capitolo 36

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"Hunter, Mark, organizzatelo voi l'appuntamento" dico esasperata

"Avevi promesso che-" dice Hunter, ma lo fermo subito

"Primo, il piano è fallito e secondo, dovete imparare a chiedere ad una ragazza di uscire"

Sconfitti si allontanano per cercare le ragazze.

Avevo deciso di non aiutarli, non per fare un dispetto. Semplicemente non avrebbe avuto senso se l'avessi chiesto io.

Mi stendo sull'erba del parco, poco lontana dai ragazzi.

Guardo il sole nascosto tra le nuvole grigie. Adoro il tempo di New York, non lo cambierei per nessuna cosa al mondo.

Ho sempre pensato che il tempo di New York riflettesse la mia personalità.

Mi spiego, come tutta la popolazione mondiale ho dei giorni sì e giorni no.

Oggi è un giorno in cui non vorrei vedere, parlare, ascoltare nessuno, ma lui si, lo farei anche se fosse l'unica cosa che farei nella mia vita.

In questo caso io sono il sole, che cerca di risolvere i problemi, le nuvole.

"Tutto bene?" mi chiede jacob, sedendosi sul prato

Scuoto la testa continuando a guardare le nuvole

Lui non dice nulla, si limita a stendersi accanto a me.

Prende la mia mano e inizia a tracciare dei cerchi immaginari.

"È rilassante" dice

Mi giro, notando che non ha distolto occhio da me.

Mi limito ad annuire sorridendo, per poi alzarmi.

"Dove vai?" mi chiede mettendosi subito su due piedi

"Vorrei andare a casa"

"Non c'è nessuno a casa tua, o almeno a quest'ora" dice, avendo ragione.

Sbuffo e mi guardo intorno.
"Vieni" dice prendendomi per mano

Riconosco le ville, le piante e i vari negozi. Stiamo andando a casa sua.

Mette una mano nei pantaloni per uscire poi un mazzo di chiavi.

Apre la porta e si stende sul divano, seguito poi da me.

"Cosa vorresti fare?" mi chiede

"Ti sembro una persona che sa cosa fare alle quattro del pomeriggio?" chiedo ridendo

Lui sbuffa sorridendo, si alza e prende il computer precedentemente posizionato sul tavolino.

Lo accende e digita qualcosa su google, schiaccia sul primo elemento in ricerca e si mette comodo.

"La 6x10 di teen wolf, so che ti piace" dice sorridendo

Annuisco e riguardo la puntata per quella che poteva essere la sesta-settima volta.

"Grazie per avermi tirato su il morale" dico, alla fine della puntata

Lui non risponde, mi abbraccia soltanto.

"Ho bisogno di una doccia" dico buttando la testa all'indietro

"Possiamo fare insieme la doccia" dice, questa volta serio

"Con i costumi, intendo" dice subito dopo

"Io-" dico, ma la sua voce si sovrappone alla mia prima che io possa finire di parlare

"Non ti stupro, non ti preoccupare" ridacchia

Sbuffo per poi accettare.
"I costumi sono nell'armadio di mia sorella, secondo cassetto" mi avvisa

Annuisco e vado in camera di sua sorella, prendo un costume a caso e mi chiudo in bagno.

Mi tolgo l'intimo per poi infilare la mutanda nera.

"Jacob" urlo, un modo che mi senta

"Dimmi amore" dice

"Mi puoi allacciare il costume?" chiedo sorridendo come una cretina per il nomignolo

amore

Apro la porta del bagno e aspetto l'arrivo di Jacob.

E no, non l'ho detto perché ho scelto apposta quel tipo di costume.

nell'armadio c'erano solo quelli.

Lui arriva e prende le estremità del costume sfiorando la mia pelle, procurandomi solo e solo brividi

Una volta allacciato il costume mi giro verso di lui che insolitamente scoppia a ridere

"Ho sempre pensato di slacciartelo il reggiseno, non di allacciartelo" spiega ridendo

Scuoto la testa e gli do una pacca sulla spalla.
Apre l'acqua e mi fa cenno di entrare.

Entro ancora pensierosa e butto fuori un po' d'aria.

"È abbastanza imbarazzante" dico guardando i miei bellissimi piedi.

"Vieni qui" dice aprendo le braccia.

Mi accoccolo al suo petto.
"Posso.. posso lavarti i capelli?" mi chiede imbarazzato

Jacob.. imbarazzato?

"Si" rispondo, anche se l'ultima volta che un maschio ha cercato di farmi una treccia mi sono ritrovata con mezza testa piena di nodi.

Prende lo shampo e lo versa lentamente sulla mia testa.

Lo sposta su di essa e inizia a muovere più velocemente le mani.

Chiudo gli occhi.
È rilassante.

"Fatto" dice

Mi metto sotto il getto d'acqua e tolgo tutta la schiuma.

"Com'è stato?" mi chiede

"Bellissimo" rispondo sorridendo, neanche se avessimo fatto sesso.

Lui si avvicina e mi bacia.
Un bacio lento, pieno di emozioni.

Uno voluto.

Si stacca sorridendo, come me d'altronde.

Usciamo e mi abbraccia, avvolgendomi con il suo asciugamano.

Guardiamo alla specchio, lui sorride e mi lascia un bacio sulla guancia.

Arrossisco e abbasso la testa.
"Te l'ho mai detto che ti amo?" dice





















questo capitolo mi abbassa di molto l'auto stima.
In ogni caso, oggi vediamo un esemplare di daddy jacob che lava i capelli versione pervertito. :)

fuck me daddy; jsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora