capitolo 3

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Io non sapevo cosa dire, ma sapevo cosa fare. Abbracciai il dottore e poi feci lo stesso con Martha."beh, ora basta coi sentimentalismi. Abbiamo ancora due zygon da trovare e una città da salvare."
Vidi il volto del dottore illuminarsi di un sorriso entusiasta e Martha sembrava nel pieno delle sue forze adesso, proprio come me. Eravamo pronti all'azioni.
Corsimo verso la porta d'uscita del tardis e il dottore mise la mano sulla sua maniglia nel gesto di aprirla. Poi si fermò a dirci qualcosa. "ok, allora il piano è semplice, ma comunque un po' rischioso. Andiamo là fuori e troviamo i nostri due amichetti e poi cerchiamo di scoprire le loro intenzioni, in modo che io sappia cosa fare per contrattaccare la loro imminente invasione." Io e martha risposimo all'unisolo annuendo con la testa:"ok". "brave ragazze!" aggiunse lui infine, prima di aprire la porta e precipitarsi fuori, nel mio giardino. Appena usciti ci diressimo verso il cancello di casa e io guardai l'orologio che aveva al polso Martha. Segnava le sette e cinque minuti del mattino. Ho pensato che forse i miei si erano svegliati o che invece si fosse svegliata mia sorella.
Cosa farebbero se vedessero il mio letto vuoto? Comiciai a pensare a loro. Il mio viso si fece più serio e triste. "vai da loro, sù. Veloce però, digli qualcosa,tranquillizzali ma fallo veloce. Hai due minuti, intesi?"mi disse il dottore e io sorrisi annuendo. Feci dietro front e andai verso l'entrata della mia palazzina. Il dottore e martha erano fermi al cancello, in mia attesa. Salii velocemente le scale ma mi accorsi di aver chiuso la porta quando ero uscita per la prima volta dall'appartamento. Mi era imossibile aprirla dall'esterno se non avevo le chiavi. Ma mi ricordai di avere qualcosa di molto meglio di un paio di chiavi: il cacciavite dello zygon.
Lo tirai fuori dalla tasca porteriore dei nuovi pantaloncini che indossavo, e mi guardai intorno velocemente per assicurarmi di non essere vista da nessuno. Premetti il pulsante che avevo imparato aprisse le porte. E sentii gli ingranaggi della porta sbloccarsi. Quando notai che la porta era ormai aperta smisi di premere il pulsante del cacciavite e me lo rimisi in tasca. Entrai cauta cauta, in punta di piedi si potrebbe dire, e comicai ad andare verso la mia camera,dove dormiva mia sorella. Notai che tutte le porte che davano sul corridoio era chiuse, o almeno lo erano le porte che acceddevano alle due camere da letto e al soggiorno. La prima porta che aprii fu prorpio quella della camera in cui dormivo io. Quando la aprii vidi la mia scrivania e quella di mia sorella in disordine. Poi quando aprii la porta interamente mi accorsi del disastro. La mia camera era letteralmente un caos. Libri per terra, i letti disfatti,i materassi ribaltati, le tende della finestra strappate e staccate, la finetsra aperta, la zanzariera squarciata. Ma la cosa che più mi terrorizzò fu vedere il letto di mia sorella completamente vuoto. Un terrore mi assalì e comiciai a pensare che mio sorella fosse sicuramente in pericolo. Comiciai ad avere gli occhi lucidi e mentre mi avviai verso la camera dei miei genitori sentii un nodo in gola. Quando aprii la porta della loro camera la scena era la stessa di prima. E la cosa più orribile era che pure loro non c'erano. Scoppiai a piangere in un fragoroso pianto. Le lacrime scorrevvano come non mai. Non sapevo cosa pensare ma non sentivo nulla di buono. Ero disperata. Provai a cercarli in ogni angolino del nostro appartamento ma nulla. Tutto era nel disordine più caotico.
