Conquistata quella grande vittoria tutte le guerriere tornarono al loro aspetto quotidiano e si recarono al campeggio.
Minako: Haruka, Michiru, Setsuna... Vi andrebbe di passare con noi queste due settimane qui, al Crystal Heaven?
Setsuna: Beh, ecco, noi veramente...
Chibiusa: Per favore... Ti prego... Ti supplico... Ti scongiuro...
Haruka: E va bene. Forza, facciamoci questa vacanza.
Michiru: C'è una sorgente termale, non è così?
Rei: Già, e quando si sta per un bel po' nell'acqua si raggiunge il culmine del relax. Credimi, è da provare.
Setsuna: D'accordo. Dateci il tempo di registrarci alla reception e di indossare i costumi da bagno.
Usagi/Chibiusa: Ok! A tra poco!
Michiru: Quelle due sono veramente uno spasso. E sono coloro che non c'hanno mai fatto perdere la speranza.
Haruka: Sì. È solo grazie allo splendore cristallino che Serenity e Small Lady emanavano se siamo riuscite a sopportare la solitudine.
Setsuna: Ora però siamo qui. E loro sono e saranno per sempre i nostri raggi di luce e il motivo della nostra gioia. Non è vero, ragazze?
Haruka e Michiru annuirono sorridendo e, insieme a Setsuna, andarono a parlare con la receptionist, ricevendo la chiave del loro bungalow. Una volta che ebbero sistemato tutto, le tre ragazze raggiunsero gli altri e Michiru, arrivata al bordo della sorgente scese con prudenza fra le rocce anziché tuffarsi, mostrando una grazia senza eguali. Le altre, non appena la videro nuotarono verso di lei e Usagi si preparò a schizzare.
Usagi: Per te è la fine.
Michiru: No, grazie. Desidero solo fare qualche vasca, principessa.
Ami: Posso sfidarti a una gara, Michiru?
Michiru: Naturalmente.
Le due si prepararono a nuotare e, quando Makoto diede il via, partirono. Nessuna delle due aveva intenzione di arrendersi, poiché era la competizione di due guerriere protette da pianeti legati all'acqua. Ami sembrava a un passo dalla vittoria, ma Michiru scattò proprio alla fine vincendo la gara e, una volta giunta al traguardo, mise delicatamente una mano sulla spalla della sua sfidante.
Michiru: Devo farti i miei complimenti. Sei davvero molto brava.
Ami: Grazie, anche tu non sei stata affatto male. Mi hai dato un po' di vantaggio all'inizio per poi stracciarmi alla fine.
Rei uscì dall'acqua, seguita da Minako che la raggiunse dopo aver visto il suo volto agitato. Le corse incontro e con una mano sistemò il fiocco rosso sui propri capelli.
Minako: Rei, cos'è quella faccia? Senti di nuovo qualcosa?
Rei: Sì, ma spero che si tratti solo della mia immaginazione. Non voglio continuare a lottare... Sono stanca, Minako.
Minako: Ti capisco, ma dopotutto questo è il nostro compito.
Rei: Lo so benissimo e sono fiera di ciò che siamo, ma combattere è... Estenuante.
Minako: Vieni con me. Torniamo alla casetta e riposiamoci.
Le due si congedarono, lasciando le altre alla sorgente. Non appena entrarono videro Mamoru seduto al tavolo che le aspettava. Il ragazzo disse loro che aveva qualcosa di molto importante da rivelare. Minako restò con lui, mentre Rei andò a chiamare le sue compagne. Tutte quante si radunarono nel bungalow di Usagi, e Mamoru fu pronto a parlare.
Mamoru: Stanotte... Ho fatto uno strano sogno.
Usagi: Era un incubo?
Mamoru: Non saprei dirlo con certezza.
Makoto: Cosa succedeva nel sogno?
Mamoru: C'ero io... In piedi su una roccia sospesa nel nulla. Intorno a me c'era solo morte e distruzione. Di colpo, alzando gli occhi, vidi qualcuno sull'unico edificio che non era stato raso al suolo. Emanava una potentissima aura negativa, eppure non mi dava l'idea di essere una persona malvagia.
Chibiusa: Sei certo che si trattasse di una persona?
Mamoru: Penso proprio di sì.
Haruka: Hai visto per caso se brandiva un oggetto?
Mamoru: Non ne sono certo. È tutto così sfuocato.
Michiru: Posso provare a divinare il tuo sogno con lo Specchio d'Acqua Profonda. Dovrai darmi accesso alla tua mente per permettermi di farlo.
Mamoru: Va bene.
Michiru si mise vicino a lui e osservò attentamente il suo specchio, aspettando che vi comparisse una visione. Dopo un po' d'attesa finalmente riuscì a vedere qualcosa. Vide più da vicino la figura scorta dal ragazzo, notando che impugnava un qualche tipo di bacchetta.
Michiru: Mmhh... Sono molto confusa. Nemmeno il mio specchio è in grado di svelare l'identità di quella persona.
Minako: Quindi non abbiamo niente di concreto in mano...
Michiru: Comunque è chiaro che la situazione è delicata. Quello del principe non era un sogno, bensì una premonizione.
Usagi: Una premonizione? Cioè, una visione di un evento futuro?
Michiru: Esatto.
Mamoru: Per caso sai se è una visione buona o cattiva?
Michiru: Perdonatemi, principe. Al momento non possiamo far nulla, a parte congetturare.
Rei: Davvero? Dobbiamo starcene qui con le mani in mano?
Setsuna: A meno che tu non abbia un'idea migliore... Abbiamo le mani legate, ora come ora.
Ami: Ragazze, è inutile continuare a scervellarci. Aspetteremo che quello che Mamoru ha visto accada e valuteremo se intervenire. Non vi pare che sia meglio così?
Usagi: Oh, Ami... Sei così intelligente. E hai ragione. Ne riparleremo domattina, anche se non mi alletta l'idea. Consiglio a tutti di dormirci su.
Tutti i presenti la guardarono con aria interrogativa tranne Ami, che invece fece una piccola smorfia vagamente riconducibile a un sorriso.
Usagi: Fate come volete, io vado a infilarmi sotto le coperte.
Makoto: Ti seguo a ruota, Usagi. Sono distrutta.
Chibiusa: Vengo anch'io, Usagi. Sono talmente stanca che non riesco a tenere gli occhi aperti.
Tutti si salutarono e andarono a dormire nei propri bungalow. Intanto una malefica donna tramava la conquista della galassia nella sua tenebrosa dimora.
Donna: Ascoltami bene, Gold.
Gold: Sì, mia signora.
Donna: Voglio che ti impossessi del Cristallo d'Argento Leggendario e che me lo consegni. Devi eliminare quelle mocciose protette dai pianeti e sottrarre loro l'oggetto.
Gold: Lo consideri fatto.
Il mattino seguente tutte le ragazze e Mamoru si ritrovarono al bar del campeggio per fare colazione. Usagi e Mamoru presero un caffè, Chibiusa un tortino alle fragole, Rei, Ami e Makoto mangiarono dei bei panini con la marmellata di prugne, Haruka, Michiru e Setsuna bevvero delle ottime tazze di tè. La povera Minako non aveva mangiato nulla così, di nascosto, prese un pezzo del panino di Makoto e se lo mangiò. La ragazza se ne accorse e rivolse alla sua amica un'occhiataccia con i suoi grandi occhi verdi.
Makoto: Ma... Come ti sei permessa di mangiarti un pezzo del mio panino?
Minako: Ehm... Scusa, Mako, ma io non avevo preso nulla e non sapevo che fare...
Makoto: Potevi rubare un pezzo da Rei.
Rei: Ehi!
Ami: Su, ragazze, non litigate. Siamo in pubblico...
Makoto/Minako: Scusa, Ami.
Haruka, dopo aver finito il suo tè, si alzò dal tavolo e fece cenno con la testa a Michiru di seguirla. La ragazza, che aveva finito di bere come la compagna, si congedò insieme ad Haruka, salutando gli altri. Le due fecero una bellissima passeggiata, tenendosi la mano. Ogni tanto Michiru poggiava delicatamente la testa sulla spalla della sua compagna, la quale ricambiava carezzandole i capelli.
Haruka: Dimmi un po', ti piace stare qui?
Michiru: È più rilassante di quanto credessi. Quella sorgente termale è perfetta per stare in tranquillità.
Haruka: Guarda lassù. Il cielo si sta lentamente annuvolando.
Michiru: Credi che il male sia alle porte?
Haruka: Perché, tu lo escludi?
Michiru: No, affatto. Ma non è detto che ogni cambio di clima stia a significare che la fine è prossima.
Haruka: Ti sembra che abbia mai sbagliato? I miei presagi sono sempre fondati.
Michiru: Anche le mie divinazioni con lo specchio lo sono.
Haruka: Michiru... Che cosa hai visto esattamente ieri sera?
Michiru: Come aveva detto il principe, c'era una figura. Sicuramente una donna. Brandiva qualcosa nella sua mano. Era troppo lontana per poterlo dire con certezza, ma credo che si trattasse di uno scettro del potere o qualcosa di simile.
Haruka: Forse era una bacchetta.
Michiru: È possibile. Non possiamo lasciare nulla al caso.
Mentre passeggiavano sotto l'ombra degli alberi, un bellissimo ragazzo dagli occhi dorati e i capelli color cenere si avvicinò a loro con in mano un foglietto, sorridendo.
Ragazzo: Tu devi essere Haruka Ten'ou, il velocissimo pilota. E tu Michiru Kaiou. Ho sentito parlare di te, sei una violinista.
Michiru: Sì. Sei un nostro ammiratore?
Ragazzo: Sì, mi piacerebbe molto avere un vostro autografo. Ecco, carta e penna.
Haruka: Ecco fatto.
Michiru: Ascolta, la prossima settimana terrò un concerto al Tokyo Metropolitan Theatre. Se desideri, posso farti avere i biglietti in anticipo. Tieni, questo è il mio numero. Ti contatterò cosicché potrai dirmi quanti biglietti vuoi.
Ragazzo: Ti ringrazio. Sei molto gentile.
Michiru: Figurati.
Il ragazzo andò via, lasciando una sorridente Michiru e una perplessa Haruka in quella stradina. All'improvviso, le nuvole precedentemente avvistate dalla paladina di Urano si fecero sempre più minacciose, tanto che le due ragazze si preoccuparono. Una folgore piombò al suolo, in una zona adiacente a quella dove le due si trovavano. Uscirono da quel posto e notarono che lo schianto del fulmine aveva generato un piccolo cratere, nel quale vi era un grosso uovo apparentemente alieno. Le ragazze, non appena accertatesi che non ci fosse nessuno, alzarono la mano destra in aria. Le unghie di Haruka assunsero un colore dorato mentre quelle di Michiru divennero color acquamarina.
Haruka: "Potere planetario di Urano, trasformami"!
Michiru: "Potere planetario di Nettuno, trasformami"!
Non appena le due ebbero assunto le loro identità di guerriere Sailor, si avvicinarono con cautela all'uovo, che si schiuse. Da esso ne uscì un'orrenda creatura simile a un mastino. Era molto grande, dall'aspetto imponente e minaccioso, e al posto delle comuni zampe di un mastino aveva quelle di un ragno. Sailor Uranus puntò la sua mano contro il mostro, il quale corse verso di lei, ringhiando e facendo versi disgustosi.
Sailor Uranus: "Terremoto di Urano"!
La guerriera scagliò un'attacco dorato, a forma di pianeta, che colpì in pieno la creatura, forandole l'addome. Il mostro si accasciò a terra, morto, e il tonfo che la sua caduta aveva provocato fu accompagnato da delle fragorose risate femminili provenienti da dietro un muretto.
Sailor Neptune: Chi sei? Mostra il tuo volto.
La donna uscì allo scoperto. I suoi capelli erano rossi come il fuoco ed erano talmente lunghi da farle da strascico. Il suo abito era elegantissimo, nero con dei germogli color rosa antico. Indossava numerosi bracciali, indubbiamente di valore, tempestati di gemme, poi delle scarpe nere con il tacco alto. Al collo portava un girocollo dorato e ricolmo di piccole pietre vermiglie e una collana con una splendida giada. Aveva un rossetto rosso molto scuro e un cappellino nero con una veletta del medesimo colore. Il suo volto trasmetteva malinconia ma al tempo stesso gioia. Si avvicinava alle due guerriere camminando come solo una nobildonna farebbe. Sembrava molto delicata. Forse era dovuto al fatto che la sua carnagione era talmente pallida da farla somigliare a una bambola di porcellana. Disse alle due di chiamarsi Fanny, mentre si sfiorava le guance con le sue lunghe e affilatissime unghie rosa.
Sailor Uranus: Perché sei qui? E come mai sei apparsa esattamente dopo che abbiamo eliminato quella creatura?
Fanny: Sono qui perché voglio aiutare un amico a uccidere voi, le vostre compagne, il principe Endymion e... Dulcis in fundo, la cara e dolce Serenity, così da appropriarci del Cristallo d'Argento Leggendario. Se tenete alla vita, fatevi da parte e lasciatemi lavorare.
Sailor Neptune: Non osare darci degli ordini. Non torcerai un solo capello a Serenity! "Maremoto di Nettuno"!
Dalle mani di Neptune fuoriuscì una sfera acquatica, circondata da onde marine che danzavano e si abbattevano a terra. Purtroppo l'attacco non andò a segno e Fanny, apparsa alle spalle delle due guerriere, puntò contro di loro il dito.
Fanny: "Tormenta di Giada"!
STAI LEGGENDO
SAILOR MOON CRYSTAL - LA TORRE DI GIADA
FanfictionDopo la sconfitta dell'ultimo nemico la pace era tornata e le guerriere Sailor non avevano più motivo di preoccuparsi. O almeno questo è quello che pensavano. Una nuova minaccia, nell'oscurità, sta progettando qualcosa di terribile. Riusciranno le c...