9. Continui sbagli...

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Sono le 06.00 del mattino ed io sono già sveglia.
Passeggio fra le vie di campagna, qui abita John. Penso a lui, e a un futuro "noi". Penso alla sua gentilezza, al suo altruismo, alla sua dolcezza. Non faccio altro che pensare a lui insomma! Non me lo tolgo più dalla testa. Dopo vari pensieri del tipo: "Che faccio, citofono?" O magari lo chiamo?!?" Nah, gli faccio un messaggio! No, è meglio di no...chi accetterebbe di essere svegliato alle 06.20 d'estate, NESSUNO!"
Dopo un po' esce lui stesso dal balcone. È assurdo quanto il tempismo a volte possa essere sempre presente.
"Carol! Che ci fai qui a quest'ora?" Mi chiede incuriosito.
"Ehm..io? Cosa...sto facendo? Eh...non...faccio nulla!"
Non sono mai stata così imbarazzata in tutta la mia vita come si sarà ben capito.
"Carol, non per altro ma...se magari parlassimo un po'..."
"Ora?" Gli rispondo.
"Si, ora. In un posto lontano da qui."
"Scusa John, ma di cosa dovremmo parlare?"
"Beh, primo perché sei qui e secondo, di noi."
"Non c'è niente da dire su di noi e poi ero qui per farmi una passeggiatina e per prendere un po' d'aria fresca giacché c'è solo a quest'ora." Decisa gli dico questo e, senza pietà ritorno a casa.
"Carol aspetta! Non può continuare così! Sappiamo entrambi che fra noi due c'è qualcosa, non faccio altro che pensare a te. Voglio parlarne, adesso! Per favore Carol te lo chiedo con tutto il cuore e con tutto il bene che ti voglio e credimi, è tanto!"
"Basta John non ne posso più ne di te ne di nessuno! Non ti ci mettere anche tu ora è non mi costringere a fare ciò che non voglio! Basta stressarmi..addio John!"
"Addio?!?"
"Si!"
Tornata a casa mi butto sul letto e scoppio in lacrime. Sono confusa, non so che fare! Prima Jason, poi i miei genitori e ora John!
Inizio, così, ad ascoltare un po' di musica guardando, come al solito, il soffitto.
A cena mangio pochissimo.
"Carol, così mi preoccupi! Perché continui a non mangiare?" Mi chiede papà.
"L'adolescenza sarà.."gli rispondo con tono freddo.
In camera apro entrambe le ante della finestra e mi siedo sulla mensola di essa.
Inizio a fissare il cielo come se non lo avessi mai visto prima e persino inizio a contare le stelle. Ognuna di loro brilla sempre e comunque anche se coperte dalle nuvole loro continuano a brillare, noi non le vediamo ma accade proprio questo. Perciò mi dico:
"Si Carol, d'ora in poi io sarò come le stelle: continuerò a lottare pur trovandomi in questa situazione, come loro, che continuano a brillare pur essendo coperte.
Così, scendo da qui e cerco di addormentarmi il più in fretta possibile tanto da dimostrare a tutti, il giorno seguente, quanto veramente valgo.
La notte passa molto in fretta ed io sono già in cucina a fare colazione.
Finita, mi preparo, sveglio come sempre Jasmine, le do un bacio sulla fronte, vado da mamma che si trova in camera sul letto:
"Ehi mamma, buongiorno, io ora sto uscendo però sappi una cosa, che in tutto ciò voi due ci perdete, tu e papà, non io, quindi non mi arrenderò mai e scoprirò cosa veramente nascondete, a costo di perdere intere giornate, lo giuro! E con questo ora ho da fare.
Dopo queste parole vado in giardino, mi siedo su uno scalino e contatto John:
"Buongiorno...ascolta mi spiace molto per ieri, so di aver sbagliato, so di aver esagerato, non ho difensive e non voglio averle ma ho solo la netta idea che tu mi meriti e che io FORSE, se tu vuoi, merito te. Eh si, hai ragione, è ora che parliamo di noi."
Dopo qualche minuto è online ma vedo che non vuole rispondermi. Io aspetto risposta ma nulla.
Le ore passano, ed io sono per strada ad aspettare un suo messaggio o magari di vederlo. Arriva persino l'ora di pranzo e di John non ho alcuna notizia. Stavolta non mi presento neanche a tavola e i miei si infuriano come non mai:
"Carol! Non ti tolleriamo più! Basta! Vieni a mangiare qualcosa, muoviti!!"
Io li guardo, giro lo sguardo e chiudo la porta della mia camera a chiave.
Sono qui, tutta sola, forse senza alcuna speranza, penso di arrendermi, ma non lo faccio e mai lo farò perché so benissimo che mi perdonerà!
Ed infatti, finalmente, decide di rispondermi. Mi arriva quindi una sua notifica:
"Ehi Carol, ciao, scusa se non ti ho risposto ma ero impegnato e poi non avevo parole per scriverti in quel momento. D'accordo, incontriamoci oggi pomeriggio alle 17.00 al solito posto. E poi certo che ti perdono. Tutti reagirebbero così in una situazione del genere, ci ho riflettuto e non ti devi preoccupare, ricorda che c'è una speranza sempre a tutto nella vita! Ti voglio bene...A dopo."

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