Capitolo 27

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Vivimi senza paura
Che sia una vita
O solo un'ora

Mi portai una mano tra i capelli, mentre mi muovevo avanti ed indietro per tutta la camera cercando di calmarmi. Mi fermai davanti allo specchio per guardarmi un'ultima volta, controllando così che tutto fosse in ordine.

"Andrai benissimo" mi voltai verso Claudio, il quale era appoggiato allo stipite della porta, intento a fissarmi con un piccolo sorriso.

"Ho paura!" mi torturai le mani per l'agitazione, mentre mio fratello mi si avvicinò lasciandomi un bacio tra i capelli

"Devi rimanere calma" mi consigliò, ma in quel momento il suggerimento mi sembrava così difficile da seguire

"I ragazzi sono arrivati, quando sei pronta vieni di sotto" detto questo Claudio lasciò la stanza, lasciandomi da sola con la mia preoccupazione e la mia agitazione.

Chiusi gli occhi per qualche secondo prendendo un lungo respiro per concentrarmi e rilassarmi; presi lo zaino e il mio borsone per poi dirigermi verso le scale.

Con non poca difficoltà scesi gradino per gradino cercando di non cadere a causa dell'enorme peso che stavo portando, per fortuna Paulo, vedendomi in difficoltà, mi raggiunse velocemente afferrando il borsone

"Ma che ci hai messo dentro? Pesa tantissimo" con la mano libera afferrò la mia e si diresse in giardino verso la macchina, dove i ragazzi mi stavano aspettando.

"Scricciolo fai vedere a tutti chi sei!" Federico mi abbracciò forte a se, seguito da Juan e da Gonzalo, mentre Dybala e mio fratello sistemavano la mia roba nel bagagliaio

"Sarà fatto biondo" gli promisi sorridendo

"Buona fortuna nanerottola" ringraziai velocemente il colombiano, lasciandogli un bacio sulla guancia.

"Sei pronta?" mi chiese Claudio mentre saliva in macchina, seguito da me e da Paulo: "Si andiamo" mi sistemai nei sedili posteriori per poi salutare i miei tre amici rimasti davanti casa mia.

Per tutto il tragitto non feci altro che muovere freneticamente il piede, segno di nervosismo, attirando così l'attenzione della Joya: "Stai tranquilla piccola" allungò la mano posizionandola sul mio ginocchio e accarezzandomi la gamba, trasmettendomi una calma e una serenità disumana. Il dolce tocco durò poco in quanto Paulo si allontanò da me per rispondere ad un messaggio arrivatogli.

"Tutto bene?" piegai leggermente la testa quando vidi i suoi occhi rattristarsi di fronte il testo del messaggio

"Si certo" alzò lo sguardo verso di me mentendomi con un sorriso finto; gli afferrai la mano stringendola forte, facendo si che sul suo volto si dipingesse un vero sorriso.

"E' questo il teatro?" Claudio mi chiese conferma, non essendo mai venuto qui. Annuì per poi scendere seguito dai due calciatori.

Per prima cosa abbracciai mio fratello, il quale mi sollevò e mi accarezzò dolcemente i capelli: "Spacca tutto" mi sussurrò all'orecchio, mentre io annuì per poi sciogliere l'abbraccio e dedicando, così, tutta la mia attenzione al mio ragazzo, che nel frattempo si era premurato di prendermi lo zaino e il borsone dal bagagliaio.

"Grazie" feci per prenderli, ma lui mi porse solo lo zaino: "Te lo porto io" gli sorrisi per ringraziarlo

"Buona partita fratellone" lo salutai per poi avvicinarmi all'ingresso del teatro accompagnata da Paulo, il quale mi seguì in silenzio un po' spaesato dall'ambiente poco familiare per lui.

Appena entrai rimasi meravigliata dall'immenso palco dinanzi a me, che non fece altro che farmi aumentare l'ansia. La Joya, notandolo, mi strinse la mano incitandomi a continuare.

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