Bellamy chiuse la porta dell'appartamento che divideva con la sua famiglia, e immediatamente fu accolto da un caldo abbraccio. Era sua sorella Octavia. Non appena la giovane vide il braccio fasciato del fratello, iniziò a preoccuparsi.
"Stai tranquilla. Si tratta solo di un graffio. Sono stato al Centro Medico e mi hanno messo qualche punto. Per qualche giorno non dovrò nemmeno presentarmi al lavoro. Sono stato fortunato, no?" Octavia non rispose ed invitò il fratello a sedersi accanto a lei, mentre la giovane rammendava i pantaloni di un cliente della loro madre.
"Potresti raccontarmi qualcosa di questo Centro Medico?" chiese supplicante Octavia, che non aveva mai potuto mettere un piede fuori dal loro minuscolo alloggio.
"Un posto bianco e con un perenne odore di disinfettante e malattia. Ci sono parecchi corridoi e alcuni reparti. Io sono stato in infermeria. Mi ha curato una ragazza. Una privilegiata della Fenice." spiegò Bellamy.
"Non essere avaro di parole. Descrivimi questa ragazza." lo supplicò la Blake.
"Era semplicemente Clarke Griffin" rispose lui per togliere importanza a quanto accaduto. Tutti conoscevano quella ragazza sull'Arca. Era la figlia del Consigliere Griffin. Ma Octavia non aveva mai potuto posare un piede fuori dalla loro casa e per il resto dell'Arca, la giovane non esisteva, non era mai nata. Sua sorella non conosceva Clarke, non aveva mai avuto la possibilità di vederla.
"Clarke è la figlia di un consigliere. Sembra la principessa delle favole che ci raccontava la mamma. Bionda con gli occhi azzurri, indossa sempre dei maglioncini che piacciono tanto a voi ragazze e un giorno diventerà persona importante sull'Arca , come i suoi genitori. Di sicuro sarà un bravo medico." concluse Bellamy, sorridendo ad Octavia.
"Da come ne parli sembra che questa ragazza ti piaccia." gli fece notare Octavia.
"Non essere sciocca, O. Ti sto parlando di lei perché me lo hai chiesto. Inoltre non devi dimenticare mai che sull'Arca è praticamente impossibile che due persone che appartengono a mondi diversi, riescano a diventare amiche. Non esiste amicizia tra la Walden e la Fenice.
Octavia sospirò. Le sarebbe piaciuto molto avere degli amici ma la vita era stata ingiusta con lei.
Una delle leggi sull'Arca era quella che vietava agli abitanti di avere più di un figlio. L'aria era poca e non poteva bastare per tutti. Le nascite quindi andavano limitate. I trasgressori sarebbero stati puniti con la morte. Octavia e sua madre rischiavano la condanna a morte, che consisteva nell'essere espulse dalla nave, se la nascita di Octavia fosse stata scoperta da qualcuno. Ogni volta che vi era una ispezione negli alloggi, sua madre riusciva a saperlo in anticipo e Octavia poteva nascondersi sotto il pavimento. Bellamy si era sempre chiesto come sua madre potesse essere sempre informata sull'orario delle ispezioni. In seguito comprese che il metodo era lo stesso che aveva utilizzato per farlo diventare un cadetto: concedersi al Capo delle guardie. Lui viveva una vita che Clarke Griffin non avrebbe mai potuto comprendere. Di sicuro quella giovane non sapeva nemmeno il suo nome.
Clarke e Wells stavano studiando competenze terrestri nella stanza di lei. La camera di Clarke era ordinata. Accanto ad un muro vi era una brandina dalle lenzuola rosa e pulite, una scrivania piena di tazze contenenti i colori e le matite. I libri erano ordinatamente riposti sulla scrivania e all'interno della libreria. Ma a sorprendere Wells erano sempre state le pareti. Non erano dello stesso colore metallico e consumato della navicella, come tutte le altre sull'Arca. Clarke vi aveva disegnato la Terra. Il mare, i fiumi, le montagne, gli animali e i pesci adornavano la stanza e la rendevano allegra e piena di vita. Wells sapeva che Clarke avrebbe tanto voluto scendere sulla Terra.
Quando finirono di ripassare i mille modi per accedere un fuoco sulla Terra, per l'interrogazione di Competenze Terrestri del giorno dopo, Wells le domandò dello strano tipo che lei stava medicando in infermeria qualche ora prima.
"Era un cadetto. Credo che fosse uno degli abitanti della Walden. Prima del tuo arrivo ero riuscita a vincere un po' della sua diffidenza. Non voleva farsi visitare da me." gli spiegò sorridendo mentre riponeva il libro dentro una borsa.
"Questa mattina ti ha fulminata con lo sguardo. Potrebbe essere pericoloso." si preoccupò Wells, che forse iniziava ad essere geloso.
"Credo che sull'Arca ci siano troppe diseguaglianze , Wells. Non sto criticando l'operato di tuo padre. Jaha è un ottimo consigliere, però credo che in futuro le cose dovranno cambiare. Mi prometti che quando sarai consigliere, cercherai di rendere questo posto più giusto? Mi giuri che farai in modo che tutti abbiano accesso alle stesse possibilità di realizzare i propri sogni? Bisogna vivere e non sopravvivere." Clarke concluse il suo discorso con le guance arrossate per la foga.
"Lo farò ma tu dovrai aiutarmi." promise lui, prendendole la mano. La giovane annuì.
Dopo aver cenato Bellamy si sedette sulla sua brandina e iniziò a leggere l' Iliade. Sua madre gli aveva sempre raccontato le antiche storie greche e romane e dopo molti sacrifici, era riuscito a procurarsi quel libro allo spaccio. Mentre osservava la mamma e la sorella cucire, iniziò a domandarsi cosa facessero la sera le persone sulla Fenice.
Il passatempo delle famiglie ricche sulla Fenice era guardare in televisione i video di vecchie trasmissioni terrestri, andate in onda anni prima. Clarke amava vedere vecchie serie televisive, anche se ormai le conosceva a memoria. La ragazza era solita guardare con il padre partire di calcio di un secolo prima, anche se ormai conosceva il risultato. Quella sera Wells e il Cancelliere si unirono ai Griffin e ammirarono una partita disputata quasi cento anni prima. Clarke e suo padre si domandarono come quei due, destinati a guidare la popolazione dell'Arca, non riuscissero a comprendere che il risultato di quella partita, non poteva essere modificato. Mentre suo padre Jake, il Cancelliere e Wells litigavano per un punteggio che ormai sarebbe rimasto sempre lo stesso, Clarke si ritrovò a pensare a Bellamy. Dubitava che il ragazzo potesse guardare le partite in televisione sulla Walden.
"Chissà se sentirà dolore al braccio." si domandò. Bellamy si sbagliava: Clarke ricordava benissimo il suo nome. Lo aveva letto sulla cartella clinica e non aveva smesso di pensare a lui e alla sua salute, per un solo instante. Anche se non voleva ammetterlo nemmeno con se stessa.
Il pomeriggio seguente Bellamy Blake si recò all'infermeria della Fenice e rimase profondamente deluso. Clarke non c'era e sarebbe stata Mandy, la tirocinante negata per la medicina. Se Clarke aveva le mani delicate e riusciva ad alleviare le sofferenze dei pazienti, la sua collega era l'opposto: farsi medicare da lei fu una tortura. Cercò di fare finta di nulla perché la ragazza si impegnava molto, ma quando la ferita venne nuovamente fasciata, Blake si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
"Sai per caso dove si trova Clarke Griffin?" domandò, fingendo di domandare per pura curiosità, e non per un vero interesse.
"Oggi è in Pediatria. Sta raccontando le favole ai piccoli. Quella ragazza ci sa fare con i bambini" rispose Mandy.
Bellamy non sapeva spiegarsi il motivo ma decise di recarsi in Pediatria, senza ovviamente dare nell'occhio.
E fu allora che vide il lato più dolce di Clarke. Era seduta su di una sedia al centro di una enorme stanza ed era circondata da piccoli pazienti. Alcuni erano in piedi, altri seduti su sedie a rotelle, alcuni su brandine. Ascoltavano la storia di Achille e degli altri eroi che avevano combattuto la guerra di Troia. A Bellamy ricordò sua madre. In quel momento la Principessa gli sembrò talmente umana, da farlo pentire di tutte le prese in giro e gli sguardi d'odio che le aveva riservato. Clarke era una persona buona, giusta, intelligente che pensava al bene degli altri. Lo aveva dimostrato prendendosi cura di lui dopo che era stato sgarbato con lei, il giorno prima. Forse quando la ragazza parlava di uguaglianza e di una vita dignitosa, non lo faceva tanto per dire. Non erano solo parole. Clarke si accorse della sua presenza accanto alla porta. Il modo in cui con lo sguardo lo invitò ad entrare, fece aumentare il battito del cuore del ragazzo, che si diede dello stupido.
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The 100. Il coraggio di una principessa. (Bellarke)
Fiksi PenggemarE se Bellamy e Clarke si fossero conosciuti prima di sbarcare sulla Terra, quando ancora vivevano sull'Arca? E se il coraggio e la determinazione di lei fossero serviti a far crollare tutti i pregiudizi del giovane Blake? La storia della ragazza ri...