Presi d'istinto il cacciavite e comiciai a premere dei pulsanti cercando disperatametne di avere delle risposte. Non mi accorsi di essere rimasta lì per dieci minuti, ben oltre il tempo che in realtà mi era stato concesso. Chissa da quanto tempo erano spariti? Chissa dov'erano adesso? Chissa se stavano bene? Chissa se li avrei mai rivisti o se sarebbero mai tornati a casa? Piansi per tutto il tempo, ininterrottamente. Finchè non sentii qualcuno entrare un po' di fretta nel corridoio. Era il dottore, Martha doveva essere rimasta giù ad aspettare il nostro ritorno. Io mi trovavo in corridoio, seduta sulle mie ginocchia per terra, e stavo stringendo l'orsacchiotto di mia sorella: miele. Piangevo e piangevo. Mi ero accorta della presenza del signore del tempo, ma non ci feci caso. Ora i miei pensieri erano rivolti a ben altro. Passai dai pensieri negativi ai sensi di colpa."è tutta colpa miaaaaaa!!!" urlai piangendo, senza preoccuparmi di essere sentita da qualcuno. Niente mi importava praticamente, se non rivedere la mia famiglia sana e salva accanto a me. Il dottore mi si era avvicinato lentamente e lasciò che io mi sfogassi per bene anche se sapeva che avrei potuto scaricare una parte della colpa anche su di lui."perchè loroooo.Non hanno colpa,prendete me ma lasciate stare loro!" gridai come se mi riferissi ai rapitori. Il dottore era dietro di me, mi prese le braccia e mi fece girare di 180° in modo da essere messi uno di fronte all'altro. Mi abbracciò prima che io potessi dire nulla. Io mi strinsi a lui, era l'unica persona che mi era rimasta in quel momento. Ma una rabbia incredibile mi assalì pensando che gli alieni comparvero in contemporanea al dottore, e che anzi lo avevano preceduto. Per un brevissimo istante mi balenò un pensiero di accusa nei confronti del dottore."è tutta colpa mia,dovevo riuscere a prendere gli zygon,la prima volta che me li sono trovati davanti! E ora, guarda cosa ho fatto. Tutto questo è colpa mia non tua! Ed è colpa mia se tu non eri col loro ad aiutarli a scappare" disse il dottore stringendomi più forte. Io ero fuori di me. Ero troppo triste,disperata,arrabbiata e delusa. Ascoltando le sue parole ebbi dei momenti in cui pensai che avesse ragione e cominciai a battere i pugni serrati sul suo petto. Lui però non mi allontanò, ma anzi mi strinse ancora più forte lasciandomi colpirlo,ma sopratutto lasciandomi pensare che fosse colpevole. Dopo un minuto mi calmai e smisi di battere i pugni. Avevo continuato a piangere per tutto il tempo. Mi pentii di tutti i pensieri che avevo fatto su di lui. Non era affatto colpa sua e lo sapevo benissimo ma il tutto mi faceva troppo male che mi sfogai con lui. Lui mi aveva raggiuto apposta per far si che io potessi esprimere tutto quello che provavo, contro di lui e non contro qualcun'altro. Mi staccai dal suo abbraccio e mi sedetti in soggiorno, per terra, in mezzo a tutto il disordine. Mi accovacciai su me stessa e nascosi il mio viso ormai bagnato di lacrime. "mi dispiace. So che non è colpa tua. Forse è colpa mia! Se solo fossi stata qui a cercare di proteggerli. Forse cercavano me ma non trovandomi li presero."hey hey hey hey hey. Non è colpa tua e lo sai. È colpa degli zygon. Tu non c'entri. Ma sai che ti dico? Ora andiamo là fuori e li troviamo. Riprenderemo la tua famiglia e cacceremo gli alieni fuori di qui. Te lo prometto!" disse il dottore. Io annui silenziosamente. Avevo smesso di piangere. Non avevo più lacrime. Ora mi rimaneva solo una grande rabbia. "Dai andiamo ora!" disse prendendomi per mano e tornando da martha,giù in giardino. Appena varcammo la soglia del mio appartamento io mi fermai e trassi la mia mano fuori dalla presa del dottore. Lui mi guardò un po' strano come per dire "che stai facendo?". Presi il mio cacciavite dalla tasca e richiusi a chiave la porta principale di casa mia. Il dottore mi guardò con approvazione. Scesimo le scale e andammo in giardino. Arrivati al cancello c'era martha che ci aspettava. Era immobile in una posa rigida e con uno sgurado fisso. "perchè piangeranno Emy?" mi chiese Martha. Io e il dottore rimasimo un po' straniti dall'errore grammaticale della donna. "scusa, perchè hai pianto Emy?" si coresse dopo una frazione di secondi. Io alzai le spalle con indifferenza. La cosa bastò a far insospettire me e il dottore. O perlomeno me, dato che non ero sicura che anche lui se ne fosse accorto. Ci stavamo dirigendo verso il centro della città e noi tre stavamo camminando in mezzo alla strada. Il dottore era in mezzo a me e martha mentre io mi trovavo sulla sua destra. Io presi il mio cacciavite con la mano destra e cercai di analizzare martha senza fare rumore, il dottore mi aveva mostrato precedentemente come fare il tutto in modalità silenziosa. Quando pensai di esserci riuscita me lo rimisi in tasca aspettando i risultati senza destar alcun sospetto. Quando furono passati dei secondi lo ritirai fuori, cautamente senza essere vista e diedi un'occhiata rapidissima al monitor. "zygon3421" lessi nella mia testa. Presi il cacciavite e me lo passai da una mano all'altra, dietro la schiena in modo che non si accorgessero di quello che facevo. Poi lo misi velocemnete nella tasca del cappotto del dottore. Lui non mosse il capo,ma indirizzò il suo sguardo verso i miei occhi e potei leggere la sua domanda, proprio nel suo sguardo. Si chiedeva cosa avessi fatto o almeno perchè. Io gli feci solamente l'occhiolino con l'occhio sinistro e lui fece un sorrisetto da furbo, come se avesse capito la mia intenzione. Con la mano destra tirò fuori il cacciavite appena appena,in modo da veder solamente di sfuggita la scritta. Quando la lesse ebbe un momento di sorpresa e infatti aprì gli occhi di più. Ma lo fece di poco e la falsa martha non lo notò.
Mi rivolse uno sgurdo come se volesse dirmi un piano e io cercai di pensare a qualcosa di intelligente. "noooooo,ho dimenticato il mio cacciavite nel tardis, dottore potremmo tornare un attimino indietro, ci metteremo solo due minuti, davvero. Mi sento vuota senza di esso" dissi io cercando di trovare un pretesto per tornare insietro. Il dottore capii al volo."oh, che situazione. Ma dove hai la testa, ragazza! Facciamo in fretta, però"rispose lui."ok" aggiunsi io. Non avevamo fatta molta strada perciò arrivammo in fretta ma lo zygon forse si era un po' insospettito. Comunque era troppo tardi per lui. Eravamo appena arrivati e andammo verso il tardis, che era parcheggiato esattamente accanto alla mia cantina,sotto la mia finestra. Io feci una corsetta per aprire la porta della cantina in anticipo senza essere vista, e la spalancai. Lo zygon non se n'era accorto e quando fu a pochi passi dalla cabina blu, io gli saltaii addosso facendolo girare verso la porta della cantina. Quando mi tolsi da lui, il dottore gli diede una forte spinta e lui cadde all'interno della cantina. Io chiusi velocemnte la porta con il cuore che mi batteva forte per l'adrenalina. Lui invece, bloccò la porta col cacciavite. Era fatta. Avevamo intrappolato il nostro primo zygon.Lui mi ripassò il mio cacciavite. C'è ne rimane uno solo. "l'hai capito anche tu quando aveva sbagliato il tempo del verbo?" dissimmo all'unisolo. Scoppiammo in una piccola risatina e poi lui disse di si, proprio come feci io poco dopo. "ora andiamo a prendere l'altro" disse lui."aspetta dottore!" lui si girò di scatto e si fermò."cosa avete fatto alla mia famiglia?!"chiesi io alzando la voce allo zygon. Quello non parlò. Io presi il cacciavite e produssi il rumore che la prima volta gli aveva dato tanto fastidio, poi cerchai di dirgli qualcosa, sovrastando il rumore: "dimmelo o non smetto. Di certo il dottore saprebbe farti parlare in breve tempo ma non credere, anche io ho i miei metodi!" il dottore sorrise sorpreso della mia tenacia. Dopo un minuto lo zygon non resse più e mi implorò di smettere. Io gli dissi che l'avrei fatto solo se me l'avesse giurato sull'onore della sua specie. Lui acconsentì e giurò per farmi smettere. Io smisi. "loro sono al municipio""stanno bene?""si, ci servono gli originali in vita." A quelle parole capii che avevano dovuto per forza clonare i miei e mia sorella. "sei stata brava con lui. È stato intelligente assicurarsi che ti avrebbe detta la verità con la promessa.ma come facevi a sapere che avrebbe acconsentito a giurare su quello?" mi chiese il signore del tempo."beh, non è stato difficile. Cos'è che accomuna tutte le specie della galassia? L'orgoglio. A meno che non fosse stato Gibbis,ahahhahah. Allora lì sarebbe bastato ordinarglielo.""gibbis? chi è Gibbis?"chiese il dottore confuso.mi ricordai di gibbis, un alieno che era parte di una razza che si faceva sottomettere per prosperare. Chiunque era stato il loro dominatore. Loro vivevano per essere dominati. Ma questo è quello che accadde in un'avventura che il dottore fece con Amy e Rory. Però era la sua undicesima rigenerazione e non la decima. Involontariamente gli ho nominato qualcuno del futuro.del suo futuro. E ora che gli dicevo?che mi inventavo? "oh, Gibbis è un mio amico che non ama essere il capo e prende gli ordini da tutti. Mi fa pena." Mentii io.il dottore sembrò credermi e infatti mi sorrise divertito. Fiuuuuuuu,l'avevo scampata! Gia è stata dura dirgli che conoscevo tutto il suo passato, non immagino come sarebbe dirgli che conoscevo anche il futuro.
Finalmente ci avviammo verso il municipio e correndo lo raggiunsimo in cinque minuti. Ero stata solo un paio di volte, quando ero alle elementari se ricordavo bene, perciò non conoscevo bene l'edificio. Entrammo e comiciammo a cercare i zygon. Dovevamo trovare in pratica la mia famiglia e martha cercando di non imbatterci nelle loro copie, e nella copia del dottore. Per fortuna io ero ancora l'unica Emy in questa città. Salimmo al secondo piano seguendo il dottore che si affidava al suo cacciavite per trovare traccie del loro passaggio. Sentimmo un'ascensore muoversi e ci avvicinammo a lui. L'ascensore sembrava andare verso l'alto, al quarto piano. Ci avevo pensato e non mi sebrava normale,anzi non mi sembrava possibile." Il municipio non ha un terzo piano,quindi figuriamoci un quarto piano." Dissi io. Il dottore mi gurdò non appena ebbi finito la mia frase. Aveva le sopracciglie alzate e la bocca aperta come fa una persona quando è sorpresa."oooooooooh" Sussurò il dottore, incredulo all'idea che aveva."oooh cosa,dottore?Non dirmi che c'e un'astronave sopra al municipio della mia città?" dissi io scherzando e con una risatina. Lui però mi guradò serio e inarcò il sopracciglio destro e mi guardò. Io capii che era serio invece,non scherzava affatto. "bene allora prendiamo l'ascensore per salire nella loro astronave." Dissi io come se fosse la cosa più ovvia da fare. Il dottore annuii e premetti il bottone per farlo scendere al nostro piano. Le porte si aprirono poco dopo e noi entrammo. Quando quest'ultime si richiusero, l'ascensore prese velocità in modo anomalo, con tanto di scosse ovviamente. Ci reggemmo a quello che trovammo,cioè nulla. Non c'era nulla a cui reggersi. Ecco perchè fummo sballottai qua e là per benino. Quando si fermò eravamo seduti per terra con le gambre all'aria e le braccia intorno al capo per proteggerci da eventuali colpi. Quando abbassammo le gambe e le distesimo ci accorgemmo che le porte erano aperte. Cosa dico, erano spalancate e dove eravamo? Ovviamente in una specie di ufficio dove si doveva trovare l'entrara della nave.
Era più che altro un grande atrio. Il dottore sembrò ambientarsi velocemente e sapevo anche perchè. Ci era già venuto, quando sposò accidentalmente la regina elisabetta I . il ricordo di quell'avventura mi fece ridere e non mi accorsi di aver dato un po' di volume a quella risatina. Il dottore si era voltato verso di me. "perchè ridi, non c'è niente di divertenti adesso.""scusa mi sono ricordata della regina elisabetta I, tua molgie non era uno zygon, mi dispiace per il tuo.." non riuscii a finire la frase dato che mi venne da ridere."...incidente" conclusi infine. Il dottore mi guardò continuando a trasmettere la stessa domanda con la sua espressione."scusa, non è il momento, hai ragione" dissi io faccendo un'ultimo sorriso riguardo a quella vicenda.
seguii il dottore fino a quando non entrammo in una stanza, che aveva la porta bloccata e che il dottore aprii con il suo cacciavite. Nella stanza,a mia sorpresa, vidi la mia famiglia e martha. Ero sorpresa e felice allo stesso tempo. Avevo constatato con i miei occhi che stavano tutti bene. Erano legati e messi in delle capsule trasparenti, che impedivano al suono di propagarsi al loro esterno. I loro occhi si illuminarono di speranza nel vederci arrivare. Poi però ci gurdarono male. Scossero la testa qua e la e gridavano. Mi fermai a cercare di capire cosa dissero. Guardai le labbra di mia sorella e dissi ad alta voce:"smammate io?" non aveva senso."andate via." Disse il dottore correggiendomi. Risvolsi lo sguardo a quello che i miei fissaano, una figura nell'ombra si poteva intravedere. In realtà non si riconosceva nulla se non le converse rosse."ohhh no" sussurai io. Guardai il dottore come per dire "dimmi che non è vero". La figura uscì dalla penombra e andò sotto la luce. Era il dottore, cioè lo zygon7165. Il mio sguardò al dottore gli fece capire il mio stato d'animo. Erano due dottori, identici. Almeno per l'aspetto. E adesso? Come avrei fatto a distinguerli?
Il dottore,l'originale, puntò il suo cacciavite verso la sua copia come per analizzarlo ma questo fece lo stesso con lui. "dottore, da dove ha preso il suo cacciavite se io lo avrei? Non può esserci un terzo dottore, vero?""no,ma pensaci bene.se tu hai il suo cacciavite, cioè la copia del mio, perchè mai avrebbe un'altro cacciavite?""ricapitolando:tu hai l'originale,io la copia e lui quindi la copia della copia.""si, esatto.probabilmente è così""ma questo significherebbe che...""...si,purtroppo. Mi dispiace" aggiunse il dottore interruppendomi."aspetta,come fanno gli zygon a copiare un essere?""gli prendono dei campioni di DNA e li mettono nel loro congegno per mutare forma.""ma questo,non è possibbile. Loro non mi hanno mai preso in nessun modo il mio DNA.sei sicuro che questo sia l'unico modo.""Si,assolutamente.pensaci bene. C'è mai stato quacuno che ti ha preso unn campione di sangue""no,direi con certezza di no.""saliva?""no, non saprei nemmeno come avrebbero fatto.comunque sono certa di no.""una ciocca di capelli?""no,nessuno mi ha strappato una cio..." mi fermai. Ci pensai un attimo."che c'è? Qualcuno l'ha fatto?""beh...non è possibile, dai.""dimmi, anche se sembra assurdo.""dottore,uno zygon può copiare qualunque essere sulla terra?dimmi che non può" chiesi io,com un tono lievemente allarmato. Lui non rispose e per me quella risposta era vitale."beh?si o no,dottore?""mi hai detto, di non dirtelo se così fosse!""aaaaaah,non intendevo così.lasciamo stare perchè ora so.""chi è stato? Come ha fatto?""un gatto" dissi io semplicemente io."un gatto?" disse il dottore un po' scettico."si, un gatto. Mi ha mangiato una ciocca di capelli ma pensavo stesse giocanodo. È successo in piazza verso le cinque del mattino. Me lo ricordo bene, perchè ti ho incontrato poco tempo dopo."conclusi io.
Nel frattempo lo zygon7165 era sparito. Il dottore mi si avvicinò. Io non capivo. Lui comiciò, con la fronte aggrottata, a voler prendermi il cacciavite. Io mi trassi indietro finchè non colpì una capsula che prima non avevo notato. Era la quinta. Ma la mia famiglia e martha occupavano solo quattro capsule.qualquno doveva essere stato imprigionato qualche istante prima. Mi girai per vedere chi era dentro alla quinta capsula e vidi quello che mai avrei voluto vedere in quella situazione. Il dottore legato che cercava di urlarmi qualcosa.

Doctor Who~Il primo incontro con il dottore non si scorda mai 💙💙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora