Michael

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Dopo una settimana di coma, Michael cominciò ad aprire lentamente gli occhi. Fessure, spicchi, metà e non andò oltre. Non si sentiva bene e c'erano dei medici che lo avevano circondato e stavano cominciando a parlare. Si sforzò di ascoltarli.

-Riesce a stringere la mia mano?- chiese una voce maschile.

Michael lo fece ed eseguì altri piccoli esami come quello, passandoli tutti. Piano piano, aveva ripreso a vedere chiaramente e anche le orecchie sembravano ritornate in funzione, tuttavia, il resto del corpo o non rispondeva o lo faceva a fatica.

-Perfetto, signor Smith riesce a ricordare perché è qui?-

Michael cercò di ripensare a cos'era successo poco prima del suo risveglio. Era nell'armadio di casa sua, un sicario stava arrivando, suo figlio era accanto a lui e gli aveva detto qualcosa...qualcosa che sembrava un addio, poi era saltato fuori e c'era stato uno sparo. Aspetta. Cosa aveva detto? Qualcosa come un "Ti voglio bene". No, no. Non si era sacrificato per difenderlo, non doveva averci nemmeno provato! Era troppo pericoloso per lui. Eppure Michael sapeva che Jack lo avrebbe fatto lo stesso. "Dannazione" si disse. Si sforzò di trovare altre brevi immagini che gli permettessero di scoprire la sorte del figlio. Non riusciva a rievocare altri ricordi. Si guardò rapidamente intorno e non lo vide. Cominciò a preoccuparsi. Non poteva essere morto, no, non mentre lui era svenuto.

-Dov'è mio figlio?- chiese e quasi non riconobbe la sua voce. Era così flebile.

-Signor Smith per favore risponda alla domanda-

-Sì che lo so, c'era un sicario-

-La memoria è intatta. Ascolti lei è rimasto in coma per una settimana dopo aver riportato delle gravi lesioni interne e aver perso un'ingente quantità di sangue-

-Una settimana? Oh cavolo...ditemi dov'è mio figlio- poteva essere ovunque. A casa, al sicuro con Scott, con Rachel, con Meredith lontano da lì...oppure in obitorio o peggio sotto qualche metro di terra chissà dove. Non di nuovo, quelle terribili immagini in cui lo vedeva terrorizzato accanto a Richard.

Un uomo con un distintivo in mano entrò nel suo campo visivo.

-Suo figlio non è qui perché è entrato nel programma di protezione testimoni. Abbiamo dovuto allontanarlo dalla città sotto la sorveglianza di uno dei nostri agenti-.

-É vivo...grazie al cielo...-

-Appena lei si sarà rimesso la porteremo da lui. Purtroppo Richard Atkins è riuscito ad evadere e non è ancora stato catturato-

-No...non...- si limitò a sospirare mostrando il suo disappunto. -Posso chiamare mio figlio?-

-No-

-La prego...ho bisogno di parlargli-

-La chiamata non deve durare più di un minuto esatto- cominciò meccanicamente l'agente. Aggiunse qualche altra regola e alla fine si decise a dargli un telefono, ma mise il viva voce. Al quinto o sesto squillo, qualcuno rispose.

-Jack?- mormorò Michael.

Scott era sbalordito. Michael si era svegliato! Tuttavia il momento era decisamente sbagliato. Lui, Jack e Tom si stavano allenando nel bosco, lontani da Derek che avrebbe sicuramente disapprovato il suo comportamento che andava contro il regolamento.

-Evan- disse -è tua madre, vieni veloce a salutarla-

Jack si avvicinò confuso e prese il telefono, mentre Scott raggiunse Tom e gli disse di tirargli alcuni pugni per fargli vedere delle tecniche di difesa.

-Pronto?-

-Jack...sei vivo eh piccoletto?-

-Papà!- si raggelò. Anche se Tom sapeva la verità, doveva fingere che non fosse così. Si voltò verso di lui, ma vide che né lui né Scott lo avevano sentito. -Sei sveglio, come stai?-

Jack 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora