È incredibile la facilità con cui dalla parte della ragione si possa passare a quella del torto. Ero sul letto a scervellarmi sul modo in cui mi sarei fatta perdonare ma tutte le idee che mi venivano in mente parevano a dir poco ridicole. Non avrei mai scritto su un lenzuolo con della vernice spray quanto lo amassi, ne tantomeno avrei usato un megafono per dirglielo. Si trattava pur sempre di fatti è vero, ma erano le tipiche dimostrazioni d'amore che facevano tutti. Alle parole devono seguire i fatti, i veri fatti, aggiungerei. Quelli che partono dal cuore, quelli che sono dettati dall'Amore con la a maiuscola. Perché ogni amore è diverso dall'altro. L'amore che provavo io per lui per esempio, era silenzioso, non faceva rumore ma aveva la potenza devastante di un uragano. Una dedica ,esposta davanti al portone di casa sua, e quindi visibile a chiunque, non esprimeva esattamente il concetto di riservatezza che ci caratterizzava.
Decisi di chiamare Lavinia, che di sicuro aveva un'esperienza maggiore della mia in fatto di ragazzi, ed esporle il problema.
«Viola?»
«Ho un problema..»
«Ohoh si invertono i ruoli qui. Ed io che pensavo di essere l'unica a combinare guai.»
Alzai gli occhi al cielo, nonostante lei non potesse vedermi, ma risi comunque.
«Che hai combinato quindi?»
«Ho avuto una discussione con Giacomo in cui sostanzialmente gli dicevo che qualcun'altro avrebbe avuto il coraggio di scoparmi a differenza sua.» Non ero sicura che fosse stata in grado di sentire ciò che avevo detto, dato che il tono di voce usato, era a malapena udibile per me. Avevo rivissuto quella discussione migliaia di volte nella mia testa, ma ad alta voce assumeva una sfumatura differente.
Poi la mia amica fece l'inaspettato, ovvero scoppiò a ridere. Ciò fece aumentare a dismisura la mia rabbia e la frustrazione represse che mi spinsero a chiudergli il telefono in faccia e risolvere la faccenda con le mie sole forze.
Mi feci una doccia veloce legando i capelli in modo tale da tenerli asciutti, e altrettanto velocemente mi vestí e corsí fino casa di Giacomo. Ero grata al freddo per non aver permesso al mio corpo di rilasciare liquidi, e quindi, di non puzzare.
Casa sua distava dieci minuti a piedi dalla mia, sapevo quale fosse perchè durante una nostra uscita, eravamo passati di lí e Giacomo l'aveva indicata dicendo che quella era la sua tana.
Quando individuai la porta giusta e bussai, un pensiero improvviso si fece largo nella mia mente. E se ci fossero stati i suoi genitori?
Non ebbi il tempo di trovare una risposta che una ragazza alta circa dieci centimetri piú di me, comparve nel mio raggio visivo e mi distrusse inconsapevolmente il cuore in tanti pezzettini. Era davvero bella, ovviamente piú di me, con i suoi occhioni azzurri e i lunghi capelli biondi pareva quasi un'apparizione dal cielo. Inoltre, il suo sorriso cortese e dolce, non faceva altro che farmela odiare di piú.
«Ciao, cercavi qualcuno?» mi chiese con la sua voce melodiosa ed odiosa allo stesso tempo.
«No. Devo aver sbagliato casa.» E persona, aggiunsi dentro di me. Ed io che pensavo di essere speciale per lui. Probabilmente non pensavamo le stesse cose l'uno dell'altra.
«Sei sicura?» Dovevo andarmene al piú presto. Non potevo sopportare la vista di lui con un asciugamano in vita, o meglio, l'avrei piú che sopportato in un'altra occasione, ma non mentre usciva dalla doccia e andava incontro alla sua ragazza perfetta.
«Sicurissima. Scusa il disturbo, ciao.»
La sentí a malapena ricambiare il saluto, che la voce di Giacomo si sovrappose al suo ciao, e chiamava stupita il mio nome.
«Cosa ci fai qui?» Fortunatamente era ben vestito, e le distrazioni erano calate notevolmente, ma non completamente. Restava comunque il piú bel bocconcino su cui una donna avrebbe mai potuto posare gli occhi.
Lo ignorai, e mi risultava piú facile farlo in quanto ero di spalle, e corsi via, con il cuore in frantumi e delle lacrime disobbedienti.
«Aspetta cazzo!»
Aspettai, ma non perchè lo volessi io, lo feci solo per i miei polmoni che mi chiedevano pietà. Mi sedetti sul marciapiede, non m'importava che le condizioni igieniche lí scarseggiassero, cercando di rimuovere al meglio i segni del pianto. Ma la sua prima domanda, quando mi raggiunse riguardava proprio i miei occhi gonfi e lucidi.
«Viola! Si puó sapere che cazzo é successo? Cazzo, ma stai piangendo?» chiese avvinando il suo viso al mio per trovare una risposta.
«Perspicace come sempre, noto.» Era più forte di me. La tentazione di rispondergli a tono, aveva il pieno controllo delle mie facoltá. Volevo sempre risultare forte ai suoi occhi, probabilmente perchè gli altri credevano che io non lo fossi. Tuttavia, in questo momento, dubitavo che si potesse negare ció che gli altri pensavano di me.
«E tu bellissima come sempre, noto. » Un sorriso quasi impercettibile illuminó come una luce fioca, il mio volto.
«Anche se ti preferisco con il sorriso.» aggiunse poi rendendo il mio cuore poltiglia nelle sue mani.
«Non fare l'adulatore con me. Non attacca. Anzi sai che ti dico? Torna dalla tua biondina perfetta.»
Presi il suo silenzio come un assenso, e mi alzai in piedi, pronta per andare via. E per la seconda volta in quella giornata, il mio interlocutore scoppió a ridere.
«Vaffanculo pure te.»
«Viola aspetta! Quella è mia cugina!»
O cazzo. Figura epica. Cazzo cazzo cazzo. Possibile che fossi cosí stupida? Ma d'altronde, come avrei potuto saperlo? Mi fermai fulminandolo con gli occhi ma in un attimo le sue labbra furono sulle mie, ridando una forma definita al mio cuore.
«Sei proprio una sciocchina. Perchè sei venuta da me, comunque?» Le nostre bocche erano cosí vicine che non si distingueva il fiato dell'altro.
«Non ha importanza ora.» borbottai spostando gli occhi da un'altra parte, imbarazzata. L'idea che avevo avuto mi era parsa ridicola all'improvviso, e me ne vergognavo. Fu lui, che delicatamente, riporto la mia attenzione sui suoi bellissimo occhi.
«Volevo farmi perdonare..» borbottai nuovamente con le guancie in fiamme. Dio, quel giorno la mia dignità era andata a farsi un giro. Troppo lungo, direi.
«Brava, ci sei riuscita.» E il sorriso sulle sue labbra mi fece capire che ne era valsa la pena.
-Spazio autrice-
Ciao ragazzi/e! Come va?
La storia è arrivata a 326 visualizzazioni e non potrei esserne piú felice! Questo mi dà la carica giusta per continuare a fare quello che amo e ho deciso che lo faró con maggiore frequenza. Stavo anche pensando di inserire questa storia nel genere storie brevi dato che i capitoli sono troppo corti. Voi cosa ne pensate? Fatemelo sapere nei commenti e se vi va, stellinate!😂🌟🌟
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The eyes never lie
Short StoryViolante ha diciassette anni. Non ha amici e la sua vita è l'emblema della monotonia. Finchè non incontra lui. Giacomo ha diciott'anni, frequenta l'ultimo anno del liceo scientico ed è considerato il badboy della scuola. Non ha limiti ed è quello ch...