La verità su Tom

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La mattina dopo, Jack bussò alla porta di Rachel e le propose un piano per la loro libertà.

-Cioè tu vorresti davvero uscire dalla finestra?-

-Sì, mi basterà mettere un cartello con scritto che sto dormendo e chiudere la porta a chiave-

-Grande idea! Complimenti- riprese lei ironica -Jack non lo fare. Metterai a rischio sia me che te-

-Si tratta di fare quattro passi da solo, ti sembra chiedere troppo?-

-Sì se l'unica regola che abbiamo è di non muoverci da qui! C'è un maniaco sulle nostre tracce, non vorrai mica dargli una mano a trovarci! E poi perché da solo?-

-No certo che no! Io...ti prego, reggimi il gioco solo per questa volta. Ho bisogno di restare da solo-

-Fai come ti pare, ma se ci fai scoprire-

-Lo giuro non accadrà- annunciò e poi uscì chiudendo la porta. Rachel sospirò. Aveva visto chiaramente nei suoi occhi un sottile velo lucido. Aveva intuito che Jack volesse piangere, per questo voleva restare solo. Si ricordò che anche quando lo aveva soccorso e nascosto in quella casa abbandonata, lui faceva così. Ripensò a quando lo aveva trovato abbracciato al suo fucile, in lacrime, dopo la festa di Meredith. Ora le era chiaro, la sua insistenza su quella singola richiesta era più che giustificata.

Jack, appena fu lontano da quella casa, rallentò il passo per godersi la sua passeggiata solitaria. Il sentiero lo condusse facilmente a una curva, sopra uno strapiombo sulla sinistra. Rimase immobile davanti a una spettacolare vista sulle montagne, dove i pini si arrampicano con facilità. Era davvero molto bello. Pensò che gli sarebbe piaciuto condividere una vista del genere con suo padre e sua madre... Si concesse di piangere per loro soltanto in quel momento. Era liberatorio e nessuno lo avrebbe visto, ma sbagliava. Qualcuno infatti gli porse un fazzoletto.

-Tieni- disse Tom.

-G-grazie- rispose Jack asciugandosi immediatamente le lacrime, cercando di contenersi.

-Piangi per tuo padre?-

Jack lo fissò incuriosito. Cosa stava dicendo? Per quanto ne sapeva lui, Scott era suo padre. Tom capì che la sua domanda lo aveva confuso così gli spiegò la verità.

-So chi sei. Ti ho visto al telegiornale qualche mese fa, quando dei giornalisti ti hanno ripreso mentre uscivi dall'ospedale con tuo padre. Quando ti sei presentato con un nome falso ho capito di dover stare al gioco. Non ti preoccupare, non dirò a nessuno di te e Rachel-

-Grazie- ripeté sperando di potersi davvero fidare.

-Il telegiornale ha anche detto che tuo padre è stato ferito e ora si trova in gravi condizioni, ma non si sa in quale ospedale-

-Già...tanto prima o poi lo scopriranno...non voglio che gli accada nulla. Ho paura che se le persone venissero a sapere dov'è, anche Richard lo scoprirà e lo ucciderà-

-Tranquillo. Se vuoi posso tenerti informato con le notizie che passano in televisione o sui giornali-

-No grazie, ho già qualcuno che ci prova- disse riferendosi a Scott.

-Ok...ti lascio in pace e se mai avessi bisogno di qualcosa, beh sai dove trovarmi-

Jack lo ringraziò e annuì così Tom lo lasciò nuovamente solo. Era bello constatare come al mondo potessero esserci delle brave persone come Tom e Rachel. Si ritenne molto fortunato da quel punto di vista. In seguito tornò a riflettere sul suo futuro incerto. Jack non era l'unico ad essere uscito in solitudine: anche Scott lo aveva fatto, anche lui per un motivo ben preciso. Scese lungo un sentiero secondario e dall'alto già vide la fattoria di Tom. Decise di andare a parlargli e così, dopo circa un'ora, la raggiunse. Sperò di non attirare troppo l'attenzione, essendo un forestiero in una piccola città dove tutti si conoscevano, ma fortunatamente non incontrò nessuno sul suo cammino.

La fattoria era divisa in due zone: c'era una cascina sulla sinistra e un fienile sulla destra. Forse in quella direzione c'erano anche le stalle, ma Scott non le vide. Notò invece Tom, mentre posava l'accetta e si avvicinava a un ragazzo poco più grande di lui. Intuì che si trattava di un fratello. Dopo pochi minuti Scott vide il fratello maggiore tirare un pungo a Tom, facendolo finire a terra. Gli assestò anche un paio di calci sputandogli. Non poteva decisamente tollerarlo.

-Ehi! Ehi tu fermati subito!- gridò correndo verso di loro.

-Che cazzo vuoi?- chiese volgarmente.

-Lascialo stare subito- rispose Scott minaccioso fermandosi a pochi centimetri dal ragazzo.

-Non fa niente, David calmo...va bene così- disse Tom frapponendosi fra i due.

-No, tu stai sanguinando-

Tom si portò una mano vicino al naso da cui stava colando un po' di sangue. Sospirò come se la cosa fosse una normale seccatura.

-Non è nulla di che- rispose.

-Cosa diranno i tuoi genitori quando sapranno che cos'hai fatto a tuo fratello?-

-A loro non frega niente di lui e a me nemmeno, smetta di gridarmi contro, si può sapere chi è?-

-Andiamo- disse Scott prendendo Tom per un braccio.

-Cosa stai facendo?-

-Ti porto dai tuoi genitori, non posso credere che permettano a tuo fratello di farti del male-

-Fermati- disse piantando i piedi -Mio fratello dice la verità. A loro non importa tanto di me. Sono utile qui in fattoria, ma da quando le cose stanno andando male, mio padre si è messo a bere un po' troppo e mia madre ha smesso di occuparsi di me e mi assegna le sue mansioni. Io non sono figlio loro. Sono stato adottato. Non faccio parte di tutto questo, ma non posso andare altrove-

-Sai chi sono i tuoi veri genitori?-

-No e non mi interessa saperlo. Se loro non mi hanno voluto, io penso a me stesso-

-Magari loro non avevano molta altra scelta...se sapessero come stai qui potrebbero cercare di riportarti a casa o-

-Non ne voglio sapere. Sono cresciuto qui, nel bene e nel male e se davvero i miei veri genitori avessero voluto occuparsi di me, avrebbero trovato un modo per tenermi con loro-

Scott abbassò la testa scoraggiato. Gli dispiaceva immensamente per quel ragazzino. Nessuno si era mai preso cura di lui come avrebbe meritato e ora credeva di non poter avere di più di quanto non avesse già. Decise di rimediare.

-Non puoi lasciare che tuo fratello ti picchi così e che nessuno faccia nulla a riguardo-

-Dimmi tu cosa dovrei fare allora. Io ho dovuto smettere di andare a scuola per stare in fattoria, quindi non ho soldi per andarmene e non troverò un lavoro così facilmente-

-Ti aiuterò io allora. Guadagno abbastanza e potrei pagarti la scuola o un appartamento da qualche parte. Non posso tollerare questa situazione-

Tom cominciò a temere un po' quell'uomo. In fondo lui non sapeva chi fosse e questa sua offerta così generosa era davvero molto sospetta. E se poi avesse voluto qualcosa in cambio da lui? Mai.

-Senti apprezzo il fatto che tu voglia aiutarmi, ma cercherò una soluzione per conto mio. Ora scusami ma devo andare a fermare questa stupida emorragia-

Scott lo fissò mentre si allontanava. Gli dispiaceva molto per lui e davvero avrebbe voluto fare qualcosa. Avrebbe fatto qualcosa. Non lo voleva abbandonare in quella situazione. Dopotutto lui era il suo vero padre.

Verso sera Scott iniziò ad allenare Jack per farlo combattere. Non fu un grande successo, il ragazzo era piuttosto magro e deboluccio, ma c'era una piccola speranza. In quel momento realizzò che forse, per cominciare, avrebbe potuto insegnare anche a Tom, in modo che potesse difendersi da suo fratello. Sì era la cosa migliore da fare. E se invece gli avesse detto la verità? Sentiva di sbagliare ancora. Era un mostro che lo aveva abbandonato in quell'inferno, come poteva riscattarsi? Nemmeno in quel momento sarebbe stato in grado di stare con lui, di occuparsene, quindi tanto valeva cercare di sistemare quello che poteva.

-Tutto bene?- chiese Jack alzandosi da terra.

-Sì certo...oggi hai dormito davvero molto eh? Per questo non riesci a controbattere?-

-No...beh ecco forse- fortunatamente né lui, né Derek Jensen lo avevano scoperto. Rachel non gli aveva detto nulla a riguardo e per questo la doveva ringraziare.

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