Cap 4. La sala degli scacchi.

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Bellamy si avvicinò a Clarke, quando la ragazza finì la sua narrazione ai piccoli pazienti, che sembravano estasiati.

"Noto con piacere che adori la storia della Guerra di Troia." Clarke sorrise al cadetto. 

"Mia madre mi raccontava le storie degli Antichi Greci e Romani. Solo recentemente sono riuscito a comprare una vecchia edizione dell'Iliade allo spaccio." rispose lui osservandola con interesse. Era raro poter parlare con qualcuno della sua passione per la letteratura antica.

"Non potresti andare in biblioteca?" domandò.

"A noi della Walden non è concesso prendere i libri in prestito e non ho tempo per consultarli in biblioteca." sospirò Bellamy. 

"Ho la soluzione. Potrei prenderli in prestito a mio nome e poi passarteli. Mi fido di te e sono cerca che non mi metterai nei guai."sorrise Clarke. 

"Sei molto gentile." Bellamy ricambiò il sorriso, pentendosi di averla giudicata tanto male. 

"Ho finito il turno ed andrò in biblioteca per studiare insieme a Wells. Posso prendere il libro. Te lo consegnerò domani pomeriggio. Wells ed io andremo alla sala degli scacchi verso le cinque. Sarò lì con qualcosa che di sicuro ti piacerà molto." il sorriso di Clarke lo lasciva senza fiato. 

"Grazie Principessa." mormorò pieno di imbarazzo. 

"Oppure posso aspettarti sul corridoio. Potrai fulminarmi con lo sguardo ancora una volta." il tono di Clarke non era arrabbiato e Bellamy si rilassò. 

"Preferisco vederti nella sala degli scacchi." le rispose.

"Come va il tuo braccio?" gli domandò lei, ricordando il motivo per il quale il giovane si trovava all'ospedale. 

" Sto meglio solo che la medicazione è stata un vero calvario." le sorrise di nuovo. Perché non faceva altro che sorridere? Sembrava un babbeo. 

"La mia collega fa fatica a controllare le sue emozioni e quando è nervosa, ha la mano pesante"spiegò lei con comprensione. 

"Ti prego, la prossima volta vorrei che ci fossi tu, Principessa. Per essere una della Fenice, hai la mano leggera." la supplicò lui con l'ennesimo sorriso stampato sulle labbra. 

Ma dopo aver guardato con attenzione l'orologio, Clarke fuggì via. Doveva correre in biblioteca. Wells la stava  aspettando. 

Anche Bellamy aveva un impegno: voleva passare la sua convalescenza accanto alla sorella Octavia, che era sempre così sola. Forse avrebbe gradito anche lei il libro che Clarke avrebbe preso per loro. 

Wells e Clarke erano seduti ad uno dei tavoli della biblioteca e prendevano appunti in silenzio: ingegneria aerospaziale non era una materia semplice. 

Il figlio del Cancelliere ruppe il silenzio. "Clarke, non capisco perché tu abbia fatto una cosa del genere" le domandò. 

"Che cosa ho fatto?" sussurrò lei.

"Hai preso un libro per quel Bellamy Blake." rispose lui cercando di abbassare il tono irato della propria voce, per non disturbare gli altri studenti e lettori.

"Mi fido di lui" sospirò Clarke.

"Se dovesse perderlo o rovinarlo finiresti nei guai. Sai che il furto e il danneggiamento di un libro proprietà dell'Arca è punibile con una multa e che finirà sulla tua scheda scolastica. Avresti molte difficoltà  per segnarti ad una Università. La tua carriera potrebbe anche finire prima di essere iniziata." la riprese Wells, elencandole tutti i rischi che lei già sapeva di correre.

The 100. Il coraggio di una principessa. (Bellarke)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora