieri sera ho cercato altre informazioni su Andrea ho scoperto che sta frequentando il primo l'accademia per entrare nella Finanza e che ha ventidue anni, fa sport da diciassette anni. Abbiamo praticamente cinque anni di differenza come io e Giovanni in pratica. Finita la lezione, lavata, vestita ecc sono rimasta davanti la palestra a parlare con le ragazze del mio gruppo quando ad un tratto esce Andrea e salute tutte e si presenta a chi non lo conosceva bene tipo me. É stato strano quel suo modo di fare. Sono emozionata che si è presentato forse avrò un modo in più per parlargli in palestra. Dato che era l'undici di giugno aspettavo una chiamata di Giovanni per avvisarmi che era arrivato in stazione e che sarei dovuta andarlo a prendere. Non è stato così, il cesso di mio fratello (che poi cesso non è) mi ha chiamato e mi ha detto che non poteva scendere questa settimana. Ci sono rimasta malissimo domani è il mio compleanno e lui non è qui? Che compleanno è senza l unico che ti capisce in un mondo intero? Però lo capivo si stava laureando prima del previsto in architettura e giugno per gli universitari è un mese frenetico esami e tutte le carte da sistemare.
Dopo ciò mi sono stesa sul letto e ho cavoleggiato con il telefono, girato sui social, ad un certo punto suonano al citofono i testimoni di Geova ho pensato subito e perciò andai ad aprire molto più lentamente del solito. Ho aperto e a sorpresa...trovai Andrea che teneva in mano i miei pantaloncini sportivi! Mi venne uno shock non potevo crederci. L'ho salutato e gli ho fatto strada fino al grande opensais (o come si scrive). L'ho ringraziato e gli ho chiesto cosa gli avrei potuto offrire e lui mi rispose che non prendeva niente ma mi ringraziava lo stesso e che era passato solo per lasciarmi i pantaloncini prima che finissero nel cesto della spazzatura della palestra. Si è alzato dal divano bianco e andato verso la porta d'ingresso mi ha dato un bacio sulla guancia ed è uscito. Sono poi ritornata al piano di sopra e mi sono buttata sul letto ho preso il romanzo che ho sul comodino e ho cominciato a leggere. Appena ho cominciato a leggere ho sentito mia madre bussare alla porta. Benché fosse aperta aspettò finché non gli dissi che poteva entrare, mia madre non era affatto una tipa invadente anzi voleva sapere cosa mi succedeva ma non osava chiedere troppo. Si è seduta sul mio letto e ha cominciato a raccontarmi la sua giornata, mi ha raccontato di nuovi paziente e di un caso molto grave si un incidente. Dopo mi chiese la mia giornata e io le raccontai le solite cose. Ad un tratto mi sono accorta che c'era mio padre appoggiato allo spigolo della porta della mia camera e vedeva come io e la mamma parlavamo e ridevano delle cose più sciocche. Mi sono accorta di lui e lo inviati a sedersi accanto alla mamma chiacchierammo per un po' e poi andammo giù e la mamma cominciò a preparare la sua specialità, la pasta con pomodoro e salame. Finita la cena ho caricato la lavastoviglie e ci siamo messi tutti sul divano a vedere a mangiare un gelato e a vedere un film d'amore che io e mamma tanto amiamo. Sono le undici e perciò ho salutato i miei genitori e sono salita in camera e mi sono cambiata. Domani è il mio compleanno volevo solo riposare il peso dei diciassette anni si faceva sentire.
(Questa volta è un pochino più lunga ma è anche vero che qui si svelano più dettagli).

Solo per tre mesi (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora