Non aver paura della morte... Fa meno male della vita!
-Jim Morrison-
Fisso le pagine del libro che Smile mi aveva prestato poco dopo la mia entrata qui. "Gli effetti secondari dei sogni", ma io, qui, di sogni non ne ho ancora letto una riga.
Annoiata lo butto sul pavimento, mi alzo e vado verso la cucina. Smile, Psycho e Demon sono usciti ieri sera e non sono più tornati.
Mentre preparo dei biscotti penso alla settimana scorsa... a quando, con le mie mani, ho ucciso quello stronzo che ha rovinato la mia infanzia e un pezzo della mia adolescenza. Ricordo le sue grida, il sangue che mi schizzava i vestiti e rido. In quel momento mi sono sentita... libera. Ed amo questa libertà: basta padri nudi che tentano di infilarsi in ogni tuo buco, basta madri che ti lanciano bottiglie di birra vuote; non ascoltano e t'incolpano anche di essere nata mentre tu, poverina, non hai scelto nulla. Schiaccio con forza la formina sull'impasto mentremi viene voglia di lanciare qualcosa ripensando a questo.
Non è più così. Non è più la mia famiglia. Ora ne ho una nuova... una fantastica, psicopatica, famiglia.
***
Mentre aspetto che i biscotti cuociano vado nella stanza delle torture a vedere come stanno i peccatori. Sento grida e puzza di sangue attorno a me e mi viene da ridere: guardali, tutti a gridare mentre pensano a cosa abbiano fatto di male per meritarsi questo. Cos'hanno fatto? Beh... sono venuti al mondo, proprio come me e come ho pagato io senza che nessuno facesse nulla ora pagheranno anche loro.
Supero la vasca piena d'acqua in cui mi avevano buttata da legata, il tavolo su cui mi hanno tagliata e la sedia in cui mi hanno riempito d'acqua fino a scoppiare e sorrido: mi hanno fortificata fino a creare un mostro omicida, e questo mostro mi piace molto più della dolce ragazzina indifesa.
E questo corridoio? Non mi ero mai accorta della prosecuzione della stanza: in fondo, nel buio, vicino alla parete c'è un piccolo corridoio illuminato da due ceri. Lo seguo fino ad arrivare ad una piccola stanza illuminata da candeline colorate: al centro si trova una vasca piena di liquido verde, a sinistra di questa una piccola gru gialla e sulla destra delle poltrone scassate posizionate in stile cinema. Sorrido e mi avvicino alla vasca, odore di putrefatto, di morto, di schifo, invadele mie narici. Aggiro la vasca e vedo una piramide di carcasse umane ammassate l'una sull'altra, ecco da dove viene l'odore. Incuriosita mi avvicino di più alla vasca e al suo interno, poco sopra al liquido noto una scritta: "acido muriatico". Interessante...quasi quasi inizierò a giocarci... mhhh si.
***
«Ma che buon odorino! Hell, tesoro, cos'hai cucinato?», chiede Demon spalancando la porta della sala da pranzo mentre sistemo i piatti con la pizza ordinata poco prima di cena e i biscotti sfornati un attimo prima della bruciatura.
«Allora qualcosa di buono la mocciosetta sà farlo!», esclama Psycho prima di addentare un biscotto.
***
«Non ho visto il fattorino... solo la moto. È andato via a piedi o la nostra piccoletta ha una sorpresa per noi?», chiede Smile dopo aver sparecchiato, «oh, si... mi sono fatta un regalo» dico prima di scoppiare a ridere.
Demon mi prende in cavallino e corre verso la porta rossa.
«Dov'è? Lo voglio vedere. Dove lo hai messo? », chiede Psycho ridacchiando sommessamente, «non essendo pratica ho trovato una tubatura e delle manette. L'ho legato lì ma pesava troppo. Non riuscirei a trascinarlo da altre parti, mi dispiace. Potreste... aiutarmi a metterlo sul tavolo di legno che avete usato con me? Mi servirebbe legato... e per favore anche... cosa potrei usare? Una scure forse.. ce l'avete?», chiedo educatamente e trattenendomi dall'urlare dallafelicità. Mezz'oretta dopo il corpo dell'uomo è legato ai polsi e alle caviglie. I suoi occhi implorano la libertà mentre sottovoce ripete delle preghiere.
«Ciao, ciao piccolo uomo. Vorresti sapere dove ti trovi, cos'è successo dopo che tu hai voltato la schiena per tornartene alla tua moto... beh ecco te lo spiego brevemente: ho trovato una sbarra di ferro e l'idea di tirartela in testa era troppo forte così l'ho fatto e ora sei qui, pronto a giocare», dico al fattorino. Smile e Demon sono al lato destro del tavolo mentre Psycho è ai piedi dell'uomo. «Non perdiamoci in altre chiacchiere... è ora di giocare».
Tiro fuori dalla tasca destra del vestito una forchetta e, mentre con una mano gli tengo aperto l'occhio, con l'altra gli traforo il bulbo oculare facendolo urlare di dolore e sentendolo ripetere la frase:«il mio occhio... ahh il mio occhio». Muovo avanti e indietro le punte della forchetta poi ripeto la stessa cosa con l'altro occhio tra le risate generali.
Finito con gli occhi prendo da terra la scure ed inizio a tirarla, con tutta la forza che ho in corpo, verso l'uomo. Lo colpisco una, due, tre, cinque, dieci volte. Mi fermo un secondo e vedo i tagli sulla sua pelle, il sangue sui suoi vestiti e mi arrabbio. Mi arrabbio perchè il suo petto si alza e si abbassa ancora e questo non va bene, non va affatto bene... allora decido: diciamo ciao ad altri arti. Inizio a colpire ripetutamente sulla spalla finché questa non si stacca completamente dal corpo, poi inizio con l'altro braccio e le gambe.
Finito guardo Demon mentre goccioline di sudore scendono lungo il mio collo:«e ora... lo sciogliamo nell'acido».
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Il manicomio
HorrorEro matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non così i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando son...