Festina lente

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Affrettati, non indugiare.

Vieni qui, vicino al mio petto,

posato sulla voragine

più profonda di paure celate.

Non affrettarti. Non più, non più,

Dicembre è ancora lontano.

La fornace abitata prosciuga

e punisce, rende dementi, folli,

salda la pelle ai tessuti,

scappare, scappare, scappare,

e scoprire torrenti, nuove correnti,

vele gonfiate da venti e burrasche.

Ma ormai, sciolta, lascio

che le mie spalle ardano

e le mie dita fremano,

ma tu, ti prego, torna,

tu, lento, affrettati ad arrivare

dove il fumo che mi oscura le palpebre

nero cristallo, si infiltra tra i soffi di luce.

Ho paura, le lacrime arroventate

mi pugnalano le guance.

Con le tue braccia, pazienti,

lente, affrettati, portami,

dove non si toccano

strali fatali, dove la guerra

esiste di piume, dove l'amore

non teme arsure.

Idilliaca malinconiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora