Epilogo

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E il giorno arrivò, era il 19 luglio, il fatidico giorno in cui John Hamish Watson portò per la prima volta William Sherlock Scott Holmes ad un appuntamento nel primo luogo in cui erano stati visti pubblicamente insieme, da Angelo.

La prima volta si era presentato come semplice coinquilino del moro, ma, quella sera sarebbe stato diverso; il tavolo era lo stesso di quel giorno, ma quel che cambiava erano i sentimenti di John verso Sherlock Holmes, quell'uomo che diceva di essere addirittura sposato con il suo lavoro.

Adesso, in realtà da un paio di mesi - prima della sua quasi morte per mano di Euros - provava per Sherlock del bene che col passare del tempo è diventato amore, amore puro e genuino; e lo stesso era per il detective che glielo aveva già confessato.

Questa volta Sherlock e John si sarebbero presentati come coppia.

I due si vestirono molto elegantemente ed entrambi in giacca e cravatta, John, però, scese un po' dopo Sherlock per farsi dare una scatolina blu dalla signora Hudson.

"Pronto, Sherlock?"
"Sempre pronto, John!" Affermò  sorridente il moro
"Dove vi porto?" Chiese l'autista
"Northumberland Street, grazie" rispose il più basso
"Subito, signore"

Arrivati lì, come da buon gentiluomo, John scese per primo e aprì la portiera al moro, e subito dopo diede la mancia al tassista; poi prese il più alto a braccetto per entrare da Angelo.

Appena l'uomo li vide, sorrise e li fece accomodare al tavolo che John, qualche giorno prima, aveva prenotato, cioè vicino alla vetrata.

"Vi porto le candele, così avrete la vostra aria romantica"
John sorrise al ricordo e continuò a pensare alla sua risposta due anni prima ("Io non sono il suo ragazzo") e rise di gusto, rispondendo "Adesso sì che sono il suo ragazzo!" E sulle sue labbra affiorò un largo sorriso, era davvero felice, e lo stesso valeva per Sherlock, che per una volta non era teso per un caso, ma si trovava lì solo per stare con il suo biondino preferito.

Dopo una cena con i fiocchi, tutto offerto dalla casa ovviamente, John prese la mano di Sherlock, lo fece alzare, e si inginocchiò, trovò la scatolina blu nella tasca interna della giacca e cominciò un bel discorso:
"William Sherlock Scott Holmes, in questi due anni, dopo il mio incidente in Afghanistan, e dopo aver perso la gioia conseguente a questo incidente, mi hai fatto riprendere del tutto, e mi hai fatto vivere davvero, due anni sembrano pochi per rifarsi una vita, ma tu, tu Sherlock, ci sei riuscito, mi hai guarito, me ne hai fatte passare di tutti i colori, dal tassista al museo, da Moriarty ad Irene, e via dicendo.. E poi Eurus e di nuovo Irene, mi hanno fatto scoprire i sentimenti che provo per te, senza di te io non riuscirei a vivere, e anche se siamo già coinquilini, vorrei fossimo molto di più,  quindi Sherlock, vuoi sposarmi?"
Il moro fremeva di felicità, e subito rispose con un fragoroso "Si, John Hamish Watson, voglio sposarti! Voglio vivere con te finché morte non ci separi" e scoppiò un fantastico bacio che durò molto a lungo, e tutti al ristorante applaudirono felici del momento.

*

Dopo mesi ad organizzare insieme il matrimonio, giunse il fatidico giorno, l'8 settembre; oltretutto era il compleanno di John, quindi giorno più felice e perfetto di quello per un ricordo non poteva esserci.

La chiesa in cui si sarebbe svolta la cerimonia è la St. Dunstan, una chiesetta molto semplice che si estende verso l'alto a Londra.
Gli invitati erano davvero pochi, ma buoni.

Mycroft, Gregory, il loro piccolo Byron, Mrs. Hudson, Angelo, Molly, Mike, Sally Donovan, Philip Anderson, Harriet, i genitori di Sherlock e la piccola Rosie.

Tutti vestiti eleganti, in special modo la dolce bimba di John e Sherlock e il nuovo figlioletto di Mycroft e Greg; la pargoletta - portava un cestino con dei petali che sarebbero caduti delicatamente sul tappeto -  indossava un abitino bianco con delle roselline rosa sulla vita e delle deliziose scarpette bianche, proprio un angioletto..
Byron - un bimbo di 5 anni biondo, dagli occhi verdi e con gli stessi riccioli dello zio Sherlock - aveva un graziosissimo completino blu, scarpe comprese, e portava le fedi degli sposi.

Subito dopo entrò John -  indossava una camicia bianca, giacca e pantalone nero, il fiore all'occhiello e delle scarpe blu -  che sprizzava gioia da tutti i pori e che, nell'attesa di Sherlock, salutò tutti.

Dopo circa mezz'ora arrivò l'auto in cui c'era Sherlock, John già sorrideva.. Ed ecco che il secondo sposo entrò...
E fu subito gioia, a John scese una piccola lacrima di felicità quando lo vide - indossava una camicia nera, giacca e pantaloni blu, classico fiore all'occhiello e le scarpe blu -

"Sherlock, sei bellissimo.."
"Anche tu John.." entrambi sorrisero e avevano gli occhi lucidi e gioiosi per quella magnifica giornata né troppo calda né troppo fredda, ma meravigliosa semplicemente per loro, loro che tra poco avrebbero condiviso il loro appartamento con più amore e soprattutto da sposati.

[...] "John Hamish Watson, vuoi tu prendere come tuo legittimo sposo William Sherlock Scott Holmes per amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita?"
"Sì, lo voglio" John aveva gli occhi luminosi e ancora lucidi, così per tutta la cerimonia..
"E.. vuoi tu, William Sherlock Scott Holmes, prendere John Hamish Watson come tuo legittimo sposo per amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita?"
"Si.. Lo voglio"
"Bene, John, puoi baciare lo sposo"
E mille applausi partirono dagli invitati, tutti erano realmente felici di quel matrimonio...

Finalmente John Watson e Sherlock Holmes erano veramente felici e adesso erano sposati..
"Ecco a voi i nostri cari John e Sherlock Watson Holmes" e il prete prese le mani ad entrambi e le alzò verso l'alto in segno di vittoria e felicità.

Red Beard (Johnlock)❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora