Capitolo 11

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Annabelle era contenta di poter finalmente passare una giornata intera in compagnia di Harry, soprattutto perché aveva sentito molto la sua mancanza nell'arco della settimana. Che lei si era accorta del fatto che l'uomo negli ultimi giorni era più distaccato nei suoi confronti, ma il motivo proprio non lo capiva. Era iniziato tutto quando era tornato a casa, il giorno in cui Liam le aveva fatto da babysitter, da lì qualcosa in lui era cambiato. E lei non sospettava che la causa di quella freddezza era causata da un forte senso di gelosia, quasi possesso, che Harry aveva provato nel momento in cui aveva visto il marchio presente sul suo collo. Perché solo lui poteva lasciare quei segni su di lei, non Liam e nessun altro. Ma non glielo aveva detto questo, perché all'inizio della loro convivenza non aveva fatto rientrare questo punto tra le regole e, di conseguenza, non poteva dare nessuna colpa alla piccola Annabelle. A Liam si però, perché lui lo sapeva che alle cose a cui Harry teneva non ci si poteva nemmeno avvicinare, era sempre stato così. Quindi gli aveva parlato, lo aveva anche insultato in realtà, ma l'amico se lo aspettava, lo conosceva il riccio ormai.
Annabelle però non era a conoscenza dei suoi vari sbalzi d'umore e non riusciva a capire come mai lui la stesse praticamente evitando. Si era forse stancata di lei? Erano tante le domande che le frullavano nella testa, ma quel pomeriggio prese finalmente la decisione di accantonarle in un angolo e andare da lui. Perché se mai lui si fosse stufato, lei gli avrebbe fatto cambiare idea. Erano nere le mutandine che indossava sotto la gonna in tulle del medesimo colore, che lasciava libera la vita sul suo sedere, così come al seno scoperto. Saltellò fino alla stanza di Harry, aprendo la porta senza curarsi di bussare prima, tanto lo faceva sempre.

L'uomo era sdraiato sul letto, con le braccia che gli coprivano gli occhi e le gambe aperte per stare più comodo. Il petto si alzava e abbassava ritmicamente e Annabelle credette che si fosse addormentato, per quanto gli sembrava rilassato.

"Cosa c'è, Annabelle?" Le chiese però, assicurandole il contrario.

"Mi mancavi." Gli rispose, avanzando leggermente verso il letto.

"Non ho voglia di fare niente per oggi." La guardò, sollevandosi sugli avambracci per riuscire ad osservarla meglio.

"D'accordo, allora faccio da sola." Alzò le spalle lei, che di insistere non ci pensava nemmeno.

Harry la guardò con uno strano cipiglio sul viso, mentre lei si spostava sul materasso accanto a lui. "Pensi di stare qui?" Le chiese poi.

Lei annuí convinta. "Mi piace guardarti mentre lo faccio." Affermò, facendo scattare qualcosa in lui.

Gli lanciò un'ultima occhiata, per poi poggiare la schiena alla testiera del letto iniziare a passare la mani piccole lungo le sue gambe. Si sfiorò le cosce, spostando di poco la gonna trasparente e con i polpastrelli arrivò fino a toccare i suoi seni. Li strinse entrambi con le mani, prima piano e poi con più forza, facendosi scappare un gemito. Poi li portò entrambi verso il centro del petto, cominciando a strizzare leggermente i capezzoli turgidi, tutto sotto lo sguardo attento di Harry. Non molto dopo terminò quella lenta tortura, facendo scivolare i polpastrelli nella sua bocca per bagnarli e avvicinarli alla sua intimità. Le mutandine scesero lungo le sue gambe e quelle immediatamente si aprirono, permettendo alla sua mano di raggiungere il suo centro. Cominciò a muoverle su di esso con una certa insistenza, sempre con più velocità e poi da due dita passò a sfregarlo con tutta la mano. Erano forti i suoi gemiti e Harry sentì qualcosa nei suoi pantaloni diventare duro, anche troppo per riuscire a trattenersi per molto ancora. Fu quando Annabelle portò la testa all'indietro, per cercare più aria, spingendo così i fianchi verso l'alto, che Harry non riuscì più a mantenere il controllo.

"Fanculo." Sbottò infatti, sistemandosi davanti a lei in una mossa veloce.

Scostò con forza la sua mano dalla sua intimità, per poggiarci sopra le sue falangi molto più lunghe ed esperte. Iniziò a muoverle sulla sua entrata, proprio come stava facendo lei poco prima. La sentiva gemere e il fatto che fosse lui a provocarle tutto quel piacere non poteva che farlo sentire forte e potente, amava sentire i suoi versi di piacere, soprattutto quando era lui a provocarli. Poi gli venne in mente Liam, le sue mani che avevano di sicuro toccato il suo corpo e quella soddisfazione sbiadì, lasciando spazio alla frustrazione. Così, senza pensarci tanto, diede un piccolo schiaffo sul suo centro, continuando poi a muovere le dita su di esso, come se niente fosse. Ma l'aveva notato il petto di Annabelle alzarsi più velocemente, le sue mani stringere con più forza i suoi seni e i suoi denti succhiare con più intensità il suo labbro inferiore. Era che Annabelle non aveva mai ricevuto delle punizioni, delle sberle, soprattutto in ambito sessuale e quell'idea delle mani di Harry che la colpivano fino a lasciarle il segno impresso sulla pelle la eccitava, eccome. Quindi lui lo fece ancora, schiaffeggiando la sua intimità un altro paio di volte, con più decisione di prima.

"Tu sei mia, Annabelle." Sibilò, facendo entrare appena un dito in lei, per tirarlo subito fuori. "Nessun altro può toccarti al di fuori di me." Schiaffo. "Altrimenti verrai punita." Ancora un altro schiaffo. "Hai capito?" Alzò lo sguardo verso di lei, vedendola eccitata più che mai.

"Si." Rispose lei, mentre i movimenti di Harry ricominciavano ad essere regolari.

"Si cosa?" Le fece, interrompendo di nuovo in massaggio per tirarle una sberla, questa volta più forte di tutte le precedenti.

"Si papino." Urlò a quel punto lei, venendo sulla sua mano.

Le guance rosse, le labbra gonfie, le gambe molli e le braccia ancora posate sul suo seno. Era una vista paradisiaca Annabelle e dopo un coito, la sua bellezza aumentava a dismisura, rendendola anche eccitante e sensuale. Stava meglio Harry nell'aver chiarito la sua posizione, a sapere che non avrebbe più permesso a qualcuno di toccarla. Perché Annabelle era sua, sua e basta.

Angolo Autrice:
Eccomi qui, dopo un po' di tempo.
Mi scuso per il ritardo, ma nel frattempo mi sono fatta perdonare, pubblicando una nuova storia.
Si chiama "Photographer" ed è su Harry, andatela a leggere sul mio profilo, se vi va.
Comunque sono finalmente tornata anche qui, spero che l'aggiornamento vi piaccia.
Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento o lasciate una stellina alla fine, qui sotto.
Bye bye 👋🏻

Come As You Are // Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora