Capitolo XIII - Corvin a pranzo dal conte Clert

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Corvin si sedette e come gli altri commensali iniziò subito a mangiare. Di tanto in tanto, senza preoccuparsi di essere notato dai presenti, si distraeva dalla conversazione generale per lanciare con lo sguardo degli ampi sorrisi a Isabelle che contenta ricambiava. Come aveva voluto il conte, era proprio seduto quasi di fronte a lei e questo gli procurava dentro una forte eccitazione. Durante il banchetto, rispondeva cortesemente alle domande che gli facevano: al conte che gli chiedeva notizie sul suo soggiorno a Hautecombe, ad Arture e Isabelle che s'informavano dello stato di salute di suo padre, al cavalier Valdemar che meravigliato voleva sapere della neve caduta a Innimond. Il giovane conversava allegramente, mostrava apertamente una grande contentezza nel trovarsi in quel momento assieme a loro.
Solo Ogier non gli aveva ancora rivolto la parola sino a quel momento. Pensava intensamente a quella sorta di rimprovero mossogli da Corvin, per aver abbandonato prima gli allenamenti con il cavalier Valdemar. Sentì irrinunciabile rimuginare pensieri di vendetta e, fissando Corvin con cipiglio, meditava il momento, il modo e le parole più appropriate per intervenire nella conversazione generale e restituirgli così quello stesso disagio che aveva sentito dentro di sé alla sua replica.
Corvin ignorava il sentimento che Ogier nutriva verso Isabelle e, pertanto, non capiva quel suo sordido rancore. "Strano" - pensò - "Il mio ricordo di lui era di un giovinetto allegro, ciarliero... eravamo amici".
Il Conte sembrava partecipare all'ilarita' dei commensali, ma in realtà era molto preoccupato per l'atteggiamento ostile e cupo di Ogier; avvertiva che suo nipote era come un sacco appeso su una corda troppo tesa e pronta a spezzarsi sotto l'eccessivo peso. Temeva che sarebbe accaduto qualcosa di tremendamente spiacevole.
In tutto il castello si sentì un solo rintocco che la campana della piccola Chiesa, nel borgo sottostante, aveva suonato.
Il pranzo ora volgeva alla fine, c'era rimasto poco sui vassoi e sulle terrine che erano sopra il tavolo.
A un tratto il conte si rivolse a Corvin:
<<A proposito Corvin, Valdemar vuole festeggiare l'arrivo dell'anno nuovo, andando a trovare suo fratello. Ha deciso di partire da Belley all'alba dell'ultimo giorno dell'anno. Suo fratello è un fabbro ferraio e vive a Grenoble da molti anni con la sua famiglia, la moglie e il loro figlio.>>
<<Sì!, ricordo - rispose prontamente Corvin - Ero un giovinetto quando seppi che il cavalier Valdemar aveva dei parenti a Grenoble. Ora sono venuto anche a conoscenza che suo nipote, da un anno è uno dei diaconi al servizio del vescovo Ugo, alla cattedrale di Grenoble. Mi è capitato di vederlo circa cinque mesi fa, quando sono stato in quella cattedrale per essere nominato cavaliere.>>
<<Il vescovo Ugo? Hai detto il vescovo Ugo di Chateneuf>> domandò stupito Arture.
<<Sì, Arture proprio lui>>
<<Non sapevo che il nipote del cavalier Valdemar fosse al servizio del vescovo Ugo. Valdemar non mi aveva informato, al mio ritorno>> commentò sbalordito l'amico.
<<È vero>> replicò Valdemar scusandosi con Arture, per la sua dimenticanza.
<<Saranno quasi venti anni, se non di più, che è stato eletto vescovo di Grenoble. Persona davvero singolare di alti valori e principi - pose l'accento il conte con ammirazione e aggiunse: condusse una lunga disputa contro il conte d'Albon, Ghigo III, per recuperare alla diocesi i beni che gli sarebbero stati sottratti proprio dai nobili Albon.>>
<<Già ... e, in un certo qual modo, ha raggiunto l'obiettivo! - intervenne Corvin - Infatti, l'anno scorso il vescovo stipulo' un accordo con il conte Ghigo che accettò di cedere alla diocesi i terreni contesi in cambio del riconoscimento dell'autorità temporale degli Albon sui dintorni di Grenoble. So questo, perché dopo la vostra partenza conte per la Terra Santa, prestai servizio presso il conte Ghigo, per completare la mia formazione a futuro cavaliere.>>
<<Sì, il cavalier Valdemar mi aveva informato di questo prima della mia partenza>> - rispose il conte.
Poi, dando particolare rilievo espressivo a informazioni per lui salienti, continuò:
<<Per quanto riguarda il vescovo Ugo è famoso per la sua battaglia per la morigeratezza dei costumi del clero, sostenendo che un uomo di Dio dovesse condurre una vita pia, lontana da ogni eccesso, regolata dal silenzio, dalla preghiera, dalla carità ...>>
Il conte Clert fu costretto a interrompersi per improvvisi colpi di tosse. Dopo una breve pausa, regolando il ritmo delle parole e il tono della voce, proseguì:
<<Sedici anni fa, nel 1084 ricordo molto bene la data perché l'evento fece scalpore ed ebbe grande eco in tutte le contrade vicine a Belley, il vescovo Ugo, donò al suo maestro spirituale e ai suoi compagni l'eremo di Chartroux, dove fu eretta in seguito la prima Abbazia dell'Ordine dei Certosini.>>
<<Sì, è vero - intervenne nuovamente Corvin - Dicono tutti in queste contrade che sia un sant'uomo, mi farebbe tanto piacere rivederlo alla cattedrale, è stato proprio lui che mi ha nominato cavaliere, vorrei raccontargli quello che mi è capitato dopo la mia nomina e chiedere consigli e conforto.>>
<<Bene! Hai due buoni motivi per andare a Grenoble: il primo, come hai detto, è quello di rivedere il vescovo Ugo è ...>>
<<E l'altro ...?>> incalzo' incuriosito Corvin.
<<Oh ... tra poco capirai!>> esclamò il conte.
Il cavalier Valdemar intervenne:
<<Occorre tener presente signore, che da qui a Grenoble il viaggio è molto lungo, saranno all'incirca cinquantasette miglia, sette,otto ore di viaggio a cavallo.>>
<<La strada comunque per Grenoble è abbastanza praticabile e sicura, maestro. Ho saputo che la neve non è ancora venuta da quelle parti>> preciso' il giovane, ancora ignaro del proposito del conte.
<<Sì, Certamente! - intervenne nuovamente il conte - Mi chiedevo però Corvin, se desideri accompagnare il cavalier Valdemar a Grenoble. Sono molte ore a cavallo, indubbiamente, gli farebbe piacere cavalcare in buona compagnia. Hai espresso poco fa il desiderio di vedere il vescovo alla cattedrale, questa per te può essere una buona occasione. È dal giorno della tua nomina a cavaliere che il cavalier Valdemar non vede i suoi familiari. Mio figlio si era offerto di accompagnarlo, ma deve badare al castello, almeno fin tanto che non mi sarò completamente ristabilito.>>
<<Certamente conte!, il viaggio non mi sembra faticoso. Contate pure su di me. Sarà un piacere fare una bella cavalcata, insieme al mio maestro>> rispose Corvin inclinando lievemente in avanti la testa, con evidente assenso.
Poi Corvin, con un ampio sorriso, si rivolse a Valdemar:
<<Mio buon maestro, sarà per me un onore e un piacere accompagnarvi a Grenoble. All'alba dell'ultimo giorno dell'anno, se siete d'accordo, sarò nuovamente qui a Belley per intraprendere il viaggio con voi.>>
<<Oh! Ti ringrazio tanto Corvin - rispose commosso l'anziano cavaliere - sapevo di contare sulla tua disponibilità, ma forse avresti bisogno di un tempo maggiore per organizzarti ... anche perché vorrei soggiornare a Grenoble qualche giorno e gradirei che ti fermassi con me. Potremmo così fare il viaggio di ritorno a Belley insieme, dopo un opportuno riposo. Mio fratello e la sua famiglia sono povera gente, ma saranno molto felici di conoscerti e ospitarti. Mio nipote, il diacono, l'avrai già visto sicuramente alla cattedrale, era presente il giorno della cerimonia alla tua nomina a cavaliere.>>
<<Mi fermerò volentieri! Fin d'ora ringrazio per l'ospitalità dei vostri familiari. Mi farà piacere rivedere anche la cattedrale di Grenoble>> rispose Corvin.
<<Davvero bellissima la cattedrale - esclamò il cavalier Valdemar - C'ero anch'io ad assistere alla funzione.>>
<<Lo so maestro: eravate vicino a mio padre ed io ero molto contento della vostra presenza. Mi avrebbe fatto piacere che anche Isabelle fosse venuta con voi ma, in seguito, mi avevano riferito che era ammalata quel giorno.>>
<<Sì,  purtroppo! Ero molto dispiaciuta di non esser potuta venire alla tua cerimonia. Ci tenevo tanto.>>
<<Lo so Isabelle ...>> la rassicuro' Corvin.
<<Corvin - esclamò  nuovamente il cavalier Valdemar - Ricordo che, dopo la cerimonia,tu e tuo padre siete ripartiti immediatamente per Innimond per tranquillizzare tua madre che quel giorno aveva dovuto restare al castello.>>
<<È  vero! Mia madre non era potuta venire alla cerimonia perché  anche lei, come Isabelle, stava poco bene.>>
<<Hai visto quindi solo la cattedrale? - riprese il Cavaliere -  Non hai avuto, dunque, la possibilità  di visitare la città.>>
<<È  vero. Non ho potuto fermarmi a Grenoble.>>
<<Questa volta, però  avrai tutto il tempo per visitarla. È  un'incantevole località  sul fiume Isere, molto più grande di Belley, con molte attrattive interessanti da vedere. Grenoble non è solo famosa per la sua cattedrale.>>
<<Molto bene - disse il conte strofinandosi le mani in segno di positiva condivisione ...Sono contento che il cavalier Valdemar viaggi in tua compagnia, Corvin.>>
<<Qui ci vuole un brindisi>> propose Arture prendendo il boccale di vino sul tavolo e  facendo l'atto di riempire personalmente le coppe dei commensali.
Tutti si alzarono per brindare, anche Ogier che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad ascoltare il colloquio degli altri commensali, si alzò  contro il proprio volere, ma in cuor suo si stava preparando allo scontro.

Corvin il cavaliere solitarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora