Capitolo tre

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Seduta sul davanzale della finestra, a gambe incrociate, Haesol godeva del venticello estivo che proveniva dal mare di Busan, la città in cui viveva, mentre leggeva. Anche se stava studiando da parecchie ore, la brezza marina che le arrivava dritta in viso profumando di salsedine, la teneva sveglia e concentrata.

Negli ultimi tempi non faceva altro che studiare e anche se talvolta usciva di casa, passava il pomeriggio a proseguire con gli studi in qualche biblioteca o all'aperto.

Si metteva sul molo a leggere mentre le navi lasciavano o rientravano nel porto, con lentezza, trascinandosi maestose sull'acqua.

Quel giorno però era rimasta a casa, per poter restare in pigiama tutto il giorno finché, a spezzare ciò che sentiva come un momento sacro di pace, non squillò il telefono.

-Sol, sol...-

-Haerin? Che succede?-

La ragazza stava piangendo a dirotto.

-Sol... - continuava a piangere singhiozzando il nome della sorella.

Il cuore di Haesol si strinse in una morsa, quel pianto non era di tristezza nè di gioia, ma di paura, quelle lacrime che immaginava stessero scorrendo sulle guance della sorella erano distillate da puro terrore.

-Che succede? HAERIN? È successo qualcosa con Minho?-

-No...-

Cadde la linea.

Haesol la richiamò otto volte senza ricevere risposta, dopo di che corse al piano di sotto dove informò sua madre dell'accaduto.

-Haerin mi ha chiamata piangendo! Non so dove sia non mi risponde!-

-Haesol... ma come non risponde?-

Il panico che si era impossessato anche della sorella maggiore la portò a scoppiare a piangere davanti alla madre.

-Non so cosa succede...- singhiozzò disperata.

-Avanti dobbiamo cercarla, non piangere e vai a scuola, io chiamerò i genitori delle sue amiche.-

Haesol sembrò calmarsi un poco e asciugandosi le lacrime fece come aveva detto la madre.

Indossò solo le scarpe uscendo con il pigiama e continuò a chiamare la sorella.

Corse fino alla scuola superiore dove Haerin stava frequentando l'ultimo anno.

-Scusate avete visto Haerin?-

-Chi?-

-Mia sorella, Kim Haerin!-

-No mi spiace.-

-Non è venuta a scuola?-

Nè gli studenti nè i professori all'uscita dall'istituto sapevano nulla di lei, era come se nessuno l'avesse mai vista in quella scuola.

'Non può essere, questa è la sua scuola. Non può essere che nessuno la conosca.'

Le squillò nuovamente il cellulare in tasca.

-Haerin!- esclamò.

-No... sono mamma. Ho chiamato la scuola, sembra che Haerin oggi non sia andata a scuola. Torna a casa adesso.-

-Ma come posso tornare a casa senza di lei?-

-Troveremo un'altro modo.-

Passarono le ore, accompagnata dall'angoscia, Haesol e sua madre aspettarono al tavolo della cucina. Senza dirsi una parola, sforzandosi di non pensare al peggio.

-Chiamiamo la polizia?-

-È troppo presto, facciamo passare un paio d'ore potrebbe tornare.-

-Ma... se fosse in pericolo?-

-Haesol, dobbiamo pensare che stia bene. È una ragazza educata e responsabile.-

-Lo diciamo a papà?-

-Lo faremmo preoccupare inutilmente. Vedrai che tornerà.-

Quindi aspettarono ore e ore, finché finalmente, nel bel mezzo di un temporale scoppiato di lì a pochi minuti, non si aprì la porta di casa.

Haesol saltò su dalla sedia.

-Haerin...- mormorò. Fece per correrle incontro ad abbracciarla, ma per un attimo fu assalita dal terribile sospetto che quella non fosse sua sorella.

Anche se era il suo aspetto, non aveva nulla della Hearin solare che conosceva. Sembrava un fantasma.

-Haerin! Dove diamine sei stata?- intervenne la madre sfoderando subito la sua voce da rimprovero.

-Mamma... lasciala in pace. Non vedi che è sconvolta?-

-So come trattare le mie figlie. Ma non può tornarsene alle undici di sera bagnata fradicia senza avvertire. -

Agli occhi della madre, Haerin aveva disubbidito a delle semplici regole, era semplicemente una sbandata adolescenziale. Ma Haesol aveva capito che non si trattava solo di questo. Ad Haerin era successo qualcosa, qualcosa che non avrebbe mai avuto il coraggio di chiedere, per non sentirlo pronunciare dalle stesse labbra della sorella.

Haerin si accasciò sul proprio letto, con ancora i vestiti bagnati addosso.

-Sol...- sussurrò.

Era la prima parola che aveva pronunciato quella sera.

-Dimmi tutto.-

-Tu starai sempre dalla mia parte vero?-

-Haerin cosa dici? Certo. Sempre. Sei mia sorella, non potrei mai non stare dalla tua parte.-

-Sol... vorrei andare a vivere con papà ma so che la mamma rimarrebbe sola se ce ne andassimo entrambe.- ammise Haerin.

-Mmm. Perché vuoi andare da papà?-

-So che sei molto più legata a nostro padre che a nostra madre, e che quindi sarebbe giusto andassi tu da lui... però... forse ti sto chiedendo troppo.-

-Haerin... non è questo. Ma vuoi davvero che ci separiamo?-

-No, hai ragione...- concluse Haerin e si girò dall'altra parte come se non volesse più continuare il discorso.

Forse non dovrei essere così egoista... pensò Sol appoggiata contro la porta chiusa della camera di Haerin. In quel momento si disse che sarebbe stato meglio che stessero insieme poiché solo così avrebbe potuto proteggerla.

Ma si sbagliava.

Momento curiosità: *Ormai è chiaro: ho deciso di ambientare la storia a Busan, città natale di idol carinissimi come Jimin e Jungkook dei Bts oltre che essere quella di Lee Joon Gi, quel figo di quarto principe in Scarlet Heart Ryo

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Momento curiosità:
*Ormai è chiaro: ho deciso di ambientare la storia a Busan, città natale di idol carinissimi come Jimin e Jungkook dei Bts oltre che essere quella di Lee Joon Gi, quel figo di quarto principe in Scarlet Heart Ryo.
Tuttavia la scelta è stata mirata in quanto trovo sia una bellissima città che offre un sacco di attrazioni e spunti per avvenimenti nella trema ... e c'è il mare!! E la spiaggia!! E il mare!!!*

Blank. [Kai-Exo/Mino-Winner]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora