Capitolo 26 Michael

2.5K 138 2
                                    

Guardo Susan sgranare gli occhi, e spalancare la bocca, quando legge. Questi giorni in cui siamo stati solo io e lei mi hanno definitivamente convinto che  non potrò mai fare a meno di lei. E' l'aria che respiro, il sole che mi sveglia la mattina, è l'amore della mia vita. Inutile continuare ad esaminare i miei sentimenti, non cambierà nulla. La amo e voglio che sia mia. Ufficialmente.

Le ragazze iniziano a schiamazzare come galline, mentre lei resta muta, ma mi osserva intensamente. Cazzo inizio a pensare che non sia stata una mossa furba, dopotutto. Mi sistemo meglio sulla sedia, non sapendo bene cosa fare. 

China la testa sul telefono, prima di alzarsi dicendo che deve andare un attimo in bagno. Vengo distratto dalla vibrazione del telefono. Intercetto Luca, che mi guarda con un'espressione indecifrabile. Tiro fuori il telefono, seguendo con lo sguardo Susan che si allontana, le ragazze che ancora strillano. Sblocco lo smartphone, è un messaggio di Susan "Finché avrò respiro, sono tua". Un ronzio in testa si forma quando digerisco quelle parole, il cuore si gonfia di un'emozione che, cazzo, non saprei definire a parole. Come in trance mi alzo, gli altri mi guardano ma non gli presto attenzione, devo andare da lei. Adesso.

La trovo nel corridoio che porta ai bagni del locale, appena giù dalle scale, appoggiata alla parete di fronte alle porte. Si sta torturando un labbro con i denti e l'immagine sembra avere un filo diretto con il mio uccello, dannazione. "Smettila di morderti il labbro, Susan" le dico, deciso. Lei lascia andare il labbro, passandoci sopra la lingua, e io non capisco più niente. Mi avvento su di lei, spingendola contro il muro e baciandola con foga, forzandola ad aprire le labbra per infilarci dentro la lingua. Sono esigente, euforico, prepotente tutto insieme. La sento gemere contro la mia bocca, mentre inizio a palparla e la stringo a me per farle sentire che effetto mi fa. La sento fremere e questo sicuramente mi eccita ancora di più, così cerco di spingerla dentro uno dei bagni, ma sono tutti occupati. Ringhio per la frustrazione, ma mentre cerco di trovare in fretta un altro posto, veniamo raggiunti da Stella. "Eccovi!" dice euforica, come se non stesse interrompendo nulla. "Vi stiamo aspettando per mangiare.. e sinceramente... pensavo che avrei trovato una scena peggiore di questa!" scoppia a ridere. Susan torna lucida per mia sfortuna, allontanandomi dal suo corpo. La spingo di nuovo contro il muro, borbottando un "Arriviamo tra poco, Stella, fatti gli affari tuoi" "Oh ma lo sono.. tutti stanno aspettando di sapere cosa ti ha risposto Susan alla domanda del secolo e se non torniamo su, presto verranno tutti giù per assicurarsi che vada tutto bene" Sbuffo sonoramente, mentre mi volto a guardarla. Cazzo con quel sorriso è inquietante, ma ho idea che sia tremendamente seria. "Sul serio?" chiedo. "Sul serio, quindi ricomponetevi e andiamo. Anzi, Susan, vieni in bagno con me che devo darti una sistemata. Sembra che tu sia stata con la testa fuori dal finestrino di un'auto in corsa!" ridacchia, prendendo la sua amica e liberandola dalla stretta delle mie mani. Lei ride imbarazzata, ma mentre si allontana da me mi sfiora il pacco "Anche tu dovresti ricomporti.. sei sporco di rossetto" sussurra, e sembra che parli direttamente alle mie parti basse porca puttana. Resto lì ansimante per un minuto buono, prima di infilarmi nel bagno degli uomini e lavarmi la faccia con l'acqua fredda.

Stasera abbiamo festeggiato parecchio, un pò per noi un pò per Lisa e Peter che si sposano tra qualche mese, dopo la laurea. Susan ha minimizzato, forse non voleva rubare la scena agli altri, ma sospetto che questo riserbo sia dovuto anche a Mia e Luca. Lui sembrava quasi rassegnato, non ho indagato, ma sa cosa ci lega e credo se ne farà una ragione. Mia invece... beh sembrava che stesse per vomitare, tanto era pallida. L'ho sentita rispondere di merda a Tom quando lui ha provato a tirarle su il morale, e quando lei si è voltata a cercare il mio sguardo, l'ho fulminata. Si è girata subito, rossa in viso per una volta, e si è scusata con lui. Diamine l'ho beccata a guardarmi spesso stasera, ho idea che non abbia rinunciato ai suoi piani per me, ma non ho intenzione di darle corda. Mai più.

Quando non ce la faccia più a vedere Susan sculettare in pista con le altre, mi alzo e a grandi falcate la raggiungo, posandole la mano in fondo alla schiena, per farle capire chi sono. Lei si gira e cristo, è talmente bella, accaldata e sorridente, che rischio di caricarmela in spalla e riportarla giù dai bagni. Invece le sorrido malizioso, avvicinandomi "Futura signora Square.. vorrei taanto mostrarti quanto la tua risposta mi abbia fatto felice" le dico contro la clavicola, facendola rabbrividire. Ha gli occhi lucidi, accesi per l'eccitazione, quando mi guarda. "Andiamo" dice prendendomi per il polso e conducendomi al tavolo, per riprendere la borsetta. "Ciao a tutti!" grida quando siamo quasi in ascensore. Ho idea che volesse scongiurare l'ipotesi che qualcuno dei nostri amici provasse a farci restare e il fatto che lei sia eccitata quanto lo sono io, mi inebria. In ascensore la bacio, possessivo, cercando di infilare la mano nelle sue mutande, ma lei mi ferma. "La pazienza è la virtù dei forti" dice sibillina, cercando di alleggerire l'atmosfera. Per risposta le piazzo entrambe le mani sul sedere e la attiro ancora più vicina a me "Ma io sono già duro" le dico usando una battuta squallida, lo so, ma lei ridacchia e mi allontana. "Non funzionerà. A proposito, sarò la signora Square o la signora Burton?" e quando me lo chiede, mi rendo conto che non lo so. "Non ci ho ancora pensato" le dico "Sinceramente non lo so. Immagino che dovrò parlare con mio padre" borbotto. Ecco come raffreddare i miei bollenti spiriti.

Resto pensieroso per tutto il tragitto fino a casa, Susan non mi chiede niente, ma so che è attenta ad ogni mia reazione. Incredibile come sia recettiva ai miei cambi di umore.

Arrivati al suo appartamento, mi accarezza un braccio, come a chiedere se è tutto a posto, e le sorrido di rimando. E' ora di spegnere il cervello e concentrarmi su di lei. Mi ha detto SI' cazzo, sono un bastardo dannatamente fortunato. E potrò passare il resto della mia vita a dimostrarglielo.

"Buongiorno" le dico il mattino dopo, guardandola alzare la testa dal cuscino, i capelli sfatti e l'espressione sorniona. "Mmm" dice solo, facendomi scoppiare a ridere. "Sai" le dico imperterrito "hai risolto il problema della coinquilina" e lei mi guarda strizzando gli occhi. Di prima mattina non è esattamente brillante. Ma è bellissima. Dio se sono sdolcinato. Mi schiarisco la voce. "Dicevo, hai risolto anche il problema della coinquilina. Eccomi qui!" apro le braccia come a presentarmi. Lei si tira su, appoggiandosi sui gomiti. "Mmm non so se ti voglio intorno tutto il giorno..." dice facendo la scema. "Ma se hai appena detto che mi sposi!" intervengo per dissipare ogni dubbio. "In realtà ho detto solo che sono tua" "Per me è lo stesso. Quindi la discussione è chiusa" ribatto, sicuro. "Questo lo dici tu" ribatte, testarda. 

Oh, glielo dimostrerò. E sarà  fantastico.

Occhi color cioccolato 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora