1. Will

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Erano le 6:54. Sei minuti dopo la sveglia di Will avrebbe suonato, ma il ragazzo, per qualche motivo, si svegliò comunque.
Strano – pensò – ieri sera facevo fatica ad addormentarmi. Nell'aria c'era un odore insolito, simile a quello della cenere... ricordava l'odore di morte e l'umidità tipici del Sottosopra.
Il ragazzo non mentiva: quella notte aveva dormito davvero poco. Era forse per quel motivo che si era svegliato da solo così presto?
Will Byers si stropicciò gli occhi stanchi, sbadigliando poco dopo. Guardò il poster de Lo squalo appeso al muro e ricordò che proprio quel giorno avrebbe dovuto consegnare un progetto di scienze riguardante la vita marina, e si chiese dove lo avesse messo. Poi ricordò: sulla scrivania, accanto alla porta di camera sua.
Fu un attimo: il poster cadde a terra, lasciando spazio ad un corroso muro grigiastro ricoperto di terra e chissà cos'altro. Tutto in quella stanza cambiò. La stanza modificò il proprio aspetto, facendosi grottesca e buia, terribilmente buia.

E quell'odore.

Odore di cadavere in putrefazione, fango e... cenere.
Vide la maniglia della porta abbassarsi lentamente senza però aprirsi. La sera prima la aveva chiusa a chiave: nessuno sarebbe potuto entrare.
Improvvisamente sentì qualcuno bussare alla porta sempre più velocemente e con sempre più intensità. Will trattenne un urlo tappandosi la bocca con entrambe le mani e preso dal panico si coprì col piumone del letto.
Il bussare si trasformò in un continuo ed insopportabile grattare, come se l'essere che si trovava dietro la porta stesse cercando di sventrarla con le proprie unghie e le proprie fauci.
Il letto sotto di lui iniziò a tremare come sotto l'effetto di una forte scossa di terremoto, e sentì pronunciare il suo nome da quella che sembrava la voce di quella ragazzina, come si chiamava...? Undici.

«Will...» ripeté la voce, confermando che era esattamente quella di Undici

Seguirono altri versi mostruosi che gli fecero accapponare la pelle.
Il ragazzo temeva ogni cosa attorno a sé e avrebbe solamente voluto sparire. Anche il pensiero della morte sembrava più apprezzabile di fronte ad un tale inferno.
D'un tratto vide un lunghissimo artiglio nero infuocato spuntare dalla porta e incidervi con foga un lungo segno, facendo volare a terra i fogli della ricerca; subito dopo un occhio rosso dalla pupilla di rettile spuntò da quel buco, guardandolo.
Will urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

«Drin, drin, drin, drin» tuonò la sveglia sul suo comodino nell'esatto istante in cui egli si svegliò sudante e urlante. Qualcuno stava effettivamente bussando alla porta: era sua madre, che diceva «Ma insomma, vuoi spengere quell'aggeggio? È da dieci minuti che continua a suonare! Will?!»
Il ragazzo si voltò ancora ansimante verso la sveglia e lesse "7:08". Eppure era convinto che la sveglia lo avesse effettivamente svegliato appena aveva iniziato a suonare.
«Sì, mamma!» rispose un attimo prima di spegnerla
Si diresse in bagno, e quando ebbe fatto la doccia si vestì velocemente. Scese in cucina, caricò lo zaino in spalla e proseguì in direzione della porta.

La madre si schiarì la voce dietro di lui e lo osservò girarsi verso di lei
«Dove pensi di andare, Will?» disse lentamente appoggiando i pugni chiusi sui fianchi

«A scuola, sono già in ritardo» rispose il ragazzo con tono acuto, temendo la reazione della madre

«Non mangi neanche? E la ricerca?» domandò la donna inarcando un sopracciglio

«La ricerca! Grazie, mamma!» rispose lui correndo in camera in cerca del plico di fogli. Quando arrivò di fronte alla scrivania aprì lo zaino, alzò lo sguardo su di essa, e... i fogli non c'erano più. La scrivania era vuota.
Mosse un passo in direzione del letto per verificare di non averli lasciati altrove, e si accorse di stare calpestando qualcosa di cartaceo. Abbassò lo sguardo e vide i fogli sparpagliati sotto ai propri piedi. Alcuni erano bruciacchiati. Li raccolse alla bell'e meglio, per poi infilarli nello zaino. Infine uscì di casa, prese la bicicletta e si diresse a scuola.

«Non potete immaginare cosa mi è accaduto questa mattina!» disse Dustin con la voce spezzata quando Will fece il suo ingresso nel cortile della scuola.

«Hai parlato con una ragazza senza sembrare stupido?» rispose Lucas con tono scherzoso

«Ehi! Tutte le ragazze cadono ai miei piedi! Vero bella biondina?» domandò mostrando un largo sorriso ad Alyssa, una ragazzina del loro corso che si trovava lì vicino, la quale rispose con un «Ehi! Non sono una "bella biondina", sono Alyssa!»

«Non ci fare caso, Alyssa. Non si rende conto di quello che dice» disse Lucas, incontrando un sorriso comprensivo da parte della ragazza

«Stavi dicendo?» domandò Will

«Ho fatto un sogno stranissimo! Ero nel bosco, e di colpo finivo nel Sottosopra... e la vedevo. La vedevo!» disse il ragazzino allargando le braccia e strabuzzando gli occhi

«Cosa?» incalzò Mike, che fino a quel momento era stato zitto

«"Cosa"? Casomai "chi"! È ovvio: Undici!» rispose Dustin entusiasta, talmente tanto che fece erroneamente cadere il cappello a terra senza che nessuno, lui compreso, se ne accorgesse

«Sai che a Mike non piace parlarne. E poi era solo un sogno, Dus» disse Lucas «Anche se ora che ci penso... ora che ci penso anch'io l'ho sognata! Ho sognato che tornava a scuola, poi finivamo tutti nel Sottosopra. Brr...» concluse il ragazzo rabbrividendo

«Ragazzi» disse Will «l'ho sognata anche io, ma riuscivo solo a sentire la sua voce. E tu, Mike? Tu l'hai sognata?»

Mike arrossì violentemente e rispose «Sì. Anche io l'ho sognata»
In effetti, anche lui la aveva sognata. E che sogno... erano in bicicletta, lei era seduta proprio dietro di lui e sgranocchiava un eggo. Era cresciuta anche lei, i capelli le cadevano morbidamente sulle spalle e gli occhi verdi le illuminavano il viso. Erano diretti verso un posto meraviglioso: un campo di girasoli. Quando arrivavano, posavano la bicicletta e giocavano a rincorrersi nel maestoso campo. Nel tentativo di prenderlo, Undi cadeva a terra, e lui cadeva accanto a lei, ridendo ancora. Si guardavano negli occhi e trasformavano le risate in un sorriso, fino a farsi un po' più seri. I loro sguardi non si lasciavano, nessuno dei due riusciva a staccare gli occhi da quelli dell'altro.
«Sono ancora carina?» domandava lei imbarazzata
«Sei bellissima, come sempre» rispondeva lui schiudendo le labbra in un sorriso
Poco dopo, le accarezzava dolcemente una guancia e si avvicinava lentamente al suo volto.
«La più bella di tutte» sussurrava mentre appoggiava le sue labbra su quelle morbide di lei.
Undi sembrava felice, portava le sue braccia attorno al collo di Mike e il bacio fra loro si faceva più passionale, fino a quando qualcosa non li disturbava: un fortissimo ronzio pervadeva l'aria e scuriva l'aspetto del paesaggio circostante. Attorno a loro, ogni cosa assumeva un aspetto spaventoso, buio.
Qualcosa spuntava dal terreno e afferrava una gamba di Undici, costringendola a scivolare nella sua direzione. Un urlo si levava dalla bocca della ragazza; con orrore, Mike notava che quel qualcosa era un artiglio nero che ustionava la gamba di Undici nella sua morsa.
«Undi, no!» urlava il ragazzo
«Bastardo! Lasciala andare!» gridava a tutto petto stringendola e cercando di attirarla a sé
Guardando meglio, si accorgeva che l'artiglio nero non spuntava più dal terreno: era diventato un prolungamento del braccio della ragazza lacrimante, che avvicinando il proprio volto a quello di lui sussurrava «Mike... Io sono il mostro»

Will interruppe il flusso dei pensieri di Mike ponendo una domanda: «Ragazzi, secondo voi cosa significa?»

«Non lo so» rispose Lucas «Come ho detto, il mio era un incubo. Finivo nel Sottosopra»

«Anche io!» risposero in coro gli altri

«Non lo so, ma non mi sembra un buon segno» concluse Mike per tutti.



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NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tutti, sono Miyuka :) questo è il mio primo capitolo.
Se siete giunti fino a qui, vorrei che mi diceste cose ne pensate. Cosa funziona o cosa non funziona secondo voi, insomma! Se vi è piaciuto vi chiedo anche di lasciare una stellina. Grazie per adesso :3
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