Capitolo 10

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E tutte le volte che
mi tenevi per mano
avevo la certezza che
il mondo fosse un bel posto

"Io vado dai ragazzi, ti aspetto dentro" mi sussurrò all'orecchio Claudio

"No Cla aspettami! Cla!" cercai di richiamarlo senza farmi accorgere dagli altri invitati

Eravamo appena arrivati ad una cena organizzata dalla società della Juventus e Claudio mi aveva già abbandonata.

Io odio queste cene: non mi sento all'altezza e non so mai come comportarmi.

"Veronica! Sei cresciuta tantissimo dall'ultima volta che ti ho vista, come stai?" la mia attenzione venne catturata dall'arrivo di Pavel Nedved; cercando di controllare l'ansia che cresceva dentro di me, iniziai a conversare con lui e la sua famiglia.

"E' meglio se andiamo: la cena sta per iniziare" annuì sorridente per poi salutarli cordialmente.

Mi avvicinai all'ingresso per poi fermarmi davanti ad una finestra che mi permetteva di specchiarmi: i miei amati jeans neri fasciavano le mie gambe mentre indossavo una camicia bianca annodata in vita, gli eleganti tacchi mi regalavano pochi centimetri di altezza; i capelli, caratterizzati da boccoli naturali, mi coprivano la schiena fino alla vita e due semplici orecchini a cerchio mi illuminavano il volto.

Presi un respiro profondo e lentamente entrai nella sala, dove con attenzione iniziai a cercare il tavolo in cui mi sarei dovuta sedere: mi voltai verso sinistra e trovai i ragazzi intenti a parlare animatamente tra di loro, li raggiunsi velocemente per poi sedermi all'unico posto rimanente tra Josepha e Juan, che a quanto a pare mi avevano tenuto riservato.

"Grazie per avermi aspettato fratellone" rimproverai con sarcasmo Claudio, seduto poco distante da me.

"Ciao piccola" alzai lo sguardo davanti a me trovando Paulo intento ad osservarmi con meraviglia; aprì leggermente la bocca ipnotizzata dalla sua bellezza: una camicia blu fasciava stupendamente il suo corpo mentre il ciuffo dei capelli era stato perfettamente sistemato.

"Argentino" sorrisi salutandolo.

Il legame creatosi dai nostri sguardi venne interrotto dal discorso di Massimiliano Allegri, alzatosi in piedi affinché tutti potessero vederlo meglio.

Non ascoltai nessuna parola del suo discorso poiché troppo intenta a giocare con le mie dita sotto il tavolo.

Venni risvegliata dall'applauso degli invitati che successivamente si affrettarono a mangiare.

"Cosa?" domandai spaesata a Juan dato che mi stava sventolando una mano davanti agli occhi

"Ma mi ascolti? Ti ho chiesto di passarmi l'insalata" mi allungai per afferrare l'insalata e passargliela con poca delicatezza.

"Grazie nanerottola" gli tirai un pugno sul braccio rimproverandolo: "Smettila di chiamarmi così Cuadrado!" il colombiano rise sotto i baffi.

"Come procede all'accademia?" mi domandò interessato Federico, seduto in parte a Dybala.

"Lunedì ho un'audizione" risposi abbastanza nervosamente mentre Josepha si aggiunse alla conversazione: "Che tipo di audizione?"

Mi sistemai meglio sulla sedia e iniziai a spiegare ai ragazzi, i quali ascoltavano attentamente: "L'accademia organizza uno spettacolo e deve scegliere i migliori ballerini, quindi fanno delle audizioni. Inoltre durante lo spettacolo saranno presenti numerosi rappresentanti di varie compagnie di ballo" Mario stava per parlare ma io lo precedetti intuendo la sua domanda: "Si sono terrorizzata"

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