3.Una piccola speranza

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La mattina seguente, appena sveglia sento squillare il telefonino. È un numero sconosciuto, non sembrava neanche familiare, ma nonostante ciò decido di aprire il messaggio e incuriosita lo leggo:
"Ehi, ciao.. mi chiamo John. Ti contatto da Facebook perchè ovviamente non ho il tuo numero ma dalle foto vedo che sei molto carina! Che dici di incontrarci e di conoscerci un po' un giorno?
Rimango un po' stranita da questo messaggio ma decido comunque di rispondergli:
"Ciao..come hai potuto capire io sono Carol, piacere di conoscerti! Devo dirti la verità, ho un po' paura ad incontrare un ragazzo che non conosco, quindi consiglierei di vederci più in là".
A quella risposta John, tranquillamente accetta la mia decisione e dopo esserci salutati mi alzo dal letto, facendo piccoli passi per non svegliare Jasmine e mi dirigo in cucina per salutare in maniera fredda mia madre e per fare colazione. Come al solito lei ha sempre quell'aria solitaria e pensierosa ma senza farci caso, finito di mangiare vado a svegliare mia sorella e subito dopo mi preparo ed esco via. Voglio prendere un po' d'aria e riflettere su tutto ciò che sta accadendo e che soprattutto accadrà.
Quando, superato l'angolo incontro casualmente il ragazzo che mi aveva contattata.
"Ehi, sei Carol, la tipa che ho contattato stamattina?"
"Sì..."
E lui entusiasta di ciò mi stringe la mano e mi invita a passeggiare un po' in sua compagnia.
Devo essere sincera, mi ha colpita subito ed è per questo che non ho esitato nel far subito conoscenza con lui nonostante le mie precedenti parole a lui dette.
Dopo un po' di strada e un po' di chiacchiere decido stranamente di raccontargli ciò che ultimamente mi stava accadendo, anche se lui rimaneva per me ancora uno sconosciuto, ma niente importa quando ho voglia di sfogarmi!
Durante il mio discorso John mi interrompe dicendo:
"Carol, tranquilla ho capito , non c è bisogno di disperarsi quando ormai hai già trovato qualcuno che forse potrebbe aiutarti!"
"Davvero!? Grazie infinite se è così! Ma se veramente vuoi aiutarmi devi aspettare stanotte, solo allora potremo andare in giardino per scoprire cosa i miei genitori nascondono!" E lui, avendo capito il mio intento accetta molto volentieri e dopo avermi chiesto l'ora precisa d'incontro entrambi ritorniamo a casa.
Arrivata, mi stendo sul mio letto ed inizio a pensare a cosa farò stanotte ma soprattutto a John. Non so, sembrava essere diverso dagli altri ragazzi, ho visto una scintilla diversa nei suoi occhi mentre mi guardava e spero vivamente che tutto ciò non sia una mia fantasia!
Arrivata l'ora di cena noto, come sempre il solito strano comportamento di mamma e papà ma per non rovinarmi anche questo momento faccio finta di niente e continuo a mangiare.
Dopo un po esclamo:
"Basta, non mi va più di mangiare e non mi va neanche più di vedere i volti dei MIEI genitori sempre afflitti! Basta io vado in camera!" E così senza dire una parola mi lasciano andare.
Dopo un po' mi raggiunge la mia piccola Jasmine che come al solito riesce a strapparmi un sorriso raccontandomi alcune cose divertenti e facendomi il solletico.
Passata un'ora, decidiamo di vederci la tv assieme sul letto, ci addormentiamo, quando, non so dopo quanto tempo, mi sveglio e vedo la mamma che spegne la tv. Dopo aver chiuso la porta, prendo, senza far rumore il telefono per aggiornare la sveglia quando mi accorgo che è già mezzanotte; allora di soppiato mi cambio, mi metto le scarpe e scendo giù in giardino e, neanche il tempo di prendere le chiavi e socchiudere la porta che mi ritrovo John davanti a me.

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