~ L'amore può danneggiare ~

8-Gelosia

20 luglio 1998, Casa Riddle, ore 21:00

Era passato da più di un mese dalla loro dichiarazione d'amore ma le cose non andavano come previsto. Hermione era sempre più spossata a causa della siccità che c'era oltre che la gravidanza che comunque procedeva a gonfie vele. I continui sbalzi d'umore di Tom la scombussolavano fino a tal punto di farle credere che si era immaginata tutto. Era arrivata anche a pensare che la tradisse; il ragazzo infatti stava via molto tempo fuori casa, a fare chissà cosa e con chi. "Stupida Hermione, ti aspettavi che cambiasse? È il Signore Oscuro in persona anche se ora è umano."
Dopotutto aveva bisogno di soddisfare i suoi bisogni, le sue passioni carnali come le aveva chiamate lui. Sempre più frustata la ragazza ormai non sapeva come passare i giorni. Quella sera lo sentì rientrare, lui accennò ad un sorriso e un cenno di saluto. Sebbene ora tentassero di vivere come una coppia, non si chiamavano amore o tesorino: quelle cose non facevano per loro.

-Stasera ceniamo fuori. Ho preso la serata libera dal lavoro al Ministero. Tu sei sempre rinchiusa qui e visto che le temperarure sembrano essere più miti.. Ti do tempo mezz'ora per prepararti.-

Hermione era basita. Stava per fargli la sfuriata quando udì quelle parole e fu per lei un toccasana; schizzo in camera più veloce di un fulmine, si preparò. Si mise un abito attillato, corto fin sopra al ginocchio, dal colore blu notte e le scarpe abbinate; un leggero trucco ed era pronta. Ritornò di la dove lo trovò intento a sfogliare il giornale, leggermente annoiato.

-Sono pronta.-

Lui alzò lo sguardo e sgrano gli occhi che aveva puntato su di lei.

-Sei... Sei bellissima. Non sai che cosa ti farei... È molto dura per me resistere.-

-Ah quindi non mi tradisci?-

Si morse un labbro, le parole le erano uscite prima che potesse bloccarle "Stupida Hermione." Lui si alzò, con tutta la calma del mondo e la raggiunse, bloccandola al muro.

-E perché di grazia.. Dovrei tradirti?-

Deglutii a vuoto di fronte a quegli occhi verdi che la fissavano tradendo un moto di rabbia e.. Preoccupazione?

-Io... Stai via molte ore, per quanto ne so... Potresti anche farlo e la sera rincasi sempre tardi..-

Si sentiva sciocca e stupida di fronte a lui in quel momento, voleva solo scomparire come era sparita la felicità di poco fa.

-Di grazia... Dirigo il Ministero, se solo provassi a dirigerlo capiresti quanto c'è da fare. La sera molto spesso tengo riunioni con i Mangiamorte per aggiornarli sugli eventi. Non hai ancora capito che mi basti tu? Io non vedo altro che te. Bellatrix tenta di avvicinarsi in modo patetico, ma a me non fa ne caldo ne freddo non è te, non ha il tuo sorriso quando mi vedi, non ha la tua stessa passione e sentimento nella voce. Mi è rimasta accanto certo, ma non come hai fatto tu, che dopo tutto ciò che ti ho fatto, sei qui. Io VOGLIO SOLO TE.-

Concluse, quel suo monologo, le labbra vicinissime alle sue, tanto da poter sentire il suo respiro.

-Ora se abbiamo finito con i dubbi, possiamo andare?-

Le chiese, fremente dall'eccitazione porgendole il mantello da viaggio. Hermione lo fissò, ma ogni dubbio si dissolse vedendo il desiderio bruciante di passare una serata assieme a lei, in sua compagnia.

-Ah... Questa è una cena un po speciale.- di nuovo quel luccichio nei suoi occhi, che gli illuminava il volto.

-Oh... Va bene.- e con un respiro profondo prese la sua mano, conducendola con grande sorpresa di Hermione, nella sala del Salone Principale. Le porte di aprirono rivelando gruppi di Mangiamorte, intenti a servirsi dalla grande tavolata a buffet, ora però con il loro ingresso lo sguardo di tutti i presenti era puntato su di loro. Hermione notò con la coda nell'occhio che Bellatrix Lestrange stava per strozzarsi con la bevanda che stava bevendo in quel momento. Ma la cosa che fece spaventare di più la ragazza fu il suo sguardo omicida che le rivolse.