Se c'era una cosa che Clarke Griffin detestava era essere sminuita nel suo lavoro come stava facendo quel cadetto insolente. Non si sarebbe mai messa a giocare con la vita delle persone e mai avrebbe eseguito mansioni mediche, che non era in grado di svolgere. Quel ragazzo la stava squadrando come se fosse la solita ragazzina privilegiata e forse in parte aveva ragione. Ma al privilegio di una buona formazione, Clarke aveva aggiunto impegno e sudore.
"Posso sempre fingere di non averti visto e lasciarti morire dissanguato. Oppure potresti rivolgerti a Mandy" consigliò indicando una timida tirocinante che stava torturando le vene di una malcapitata paziente con un ago. "O forse dovresti permettere a me di aiutarti. Hai la possibilità di scegliere" proseguì Clarke, mentre Bellamy tratteneva il respiro osservando come la povera donna soffriva tra le mani di Mandy.
"Va bene. Mi farò curare da te, Principessa" sospirò il giovane. Clarke sorrise in maniera provocatoria. "Starei molto attenta ai nomignoli che usi, fossi in te. Quando ho in mano un ago e del filo per la sutura e sto per usarli sul tuo braccio, almeno."
Bellamy sospirò e lasciò che la ragazza gli ricucisse la ferita. Doveva ammettere che Clarke aveva una buona mano e che sentiva meno dolore di quello che avrebbe pensato, date le circostanze.
"Non dovrebbero farvi giocare con le armi. Non sono giocattoli." sospirò la giovane mentre gli bendava la ferita.
"Non stiamo giocando." rispose lui, con uno sguardo pieno di disprezzo. Quella ragazzina viziata della Fenice non sapeva cosa significasse per un giovane della Walden ottenere il posto di guardia e quanto fosse costato a sua madre, fargli avere quella possibilità.
Clarke osservò il ragazzo negli occhi e cercò di essere meno aggressiva.
"So benissimo che per molti sull'Arca entrare nel corpo di Guardia è fondamentale per la sopravvivenza. Il problema è che tutti dovremmo avere la possibilità di vivere degnamente e non di limitarci a sopravvivere." sospirò.
"Per alcuni è più facile che per altri" commentò Bellamy, addolcendosi un poco. Infondo quella ragazza era meno sciocca di quello che pensasse, e aveva quasi la stessa età di Octavia. Non era certo colpa sua se la vita sull'Arca era una schifezza. Clarke Griffin sembrava intelligente e meno snob del previsto.
In quel momento in infermeria entrò Wells Jaha, il figlio del Cancelliere e si precipitò da Clarke, rivolgendo a Bellamy un breve cenno di saluto.
"Clarke" disse "Ho saputo che io e mio padre siamo stati invitati a cena da voi, questa sera. Ho pensato che potrei venire prima a casa tua e studiare con te." lo sguardo del figlio del Cancelliere era pieno di adorazione per la Principessa. Per un momento Bellamy aveva pensato che lui e quella ragazza bionda avrebbero potuto trovare un terreno comune, ma si rese conto che mentre Clarke era destinata a frequentare la famiglia del Cancelliere, lui era costretto a nascondere sua sorella sotto il pavimento durante le ispezioni. Le belle parole di Clarke sull'uguaglianza e sulla vita dignitosa erano solo quello: belle parole.
Clarke sorrise a Wells e accettò di studiare con lui. Bellamy si sentì totalmente tagliato fuori da quei discorsi e da quel mondo in cui vivevano la Griffin e Jaha. La Fenice non era la sua casa del resto. Clarke tornò a concentrarsi sul suo paziente mentre Wells lasciava l'ambulatorio.
"Domani dovrai venire qui per la medicazione. Guarirai in pochi giorni e potremo toglierti i punti. Sei stato davvero fortunato, poteva andarti peggio. Fai attenzione la prossima volta che terrai tra le mani un coltello." disse rivolta a Bellamy.
Lui borbottò un ringraziamento e un saluto e poi lasciò la stanza.
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The 100. Il coraggio di una principessa. (Bellarke)
FanfikceE se Bellamy e Clarke si fossero conosciuti prima di sbarcare sulla Terra, quando ancora vivevano sull'Arca? E se il coraggio e la determinazione di lei fossero serviti a far crollare tutti i pregiudizi del giovane Blake? La storia della ragazza ri...