Capitolo 3

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Così disse il ferro
Alla calamita:
Ti odio perchè mi attiri,
Ma non sai trattenermi.

"Devono venire per forza?"

"Ti ho già detto di sì quindi sbrigati a sistemare il salotto"

Grandioso.

"Ma perché devo sistemare se poi distruggete tutto?"

"Shhh meno domande e più lavoro"

"Ma lo sai che questo è sfruttamento?"

Sbuffando mi alzai dal divano e finì di riordinare senza smettere di imprecare contro mio fratello. Una volta terminato di aiutare il numero 8 della Juventus, mi diressi in camera mia per iniziare ad aggiustare lo skate. I ragazzi sarebbero arrivati a momenti e poi avrebbero guardato insieme qualche partita e giocato a FIFA; con una scusa banale mi ero rifugiata in camera: dovevo aggiustare il mio unico mezzo di trasporto, dato che l'indomani sarei dovuta andare in accademia e Claudio non poteva accompagnarmi.

Sentì delle voci provenire dal soggiorno e dedussi, quindi, che fossero arrivati.

Legai i miei lunghi capelli biondo scuro in una treccia disordinata, feci partire lo stereo, mi sedetti per terra e mi misi al lavoro: innanzitutto controllai che le ruote posteriori fossero a posto, poi passai al truck anteriore completamente distrutto.

°°°

"Wendy run away with me, I know I sound crazy, don't you see what you do to me"

Era passata più di un'ora da quando avevo iniziato a lavorare e stavo cercando di aggiustare le ruote anteriori ma con scarsi risultati.

"I want be your lost boy; last chance" 

Mi alzai dal pavimento, senza smettere di cantare, e mi voltai per prendere il cacciavite che avevo lasciato sulla scrivania.

"Cazzo!! Ma che ci fai qui?"

Sobbalzai e mi portai una mano sul cuore quando di fronte a me trovai Paulo che ridacchiava per la mia reazione.

Ma cosa ride? Ho preso un infarto!

"Scusami non volevo spaventarti: sono venuto a vedere come procede il lavoro, ho bussato ma non hai sentito e ho deciso di entrare lo stesso" non aveva smesso di sorridere per un secondo da quando aveva iniziato a parlare e dovetti ammettere che il suo sorriso era stupendo.

Anche i suoi occhi sono magnifici.

"Tuo fratello ha detto che stai aggiustando lo skate" gli passai a fianco per prendere ciò che mi serviva per poi tornare a lavorare: "Già" risposi solamente

"Hai una bella voce comunque" rise prendendomi in giro

"Divertente - cercai di fare pressione sul truck in modo tale da riuscire a staccarlo ma non ci riuscì - merda!" imprecai ad alta voce

Ci rinuncio

"Se vuoi ti posso aiutare" si offrì l'argentino

"Ti perderai la festa al piano di sotto" sciolsi quel poco che restava della mia treccia.

"Preferisco stare qui con te" rispose sinceramente

Dopo aver sentito queste parole, le mie guance arrossirono lievemente facendo ridacchiare Paulo

E ride..ancora..

"Faccio io"

Posò le sue mani sui miei fianchi e delicatamente mi spostò: sentì la pelle bruciare sotto il suo tocco, tossì leggermente cercando di riprendermi; osservai attentamente ciò che faceva: era molto concentrato e determinato.

Ventun volte teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora