New York, 9 luglio 2012.
Alec fissò il numero che lampeggiava sullo schermo del suo cellulare e rispose dubbioso << pronto? >>
<< Si può sapere dove diavolo eri finito? >> tuonò burbera una voce maschile che non riconobbe.
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia e provò a rispondere ma la persona che lo aveva telefonato riprese a parlare senza dargliene il tempo.
<< Non solo ieri sera hai avuto il coraggio di combinarmi un appuntamento con quella piovra ambulante di Rajhi e le sue orribili magliette, ma stamattina non ti sei neanche degnato di rispondere a quel dannato telefono! >> urlò, mitragliandolo di informazioni che Alec non riuscì proprio ad afferrare << è la quinta volta che provo a chiamarti, e mentre ti aspettavo sono stato costretto ad uscire e fare shopping! >> continuò poi l'uomo, senza dare il minimo segno di voler realmente sentire le ipotetiche scuse della persona contro cui si stava scagliando << lo sai che sono un tipo sensibile. Certe cose non possono essere ignorate. E poi lo shopping compulsivo terapeutico mi aiuta a sciogliere i nervi, specialmente dopo ieri. Te lo dico subito - così non sarò costretto a sentire le tue inutili e tediose lamentele dopo - ho comprato un paio di camice hawaiane meravigliose. Ed anche un costume kaki >> fece una pausa << sto parlando del colore, non il frutto, se la tua mente inutile ed insulsa se lo sta chiedendo >> poi sospirò << ad ogni modo, potrei comprarti un pareo maculato e fartelo indossare, magari sabato prossimo. Sai, per farti perdonare del trauma che mi hai inflitto. Avrà gravi ripercussioni sulla mia vita, lo sai vero? >>Alec, che stava camminando indisturbato lungo le vie della sua città si era bloccato in mezzo alla strada ed aveva allargato gli occhi per la sorpresa << chiedo scusa, ci conosciamo? >> disse poi, sinceramente sconvolto.
Si sentì un rumore in sottofondo e poi un fruscio << simpatico quanto una puzzola in una stanza senza finestre, Raphael >> rispose l'altro per niente risentito.
<< Non mi chiamo Raphael >> lo corresse subito il ragazzo.
L'uomo al telefono rimase in silenzio per una manciata di secondi << sicuro >> concordò poi scettico << preferisci Massimo Decimo Meridio, comandante degli imbecilli di New York e generale dell'esercito degli eunuchi? >>
<< Più qualcosa come Alec >> si limitò a rispondere l'altro.Dalla cornetta sopraggiunse un sospiro esasperato << soffri per caso di disturbo della personalità multipla? No perché, ho già abbastanza problemi nella mia vita non posso sopportare anche i tuoi >>
<< Non che io sappia >>
Un altro sospiro dalla cornetta << dovevo lasciarti annegare quell'infausto giorno di sei anni fa, in Messico. Me ne pento ogni giorno, sappilo >>
<< Non è vero. Hai detto di avere un animo sensibile >> gli suggerì Alec, dandosi mentalmente dello stupido per aver deciso di dare corda ad un mentecatto del genere.
<< L'ho detto. Ma sono anche estremamente volubile e capriccioso, a volte. E tu non mi aiuti. Piuttosto, hai una voce strana stamattina >> disse meditabondo l'uomo al telefono.
Alec lanciò un rapido sguardo ad un gazebo di un bar che costeggiava la strada e decise di andare a sedersi per ordinare qualcosa di fresco.Non rispose tuttavia, si limitò solo a schiarirsi la voce e lasciare all'interlocutore sconosciuto la possibilità di trarre le dovute conclusioni.
<< Raphael Santiago >> sbottò quello poco dopo << avrai mica avuto una tresca con qualcuno? >> indagò << magari ieri sera? >> domandò poi, alzando di un'ottava il tono di voce.
Alec decise che era arrivato il momento di porre fine a quella conversazione assurda << senti >> disse << credo proprio tu abbia sbagliato numero >>Dall'altra parte sentì un altro rumore, poi un'imprecazione piuttosto colorita << eh no, caro il mio emigrato! Con me non attacca. Sono troppo furbo per lasciarmi abbindolare dai tuoi stupidi giochi da scolaretta >>
Il ragazzo sollevò gli occhiali da sole sulla testa e con due dita si massaggiò lentamente l'attaccatura del naso << ascolta, mi dispiace immensamente per le tue disavventure, sono certo che troverai un modo per riprenderti ma hai commesso un errore, non sono il tuo amico >>
Seguì un'altra manciata di secondi di silenzio << sei credibile come un elefante in perizoma durante una sfilata di Dior >> disse poi l'interlocutore sconosciuto di Alec << e sei anche un pessimo credente. La tua adorata Bibbia non parla di qualcosa come 'aiuta il prossimo tuo come te stesso'? >> domandò
Il ragazzo inarcò le sopracciglia << sono piuttosto sicuro che le sacre scritture intendessero ben altro >>
<< Stronzate >> tubò l'altro alzando il tono di voce << hai abbandonato il tuo prezioso - e sottolineo anche unico - amico in balia di quel parassita rivoltante per trastullarti con un uccello sicuramente ordinario e - sono sicuro - assolutamente scadente. Oh, spero proprio ti sia venuta la clamidia! >> concluse risentito.
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Do we know each other?
FanfictionMagnus aveva la terribile abitudine di non memorizzare i numeri in rubrica. Non se ne era mai preoccupato più di tanto, liquidando sempre la faccenda con una scrollata di spalle fin troppo teatrale. Un giorno però sbaglia numero di telefono e si im...