Luke's Pov
Da quando me ne sono andato di casa sono passati tre giorni.
Tre fottuti giorni e non ho ancora trovato niente!
Sono andato da tutte le parti, ma non ho trovato niente...tutto tempo sprecato, ed abbiamo poco tempo.
L'aveva detto che sarebbe tornato, ma nessuno ha dato ascolto a quelle stramaledette parole finali...
Avevo un presentimento, ma non credevo che lo avesse fatto seriamente.
Ma daltronde si può aspettare di tutto da Lui.
Devo proteggere mia sorella anche a costo della mia vita.
La mia sorellina.
L'unica che mi ha creduto nel momento del bisogno.
Lei è sempre stata quella su cui potevo contare, anche quando I nostri genitori si sono separati, quando stavo male, lei c'era e mi rialzava sempre.
Ora tocca a me.
Impugno la marcia e cambio strada.
Sento il sangue salirmi al cervello dalla rabbia, cosi entro in un parcheggio e accostando la macchina spengo il motore.
Respiro profondamente per la cazzata che sto per fare, ed inizio ad agitarmi dando pugni sul volante facendolo suonare a volte.
L -Non è vero. È solo un mio pensiero del cazzo. Non può essere lui. Lo scoprirebbero subito se lo avesse fatto, non credo sia cosi stupido...fa che sia solo uno stupido pensiero scaturito dallo stress. Ti prego-.
Cosi iniziando a calmarmi con le mie stesse parole, accendo il motore, metto la retromarcia ed esco dal parcheggio pensando a quanto bene volevo a mia sorella, essendo la causa per cui sto facendo tutto questo.Flashback
Avevo appena finito di giocare con Michael, e due nuovi amici, Louis e Zayn, che avevo incontrato al parchetto dove vanno tutti I bambini dopo pranzo il sabato pomeriggio.
Avevo giocato con la sabbia e avevo fatto un cantiere con montagne e casette in contruzione, creando delle strade, cosicchè alla fine io e Mikey facessimo passare le nostre macchinine colorate.
Ero sotto al portico di casa e salutai Mikey dirigersi verso casa, ma appena sentii delle voci urlare all'interno mi girai, e poi percepii dei suoni che non capivo molto bene.
Cosi entrai in casa e vidi mia madre e mio padre gridarsi contro, erano cosi forti e rabbiosi, che si vedevano molto evidentemente le facce rosse e le vene sul collo gonfiarsi.
Io avendo paura, data la mia bassa statura, mi accasciai dietro al divano.
Non era la prima volta che succedeva.
E a volte trovavo mamma nel bagno che si puliva il viso da ...colore.
Lei mi diceva che era tinta rossa, ma anche se sono un bambino non sono molto stupido.
Lo capisco cos' è.
Anchio mi faccio male a volte, e anche a me succede.
Ma io non voglio che papà faccia male alla mamma.
Lei è buona e non fa mai niente di cattivo.
Forse non le vuole più bene, perchè mi ha sempre detto "Se una persona ti fa del male anche dopo tanto tempo, o non ti ha mai voluto bene oppure ha smesso di farlo".
Terrorizzato, inizio a gattonare attorno al divano e senza farmi vedere vado su per le scale fino ad arrivare in camera mia e di mia sorella.
Ryan.
È uguale a me, solo più piccola.
Entro nella stanza socchiusa e la vedo accucciata affianco al letto, ma noto che non ha emozioni visibili.
Sembra impassibile.
L -Ryan, stai male?- sedendomi accanto a lei.
R - È solo che...stanno continuando da tanto, tanto tempo...che ho perso il conto. Ma stranamente non piango come le altre volte- fissando l'armadio davanti a noi.
Poi chiesi per avere delle certezze.
L -Quante volte?- essendo curioso, daltronde io li ho sentiti quattro volte, ma lei essendo più piccola rimane a casa.
R -Ogni giorno a qualunque ora- ma lo disse con una lentezza cosi straziante che mi lacerò dentro e mi fece ricredere a tutto quello che pensavo.
Le lacrime sgorgarono dai miei occhi azzurri, e lei, per la prima volta da quando ero affianco a lei, si girò e mi abbracciò facendomi mettere la testa sul suo petto e lasciandomi sfogare.
Disolito bisticciavamo e facevamo gli stupidi per avere le attenzioni dei nostri genitori, oppure per un pennarello, un quaderno più bello, un libro più interessante o addirittura per il piatto con più cibo.
Ma daltronde la cosa che conta è la famiglia e se la tua è una casa rotta, devi domandarti il perchè.
Ma io non lo posso sapere.
Sono cose da grandi.
E io sono solo un bambino che dovrebbe consolare sua sorella, e non il contrario.
Ma dato che siamo in una casa rotta, tutto è possibile.
La abbraccio di più e sento delle grida sovrastare quelle di mia madre, solo che alla fine sento un rumore ed un tonfo.
Mi spavento e allarmandomi guardo velocemente Ryan, ma lei si porta le ginocchia al petto e le circonda con le braccia, iniziando a dondolarsi e cullandosi da sola.
Scendo le scale velocemente e vedo mio padre in piedi con una scatola di legno in mano e mia mamma a terra con lo zigomo rosso e sfregiato.
Cosi lei mi richiama "Luke, per favore vai di sopra da tua sorella e stai con lei".
Ma poi alla fine mio padre avanzò verso di me, mi prese per il braccio strattonandomi e con fretta e furia mi portò all'inizio delle scale fino a dirmi "Vai di sopra e stacci!".
Ma io prima di andarmene dalla mia sorellina chiesi a loro "Mamma, papà quando è finito tutto? Dove avete perso la felicità? Sono un bambino ma posso capire. Sono da solo con Ryan in questa casa rotta. Chi ha torto, chi ha ragione? Vi prego smettetela. E tu papà non fare dela male alla mamma, lei è buona, fallo a me se vuoi..."abbassando la testa.
Ma quando la rialzai, vidi il viso di mio padre bagnarmi la spalla dall'alto.
Stava piangendo e la scatola che aveva in mano cadde a terra in un rumore fastidioso.
Prese il giubotto, mi sorrise e chiudendo la porta, sparì dalle nostre vite.
Mia mamma con fare molto lento cercò di alzarsi, ma andai da lei e la aiutai per quel poco che potevo.
Ma lei mi sorprese abbracciandomi fortissimo.
M -Amore mio, sei stato molto coraggioso. Ricordati che ti ho voluto bene, te ne voglio ora e per sempre, non dubitarlo mai, va bene?- ed io annuii avendo una certezza nella mia casa.
Vidi Ryan camminare piano sulle scale e spiare per vedere cosa stava succedendo, ma appena ci vide corse verso di noi e ci abbracciò fiondandosi in mezzo alle nostre braccia.
Fine flashbackEd ora che questo ricordo mi torna in mente, posso dire che ho qualcosa, se quel giorno ho avuto il coraggio di affrontare mio padre, avevo una certezza.
Cosa che non sapevo di avere in quel periodo.
Ricordare quell'episodio in questo momento, mi ha servito, cosi rifiuto la 20esima chiamata di Ryan e la nona di Liam, assieme a tutte le altre di Michael.
Premo sull'acceleratore e giudo velocemente sulle strade, sorpassando tutti I veicoli in mezzo che mi ostacolano.
Arrivato a destinazione, spengo tutto e ammiro l'edificio scuro.
Deglutisco e chiudo la portiera, creando un tonfo, e subito dopo con il telecomando la chiusi definitivamente.
Cammino verso il cancello ed una guardia mia apre chiedendo il nome, poi appena essere entrato mi perquisisce, e poi dopo aver fatto tutti gli accertamenti, mi fa entrare difinitivamente nell'edificio centrale.
Chiedo di una persona e mi sedetti su una sedia con un vetro davanti, e dopo tanto tempo...anzi...anni, posso dire di aver visto il mio primo amico.
Prendo in mano la cornetta del telefono per parlare, cosa che fa anche lui.
Ma vengo preceduto, da una voce che mi ha sempre aiutato, ma sento che non è più la stessa.
"Ciao Luke" facendo uno dei suoi soliti sorrisetti maliziosi.
"Ciao Louis".