Capitolo 4

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Cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno.

-Fabrizio De André-

«Bene, non è stato facile trovare gli scorpioni ma per fortuna a Smile è venuto in mente di un suo conoscente che adora trovare e dare via questo tipo di animali. Il baule è di dimensioni medie, il nostro uomo ci può star dentro ma, per sicurezza, ti consiglierei di legargli polsi e caviglie con una corda...ah e abbiamo anche deciso di prestarti un nostro lucchetto per chiudere il baule. Pronta a sopportare le grida dell'inferno?», finisce Demon con il solito sorrisetto omicida.«Dato che ormai credo che ti dovrò accettare in famiglia...spiegami che hai intenzione di fare. Non ho mai visto usare, almeno non qui dentro, degli animali per uccidere». È la prima volta che Psycho mi rivolge la parola senza insultarmi o tentare di picchiarmi. Devo fare una buona impressione. «Ho sempre avuto una passione per gli animali "feroci" o comunque rischiosi da incontrare e ho ragionato su quali fanno soffrire di più ed ho pensato allo scorpione giallo. Uno da solo non ti uccide, ti blocca i muscoli e, a volte, riesce a mandarti in coma mentre riesce ad uccidere solamente persone allergiche, anziani e bambini. Quindi ho pensato che con più di uno aumenta la possibilità di morte...», dopo aver concluso il discorso alzo lo sguardo dalla teca che contiene gli animali e noto sul loro volto un sorriso d'approvazione, «Bene, ottimo, molta sofferenza nella bocca dell'inferno oggi. Smile, portalo». Il ragazzo dai capelli rossi si presenta poco dopo tenendo un uomo sulla cinquantina, i capelli color marrone chiaro, gli occhi pieni di paura, le labbra strette in una linea, il corpo massiccio scosso da tremiti. Perché devo essere io a mettere fine alla sua vita? Perché non è scappato quando era ancora in tempo?.

«Perfetto. Oh le presentazioni... cara, lui è un ladro. Smile lo ha salvato quando stava per rapinare la seconda banca della sua carriera, e lei...»disse rivolgendosi all'uomo, «è per te come Caronte per i morti... ti traghetterà dritto all'inferno. Buon viaggio».

Fanno accomodare il ladro all'interno del baule e gli legano mani e piedi con la solita corda tagliente poi mi passano la scatola contenente gli scorpioni. Mentre tiro fuori il primo, stando attenta a non farmi pungere, rivolgo un ultimo sguardo all'uomo che sto per uccidere e vedo i suoi occhi pregarmi di non farlo, ha troppa paura per aprire quelle labbra serrate, anche solo per emettere un gemito di orrore. Butto gli animali uno alla volta sopra il ladro, poi, mentre sto per chiudere il baule, mi sento sussurrare dall'uomo un flebile «scappa, salvati almeno tu...».

Fingo di non aver sentito e chiudo il baule con il lucchetto.

***

Le grida sono finalmente cessate, è stata l'ora più brutta della mia vita. Sono stata obbligata a stare a sentire i gemiti di dolore e le grida di quell'uomo fino a quando no sono cessate. Intorno a me i tre ridevano come se avessero appena visto un film comico in tv. «Sei stata davvero brava. Inizio a pensare davvero che potresti entrare in famiglia.. ma per ora possiamo ancora giocare insieme...» e dopo aver detto questo Demon inizia di nuovo a ridere.

***

Cos'è successo?Dove sono finita? Perché sono legata?. Demon ha riso... e poi più nulla. Sono seduta su una sedia con gli arti legati ad essa. Stanno preparando l'ambiente per giocare di nuovo con me, ma giocare a cosa?Non mi viene nessuna tortura in cui la persona è legata ad una sedia.

***

«Sono sicura che abbia ancora sete, ahah dai accontentiamola», dice la voce femminile prima di ributtarmi in gola altra acqua. Mi sento soffocare, i polmoni bruciano, gli occhi mi lacrimano e non riesco a tossire. Perchè non avevo pensato a questo tipo di tortura? Nel medioevo veniva usata e loro si ispirano a quelle. Far bere acqua a litri senza lasciare il tempo di prender fiato alla persona... se continuano morirò, penso poco prima di cadere nel buio.

***

Sono di nuovo stesa in camera mia, ad ogni respiro i polmoni bruciano e gli occhi non smettono di lacrimare. Ho paura, sono un'assassina. Ho ucciso un uomo torturandolo e dopo loro hanno torturato me. Che ore sono? Quanto tempo sono stata incosciente?.

«Ti sei ripresa finalmente, non temere cara, sei rimasta svenuta per poco tempo. Il bruciore passerà in fretta. Saresti pregata di seguirmi per fare cena» dice l'uomo prima di uscire dalla stanza. Mi alzo e senza fare caso al giramento di testa mi affretto a seguirlo per i corridoi fino ad arrivare alla sala da pranzo.

***

«Cara, mi scuso se per cena dobbiamo mangiare della pizza ma, come sai, abbiamo avuto una giornata alquanto impegnativa e non sono riuscito a prepararla, spero che tu gradisca lo stesso. Ah, ora che ci penso, non ti sei ancora presentata, insomma ragazzina le buone maniere! Dobbiamo pur sapere chi stiamo ospitando», dice Demon terminando la frase con il solito sorriso maniacale. «Mi chiamo Elis... ma i miei genitori adottivi mi hanno sempre chiamato Pam, diminutivo di Pandora, come il vaso. Ho diciassette anni, sono scappata di casa perché la coppia che mi aveva presa in casa dopo che i miei veri genitori, al tempo troppo giovani per avere una figlia, mi avevano abbandonata in un orfanotrofio, mi picchiava. Mio padre mi molestava e mia madre diceva che ero la rovina della loro vita, che se le cose andavano così male era colpa mia. Così ho deciso di andarmene, e, quando potrò, mi vendicherò di tutti e quattro i miei genitori», «vendetta è? Mi piace... entrando in famiglia ti potresti vendicare. Non dovresti nemmeno preoccuparti per la polizia, sono anni che giochiamo e non ci hanno mai presi, in compenso hanno messo in carcere molta gente innocente. Bhe, è ovvio che noi giocheremo ancora con te... ma non per molto, sono quasi completamente convinto che entrerai in famiglia... mi è piaciuto come hai ucciso quell'uomo. Mi dispiace ma ora devo andare... ho trovato un altro marito violento che avrà sicuramente voglia di giocare con noi, buona serata», l'uomo seduto di fronte a me si alza, e, dopo un ultimo sorriso, esce dalla stanza dirigendosi verso la città.

***

«Sei sempre stata uno sbaglio e ora tocca a noi pagarne le conseguenze. Hai già fatto uccidere Mary, non ti basta? Vuoi vederci morire tutti! Sei solo un mostro, uno stupido mostro!», grida la donna davanti a me, «Mamma,mamma non è vero, chi è Mary? Non volevo ucciderla, non l'ho uccisa io mamma! Ti prego guardami, sono io, sono Pam. Ti prego mamma, non sono un mostro. Non ho fatto niente. Papà è il mostro mamma, papà si spoglia sempre davanti a me e mi fa spogliare, mamma il mostro è lui. Perché mi devi picchiare? Io ti voglio bene», urlo fra un singhiozzo e l'altro mentre la donna percuote il mio corpo con la cintura di mio padre. Non ho ucciso io Mary...chi è lei?Perché è colpa mia? «Mamma! Mamma stai attenta! Ha un coltello, scappa! Avrai tempo di picchiarmi ma ora scappa! Ti ucciderà! MAMMAAA».


Mi sveglio di soprassalto, il battito accelerato e piccole gocce di sudore che imperlano la mia fronte. Un altro incubo... di nuovo mia madre, di nuovo io bambina, di nuovo un assassino. E se quell'assassino in realtà fossi io? Se vessi paura della vendetta che sto premeditando da anni? Non voglio uccidere nessuno io, no. Non mi voglio macchiare di altro sangue. Voglio solo farli soffrire come ho sofferto in tutti questi anni, nulla di più.

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