Camminai per il corridoio e dopo essere entrata nella classe giusta, mi sedetti su un banco libero.
Esatto, non avevo amici qui.
Ero stata bocciata un anno e tutti quelli che conosco sono fuori da questo edificio, o per il college oppure per lavorare.
A me sinceramente non importa.
Tirai fuori il mio libro di psicologia ed iniziai a ripassare dato che ero in anticipo.
Tutti gli studenti piano piano arrivarono e distolsi lo sguardo dal libro che avevo sotto mano, per poi ammirare il paesaggio fuori dalla finestra.
Oggi era proprio una bella giornata dovevo ammetterlo.
Cielo azzurro senza nessuna nuvola, ed un verde che farebbe invidia a qualunque dipinto.
La professoressa entrò in classe e dopo averci salutato, si sedette sulla sedia e riponendo I suoi occhiali rossi sulla cattedra iniziò a parlare, spiegando la lezione.
Ad un certo punto guardò l'orologio al suo polso ed iniziò a parlarci.
"Allora ragazzi ho analizzato I vostri lavori, e devo ammettere che uno si è distinto fra tutti gli altri. Creare un racconto con un finale a scopo drammatico non è cosi semplice, molti creano la normale storia d'amore e bla bla bla" fino a che non venne interrotta da Jordan, un mio compagno di classe perennemente stupido.
J-Se ha notato ho messo anche una scena molto hot solo per lei- disse facendo un'occhiolino e facendo ridere la classe.
Si esatto, aveva una cotta per la proff.
"Jordan potresti evitare di farmi perere tempo? Comunque sapevate che non volevo questo. Appunto volevo vedere fin dove la vostra mente ed immaginazione si fosse spinta. Con questo fate un bel applauso a Ryan Hemmings" facendomi cenno di alzarmi e di andare a prendere il mio testo.
Diventai rossa in viso troppo velocemente, e la signora Scarlett se ne accorse sorridendomi, cosi appena mi sedetti dinuovo al mio banco la professoressa richiamò l'attenzione su di lei.
"Vorrei dirvi un'altra cosa. Voi ovviamente non lo sapevate ma il lavoro migliore, cioè quello di Ryan, è stato stampato e corretto, affinchè tutta la scuola potesse leggerlo. Vorrei rendervi partecipi e farvi aprire le vostre menti, e cercare di farvi capire che per scrivere un buon racconto non serva per forza una banale storia d'amore. Ora potete andare" facendoci segno la porta.
Presi tutte le mie cose e notai un banco in segreteria con dei libri neri ed una scritta sopra in bianco che diceva "Stalker".
Era il mio libro.
Oddio non ci posso credere.
Andai subito e ne chiesi uno, che mi venne donato senza che lo pagassi essendo l'autrice.
Sorrisi ampiamente ed uscii da scuola con il libro tra le mia mani.
Ero cosi felice e fiera di me stessa.
Mi incamminai verso casa e ricevetti un messaggio da mia mamma.Da: Mamma
"Potresti fare un salto al supermarket e prendere della pasta, del dentifricio e del pane?"Le risposi subito di si e mi incamminai verso di esso, dove svoltai in un'altra strada differente da quella di casa mia.
Entrai e mi diressi negli appositi scaffali prendendo tutto in mano, solo che avendo troppe cose mi cadde a terra il dentifricio.
Sbuffai, notando che se mi abbassavo facevo cadere tutto, quindi appoggiai tutto nello scaffale davanti, e appena mi girai verso la scatoletta a terra dietro di me, notai un ragazzo raccoglierla e alzando la testa mi inncantai per la sua bellezza travolgente.
"Tieni" mi disse.
Ripresi la scatoletta e gli sorrisi, ricevendone uno in ricambio.
"Perchè arrossisci?" mi chiese divertito.
R- Oh, scusa- dissi mettendomi le mani sulle guance.
"No, ma figurati stai tranquilla. Sei ancora più carina quando lo fai" piegando un po la testa di lato e sorridendo sempre.
R- Ehm, grazie- dissi diventando rossa ancora di più.
"Senti, ehm, mi sembri simpatica e sono molto impacciato in queste cose, ma posso darti il mio numero? Cosi appena vuoi fare qualcosa mi scrivi, ok?" disse grattandosi la nuca imbarazzato.
Mi risvegliai subito dopo e risposi subito di si, cosa che lo fece ridere.
Gli diedi il mio cellulare e scrisse tutto per poi ridarmelo.
"Ci si vede. Ciao" disse andando via, ma appena si girò andò a sbattere contro un carrello di una signora anziana che voleva picchiarlo con la sua borsetta chiamandolo "teppista".
Lui alzò le mani in segno di resa, ed io nascosi il mio sorriso dietro alla scatola di pasta che avevo ripreso in mano, per poi vedere lui farmi un cenno con la mano ed andare via sorridendomi imbarazzato.
Andai alla cassa svegliandomi, ed essendo tutta felice corsi a casa in circa cinque minuti anche se disolito ce ne mettevo dieci.
Tornai a casa e diedi tutto a mia madre che preparò il pranzo, per poi correre al piano superiore trovando mio fratello, che mi arrivò incontro e mi salutò con un "Ciao cavallo".
Ok, che avevo l'apparecchio ai denti ma si stanno mettendo apposto per essere più belli, no?
Stupido idiota.
Cosi lo salutai anch'io con un "Ciao foca" sorridendo maliziosa e guardandolo in faccia.
Lui sa bene perchè, ed appunto iniziò a rincorrermi fino a che non chiusi la porta della mia stanza facendolo sbattere contro.
Misi il blocco e lo sentii gridare "Non finisce qui" e poi un "Luke, lascia stare tua sorella e vieni qui ad aiutarmi".
Grazie mamma, ti voglio bene.
Quello li sarebbe in grado di mettermi la tempera nello shampoo.
Posai tutto sul letto e, cambiandomi per stare a casa con un leggins ed una felpa grigia.
Aprii la finestra di camera mia per farmi prendere aria, e notai che giù in strada, in alcune case in fondo alla mia via, c'era posteggiato un camion di traslochi.
Che bello un nuovo vicino!
Posso farci amicizia, cosi non starò da sola tutti I giorni.
Ma una figura catturò la mia attenzione.
Sorrisi d'istinto e guardando il cellulare, notai come si era salvato il ragazzo del supermarket.
Spalancai la bocca e cliccai il tasto per chiamarlo.
Mi appostai davanti alla finestra e sentendo una voce al di là del telefono risposi.
R- Hey ciao-.
"Chi parla?"
R- Oddio si scusa, sono la ragazza del supermarket- dissi dandomi una sberla in fronte.
"Oh ciao, scusami tu non ti avevo riconosciuta".
La cosa che mi fece tenerezza era che anche se non mi poteva vedere, io vidi un sorriso sul suo viso.
Era troppo dolce.
R- Volevo solo dirti una cosa- risposi.
"Si, dimmi pure"
R- Girati a destra e guarda in alto- e guardando che lo aveva fatto veramente alzai un braccio e lui vedendomi rise di gran gusto sbracciandosi per farsi vedere.
"Non ci credo siamo nella stessa via, potrò venirti a trovare facilmente allora" ridendo.
R- Si, ehm comunque ora devo andare- pregando che non fosse un maniaco.
"Sisi, vai pure. Ci sentiamo...ehm, scusa come ti chiami?" guardandomi da lontano.
R- Ryan, Ryan Hemmings- sorridendo.
"Perfetto, io sono Ashton Irwin. Piacere di conoscerti Ryan. Ci sentiamo, ciao" salutandomi con il braccio.
R- Ciao- facendo la stessa cosa.
Cliccai la fine della chiamata e stendendomi nel letto, presi il cellulare mettendolo nel petto, pensando a quali strane coincidenze avevano condusso Ashton da me proprio dopo che avevo scritto quel libro.
Coincidenze?
Io non credo.