Capitolo cinque

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Ho paura. Temo di aprire gli occhi un bel mattino e riscoprirmi una persona diversa. Di guardarmi allo specchio e di non riuscire più a riconoscermi. Certo, ci sono cose di me che vorrei cambiare, cose che non ammiro, comportamenti che mi piacerebbe saper evitare e scelte sbagliate che vorrei cancellare, eppure essere me stessa è l'unica cosa che mi rincuora. Perché Haerin non è più la stessa. Alla ragazza di sempre se ne alterna un'altra che non riesco a capire, che non conosco e che mi fa paura. Non voglio perdere anche me stessa. Cosa devo fare?

Haesol si svegliò di soprassalto, con la netta sensazione di aver smarrito qualcosa di fondamentale. Notò che la sera prima aveva dimenticato di chiudere le serrande ed ora la luce mattutina del sole inondava la stanza.
Si stropicciò gli occhi assonnata, in seguito si alzò pesantemente dal letto trascinandosi fuori dalla propria camera per andare a bussare in quella di fronte.
Nessuna risposta. Bussò nuovamente e nemmeno questa volta ricevette risposta, così abbassò con delicatezza la maniglia e si intrufolò nella camera da letto di Haerin.
Temeva di non vederla dormire nel letto, temeva di trovare una stanza vuota e buia, priva di qualsiasi forma di vita.
Ma con suo sollievo, ecco il viso addormentato della sorella che faceva capolino da sotto le coperte. Era pallida come una perla e sembrava un angelo dormiente. Anche il suo respiro era lieve e soffice. I capelli tinti di biondo chiaro sembravano fili di cotone sparpagliati sul cuscino in modo disordinato, e la sua piccola mano spuntava dal lenzuolo stretto nel suo pugno.
-Haerin!- esclamò la ragazza avvicinandosi.
-Haerin svegliati.-
L'altra emise un debole mugugno.
-Mmm...-
Haesol le scosse un poco la spalla.
-Sol... ma che ore sono?-
Giusto, che ore erano?
-Sono ancora le sei...- mormorò lanciando un'occhiata all'orologio sul comodino.
-Non me ne ero accorta.- ammise Haesol.
Stringendo la mano della sorella capì di essere andata nel panico per nulla.
-Haerin... posso dormire con te?-
L'altra rispose alzando il lenzuolo per permetterle di entrare nel proprio letto. Haesol si accucciò accanto alla sorella e così si riaddormentò senza lasciare la sua mano.
'Chi lo avrebbe mai detto che un giorno sarei venuta io da lei per farmi tenere la mano mentre dormo. Chissà se anche lei fa così perché teme di non ritrovarmi al mattino.' Pensò prima di riaddormentarsi.

Quand'erano piccole non erano così unite come ora. Allora abitavano ancora con entrambi i genitori. Il papà si era risposato con la loro mamma dopo essere rimasto vedono, portando in famiglia il suo primogenito. Adesso Sehun, il loro fratellastro, viveva in Giappone con il padre. Quand'erano piccoli Haesol giocava sempre con Sehun, avevano due anni di differenza e lei era praticamente un maschiaccio. Haerin invece aveva paura persino della sua stessa ombra e per questo se ne stava per i fatti suoi a giocare con le bambole.
Dopo il divorzio dei genitori, le sue bambine di avvicinarono moltissimo, e grazie a questo avevano superato la separazione, fino a diventare inseparabili.

Haerin era riuscita ad attaccar bottone con Kai. In realtà aveva raggiunto la porta d'ingresso dei vicini con la scusa di chiedere un po' di zucchero, ma aveva pensato di trovarsi davanti la madre, invece con sua sorpresa, le aprì Kai.
-Ciao! Sono Kim Haerin, la tua vicina, ti ricordi di me?-
-Ma certo che ricordo, giocavamo insieme da piccoli ad arrampicarci sugli alberi, giusto?- rispose come se ho fosse balenato un bel ricordo in mente.
-Veramente quella era mia sorella...-
-Ah sì certo, tu sei la sorella minore. Come stai? Mi dispiace per averti rotto quella bambola...-
-Quale bambola?-
-No nessuna!- sorrise Kai gentilmente.
-Se non ricordi è meglio così.-
-Mmm. Devo aver rimosso questo brutto ricordo. Adoravo le mie bambole...- rifletté la ragazza passando in rassegna tutte le bambole che aveva avuto cercando di ricordare quale le avesse potuto rompere da bambini.
-Non ci siamo più parlati da allora, pensavo ce l'avessi ancora oggi con me.-
Haerin scosse la testa.
-Non ricordo nemmeno. Non preoccuparti. Ah senti, sto facendo del tè verde freddo ma non ho zucchero, se ne hai un po' da prestarmi potresti venire da noi per bere un bicchiere.-
-Non so se...-
-Tranquillo! Sei il benvenuto!-
Haerin aveva un sorriso contagioso che convinse Kai.
-Va bene entra dentro mentre prendo lo zucchero.-
Haerin fece come aveva detto. La casa dei vicini era bellissima, sembrava una di quelle case antiche con mobili di legno vero, levigato e verniciato che profumava di fiori e di spezie. Vi erano soprammobili di ogni epoca un po' ovunque ma quello che attirò di più l'attenzione di Haerin fu la riproduzione del palazzo Manwoldae.
-Incredibile! Sembra vero!-
-Mh? Ah sì.- parlò Kai tornando con lo zucchero in mano.
-È il Manwoldae, il palazzo di re Taejo.-
-È bellissimo! Chissà dal vero com'è.-
-Purtroppo andò distrutto nel 1945, e comunque si troverebbe in Corea del Nord.-
-Ah... capisco.- commentò la ragazza delusa.

Haesol per poco non cadde dalle scale quando vide entrare Kai.
Doveva solo parlarci e invece l'aveva invitato in casa. Haesol fece per svignarsela di sopra prima che la vedessero, ma Haerin la notò subito.
-Ecco Sol!-
Kai alzò lo sguardo. Haesol lo fissò paonazza.
'Avanti dì qualcosa! Non fare l'ebete!' Si ripeteva, ma non riusciva ad emettere nessun suono.
-Ciao. Scusa l'intrusione.-
Kai aveva una bella voce, e un bel sorriso è quasi Haesol si sciolse per le scale come un ghiacciolo.
Alla fine le venne solo fuori un ridicolo sorriso tremolante.
Kai venne accompagnato in salotto da Haerin, mentre Haesol si malediceva appoggiando la testa sconsolata sul corrimano della scala.
Poco dopo si costrinse ad andare in salotto. Fortuna che la mamma era a lavoro.
Kai si era offerto di aiutare Haerin e se ne stavano entrambi in cucina preparando tre bicchieri di tè verde. Kai versò lo zucchero agitando con cura per farlo sciogliere.
Si sedettero tutti e tre sul divano e Haesol notò con ammirazione come Haerin era in grado di non far sentire nessuno in imbarazzo, aveva magicamente riaperto una porta verso Kai. Parlando dell'infanzia i tre ragazzi si erano messi a ragionare sul motivo per cui non avevano continuato ad essere amici.
-Quindi vai all'università? Anche Haesol.-
-Ah si? Quale frequenti?-
-La PNU... e tu?-
-Anch'io, strano non ti ho mai vista.-
Haesol non poteva dire lo stesso ma tacque.
Chiacchierarono vivacemente finché Kai non dovette andare via.
-Torna a trovarci eh.-
-Grazie per il tè.- sorrise lui alla porta.
Haesol rimase timidamente in disparte.
Vide Kai fare due passi in avanti poi girarsi verso Haerin ed esitare.
Sorrise. Uno di quei sorrisi che durano un secondo soltanto, quelli che continuano con gli occhi, stretti in due fessure, felici. Un soffio di vento giocò tra i suoi capelli ed Haesol rimase incantata anche se quel sorriso non era per lei.

Era come se Haerin ci avesse collegati inevitabilmente attraverso sé. Anche se lo sguardo di Kai sembrava essere stato rapito da lei, da quel giorno non sarebbe più uscito dalla nostra vita.

 Anche se lo sguardo di Kai sembrava essere stato rapito da lei, da quel giorno non sarebbe più uscito dalla nostra vita

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*momento curiosità*
Quello verde è un tipo di te che offre davvero tantissimi benefici per il corpo. Tra le varie bevande analcoliche credo sia la più consumata in oriente. Esistono svariati tipi di tè e di tè verde.
In coreano il tè verde si dice Nokcha. È una parola troppo carina **

Blank. [Kai-Exo/Mino-Winner]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora