Capitolo XVI - Il ritorno di Corvin al castello di Innimond

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Corvin giunse a Innimond prima del tramonto. Aveva cavalcato per più  di dodici miglia senza sosta, perché  aveva fretta d'arrivare.  Durante la cavalcata,  non faceva che pensare di continuo e con una certa apprensione, a quanto detto dal padre di Isabelle e  Arture riguardo al conte Modain.
Il giovane era incerto se riferire o no ai suoi quanto aveva saputo; non voleva turbare la serenità appena ritrovata di suo padre, né spaventare sua madre. Durante tutta la cavalcata, non faceva che pensare di continuo a questo dilemma. Quando arrivo'  nelle vicinanze di Innimond, decise alla fine che li avrebbe informati, sentiva dentro di sé che doveva farlo, era giusto che sapessero; il castello poteva essere attaccato da un momento all'altro.
Giunto a Innimond, notò subito che non era caduta altra neve, neppure nelle contrade vicine al castello; si augurava in cuor suo che non nevicasse nei successivi giorni, almeno sino alla fine dell'anno, proprio per viaggiare senza alcuna difficoltà nel suo ritorno a Belley e da qui fino a Grenoble per accompagnare il cavalier Valdemar.
Entrato nel castello, Corvin si affretto' subito, salendo una piccola scala interna, verso la stanza del padre. Come entrò nella stanza, si accorse della presenza della madre accanto al capezzale. La baronessa Valerie, in quel momento stava proprio leggendo il manoscritto sulla conquista di Gerusalemme, lasciato il mattino da Corvin vicino al letto del padre. L'anziano barone in quel momento appariva di buon aspetto, stava quasi seduto, appoggiato alla testata del letto, intento ad ascoltare con molta attenzione il seguito del racconto. Il nobile, nel vedere Corvin entrare nella stanza, restò molto sorpreso perché in cuor suo non lo aspettava così presto. Mentre Corvin lo abbracciava con slancio, il padre con gesto molto paterno esclamò:
<<Oh! Corvin, ben arrivato. Tua madre ed io non ti aspettavamo così presto. Avrai cavalcato senza mai fermarti ... Spero che il tuo cavallo non ne abbia sofferto, figliolo?>>
<<Il cavallo sta bene, è già nelle scuderie tranquillo - rispose il giovane sorridendo, staccandosi dall'abbraccio per andare subito dopo ad abbracciare anche la madre -. È vero, ho cavalcato a lungo, volevo essere qui prima del tramonto.>>
La baronessa, dopo il caloroso abbraccio ricevuto dal figlio, domandò:
<<Com'è andata a Belley? Hai potuto vedere Arture?>>
<<Sì l'ho visto. Ho potuto vedere anche il conte, ho parlato a lungo con lui. Il conte vi manda i suoi saluti ... e l'augurio di un'immediata guarigione a voi, padre.>>
<<Il conte è sempre tanto gentile - prese atto l'anziano barone -. Appena saremo entrambi guariti, lo invitero', insieme con i suoi figli, a un banchetto qui, al nostro castello.>>
<<Buona idea>> rispose Corvin, con evidente compiacimento.
<<Sono tanti anni che non vedo ne' il conte, né suo figlio Arture. Ora che sono ritornati dalla Guerra Santa, avremo l'occasione di vederci come una volta. Il conte e suo figlio devono raccontarci tante cose, narrarci il periodo trascorso in quei sacri luoghi ... mi piacerebbe tanto sapere anche qualcosa di più sul conte Raimondo di Saint Gilles, che non ho avuto modo di conoscere in passato.>>
<<Sono sicuro, padre, che il conte Clert sarà alquanto entusiasta di raccontarvi quanto voi desiderate e chiederete.>>
<<Corvin, dunque, Arture sta bene? E la delicata Isabelle? Sono anche tanti anni, troppi direi, che non li vediamo>> proruppe la madre.
<<È vero - rispose Corvin - Sono trascorsi quasi quattro anni dall' ultima volta che li avete visti ... Arture e Isabelle hanno manifestato una vera gioia rivedendomi.>>
<<Isabelle sarà diventata una bella giovane ora, immagino?>> e soffermo' il suo sguardo sugli occhi del figlio, mostrando una soglia di attenzione alta.
<<Oh Isabelle è diventata una donna incantevole! Se la vedeste, ne rimarreste piacevolmente affascinati.>>
<<Vedo che parli di lei, con molto entusiasmo>> rispose la madre compiaciuta.
<<Tempo fa - riprese Corvin - vi avevo svelato del sentimento che provo per lei. Ogni giorno l'amo sempre di più,  lei è sempre stata nei miei pensieri, sin da quando ero ragazzo.>>
<<E Isabelle sa dei tuoi sentimenti?>> quasi indago' il padre.
<<Certamente! lei è molto felice, mi ricambia. Ho preso la decisione di sposarla presto, penso per la prossima primavera. Spero sia per voi, una bella notizia.>>
<<Figlio caro - rassicuro' la madre - La tua felicità è anche nostra. Isabelle sarà la nostra benvenuta al castello un domani quando tu lo vorrai.>>
<<Questa sì che è una bella notizia, Corvin ... Ne siamo molto contenti>> aggiunse il padre.
Il giovane non ebbe alcun dubbio di quanto affermato dai genitori anche perché i loro visi gli parvero luminosi.
Quel momento di condivisa felicità fu poi compresso e schiacciato; infatti, Corvin aveva ora sul volto un'espressione palesemente triste. Rimuginava su qualcosa, altalenando fra tristezza e indecisione. Dire o no ai genitori in merito le minacce di Ogier? Informarli dei propositi  di vendetta nei suoi confronti del conte Modain, il padre di Maurice, come gli aveva riferito il conte Clert? Considerò che Ogier avesse certamente un carattere impulsivo, impetuoso ... Forse l'avrebbe sfidato a duello, ma non costituiva un pericolo e una minaccia per la sua famiglia. Conosceva il temperamento di Ogier, da ragazzi erano anche amici, per quanto fosse adirato con lui, non riteneva assolutamente che avrebbe potuto fare del male ai suoi cari. Sì rassicuro' e decise, dunque  di non parlarne.
Se conosceva abbastanza bene Ogier è poteva presumere che la minaccia dell'antico amico era rivolta a lui soltanto, non altrettanto poteva affermare per il conte di Cessens.
Aveva un po' di timore: il padre di Maurice, pur di arrivare a lui, avrebbe potuto attaccare il castello e mettere a repentaglio la vita della sua famiglia. Tutti gli abitanti del castello potevano essere in pericolo.
Il cambiamento d'umore non passò  inosservato agli occhi della madre, che con tono premuroso si affretto' a dire:
<<Corvin, perché  sei diventato ora triste? Cosa ti turba?>>
<<Nulla, madre, nulla di preoccupante!>>
Immediatamente dopo, un altro dubbio gli baleno' in mente: avrebbe messo al sicuro i suoi familiari, tacendo o nascondendo i suoi timori?
Scelse di esternare il motivo del suo turbamento. Raccontò  allora (talvolta in modo un po' concitato e incurante di non tener sempre sotto controllo le proprie emozioni)  del suo incontro a Belley con il conte Clert. Riferì  tutto ciò  che aveva saputo in merito al conte di Cessens, ai suoi comportamenti e manifestazioni d'irascibilita', chiusura, diffidenza che alternavano il giudizio e distorcevano il reale e concreto svolgersi dei fatti al punto tale che, non credendo che la morte di Maurice al  torneo fosse un fatto imprevedibile e casuale, voleva vendicarsi nei suoi confronti  attribuendogliene la colpa. Corvin parlò  a lungo, si sentiva solo la sua voce nella stanza. Manifestò  il timore che il padre di Maurice potesse attaccare forse il castello, sostenendo che non era da escludere quest'eventualita'.
Il padre ascoltava in assorto silenzio; la madre, di tanto in tanto, sospirava e, tra stupore e sgomento, lo interrompeva per chiedergli maggiori ragguagli.
Corvin comunicava con una certa tensione, si alzava e si sedeva dal letto del padre, di tanto in tanto camminava nervosamente per la stanza, abbassando e alzando il tono di voce, con rallentamenti e accelerazioni nel suo racconto. Al termine del suo racconto si sentì prostrato ma anche sollevato per essersi tolto un peso. Solo allora il barone ritenne opportuno intervenire.
<<Non preoccuparti Corvin, se il conte vorrà  attaccare il castello, noi saremo pronti ad affrontarlo. Le nostre mura sono solide e ben fortificate, armi e materiali di guerra non mancano, i nostri uomini ci sono fedeli.>>
<<Padre - rispose Corvin con voce molto agitata - Il conte Modain ha una forza di soldati tre volte più di noi, sarà impossibile resistere al suo attacco.>>
<<Lo vedremo, non mi sento spaventato da un eventuale assalto al castello. Darò  subito istruzioni agli uomini affinché  si tengano pronti per un'efficace strategia di difesa.>>
<<Mi dispiace Padre! - riprese Corvin, molto afflitto - Vorrei recarmi dal conte di Cessens e provare a spiegargli quanto realmente accaduto, tentare di farlo desistere dai suoi propositi di vendetta, ma il conte Clert me l'ha sconsigliato ... Fra l'altro gli ho fatto una promessa prima che sapessi delle intenzioni del conte Modain è in ragione di ciò, devo andare nuovamente a Belley.>>
<<Devi ritornare nuovamente a Belley? Che promessa gli hai fatto?>> domandò la madre.
<<Ho promesso al conte Clert, che avrei accompagnato per la fine dell'anno il cavalier Valdemar, il mio antico maestro d'arme, a Grenoble da suo fratello e dalla sua famiglia, la moglie e il figlio e di restare là ospite presso di loro per qualche giorno. Al mio ritorno da Grenoble, potrei andare al castello del conte di Cessens.>>
<<Assolutamente no! - rispose con tono deciso il padre - Resta pure a Grenoble quanto vuoi, ma al ritorno devi ritornare da noi. Non vogliamo che tu vada a Cessens, potresti non fare più ritorno a Innimond ... né tua madre, né  io potremmo sostenere il dolore.>>
<<Come volete. Tranquillizzatevi padre, non andrò  ... Per di più  ci sarebbe un'altra soluzione.>>
Un'altra soluzione, quale Corvin?>> sollecito' il barone.
<<Come sapete il conte Clert è  anche amico del padre di Maurice. Ora non sta ancora bene, ma quando sarà  guarito e tutto fa pensare a giorni a sentire il dottor Davenport che l'ha in cura, ha promesso che andrà  per prima cosa a Cessens per intercedere a mio favore con l'obiettivo di farlo desistere dai suoi propositi di vendetta.>>
<<Una buona notizia! Allora aspettiamo che il conte guarisca - intervenne la madre - Mi auguro che la previsione del medico sia giusta e, dunque, che il conte Clert guarisca presto ... Pregherò per lui.>>
<<Ci sarebbe un'altra possibilità>> aggiunse quasi sussurrando Corvin.
<<Un'altra possibilità >> risposero stupiti entrambi.
<<A Grenoble, nella cattedrale risiede il vescovo Ugo di Chateneuf. Tutti lo conoscono come un sant'uomo e affermano che abbia un'enorme influenza sui nobili delle contrade, lungo tutta la regione del Rodano. Il nipote di Valdemar è  un diacono al suo servizio. Potrei attraverso lui, farmi ricevere dal vescovo e raccontargli gli avvenimenti accaduti dopo la mia nomina a cavaliere. Mi sento di affermare che il vescovo possa prendere a cuore la mia storia e intercedere presso il conte.>>
<<Quanto suggerisci, mi pare proprio una buona idea ... una possibilità a nostro favore - riprese il barone - Forse il conte Clert o il vescovo riusciranno nell'intento.>>
Entrambi i genitori di Corvin avevano ora un'espressione distesa: il turbinio e il ritmo vertiginoso di preoccupazioni e ansie parevano affievolirsi. Intravedevano una possibilità; potevano sperare in questi uomini di valore per vie diverse. Il primo aveva combattuto con onore in Terra Santa, a fianco di Goffredo di Buglione, il difensore del Santo Sepolcro, l'altro si era distinto per la sua santità,  apprezzato da tutti.
Il barone strinse con rinnovata energia la mano che il figlio aveva posato su una spalla, poi esclamò:
<<Corvin, non devi preoccuparti. Sono sicuro che il conte Clert, farà di tutto per convincere il padre di Maurice dal desistere dai suoi propositi di vendetta.
<<Voglio sperare padre ... Mi aggrappo con tutto me stesso alla speranza di non dover affrontare il padre del mio compianto amico. Per me sarebbe un dolore troppo grande, ma soprattutto non mi sento di affrontarlo e non certo per vigliaccheria, ma per timore di causargli la morte ... se dovesse morire per mano mia.>>
<<Stai tranquillo  figlio, questo non dovrà  avvenire. Farò  tutto il possibile perché  questo non avvenga. Ora è  giunto il momento della cena e tu Corvin dopo questa cavalcata, avrai sicuramente fame. Io non posso ancora scendere dal letto ... Aspetto che Francois mi porti la cena, voglio mangiare qualcosa anch'io. Vai adesso figliolo e porta con te tua madre.>>
Corvin strinse una mano del padre, accenno' un sorriso; poi cingendo le spalle della madre, uscì con lei dalla stanza.

Corvin il cavaliere solitarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora