Eren è un ragazzo di 18 anni che ha appena iniziato a lavorare in un hotel di un piccolo paesino di collina occupato per lo più da prati e boschi che da appartamenti. Un giorno però, tra i via vai di varie persone, una in particolare, risaltò agli...
E anche questa mattina mi tocca svegliarmi presto.Esco dalla mia stanza e Prendo un caffè alla veloce offerto dal mio collega. Menomale che essendoci pochi dipendenti il capo ha dato un mini alloggio a tutti,anche se l'aspetto negativo è che essendoci meno personale lavoriamo di più, non potendoci dividere la maggior parte dei compiti.
Scendo dalle scale dell'hotel e inizio la mia giornata di lavoro. Ancora assonnato mi ricordo che oggi non mi devo occupare dell'info ma dello scarico bagagli. Mi dirigo velocemente all'entrata dove solitamente i clienti arrivano con il taxi.
Arrivo con l'affanno e l'ultima cosa che mi mancava era un cliente impaziente di prima mattina. Faccio un grosso respiro e gli vado in contro cercando di abbozzare un sorriso.
Lui mi guarda negli occhi impassibile con aria scocciata, per poi dirmi con voce arrogante: muoviti ragazzino non ho tempo da perdere. Nel mentre prende le chiavi della sua stanza e sale. Tra me e me rido e penso a chissà dove aveva pensato di passare le sue vacanze estive.Voglio dire...cosa avrà mai di così importante da fare se non affacciarsi e godersi il panorama. E' un paesino così piccolo che oltre a un misero mercato e qualche negozio non si trova altro che una fitta boscaglia che ci circonda quasi opprimendoci. Con il pilota automatico mi risveglio dai miei pensieri e mi accorgo di aver portato già su le sue valigie.Busso e sento la voce dell'uomo darmi il permesso di entrare per scaricarle li, prima che me ne vada sento nuovamente la sua voce dirmi di prendere la mancia sul tavolino. Ringrazio e scappo via.
Levi
Certo che i giovani d'oggi sono tutti così lenti e svogliati. Aah da quanto tempo che non venivo qui. L'unica persona con cui avevo legato in questo hotel qualche anno fa era un signore dagli occhi verdi...molto simili a quelli del ragazzo di prima,chissà magari è suo figlio.Sono così stanco che non riesco nemmeno a pensare. Mi faccio una doccia e e quando esco mi rendo improvvisamente conto che una delle mie valigie è sparita. Inizio ad andare in escandescenza. Quello stupido moccioso...e gli ho dato anche la mancia! Guardo all'interno di ogni singola valigia ma l'unica cosa che trovo sono un paio di boxer. Non voglio uscire così...la cosa positiva è che posso chiamare qualcuno per farmela portare senza dover scendere all'info. Compongo il numero e mi risponde quel deficente di prima e ne approfitto per riversargli tutta la rabbia che è riuscito a farmi accumolare dal primo secondo in cui l'ho visto ad adesso.
-Senti stupido moccioso pensa di più a fare il tuo lavoro ritrovandomi l'altra valigia o per te saranno guai sono stato chiaro!?
Eren
la sua voce non era alta ma bensì roca e profonda. Intimorito rispondo:s-si non si preoccupi glie la riporterò subito.
Diamine che imbecille che sono. Mi guardo attorno e vedo una valigia rossa vicino agli scalini e il cartellino attaccato al bagaglio con su scritto Levi Akerman. Non aspetto un attimo e mi dirigo nella stanza numero 15. Ovviamente qui non c'è l'ascensore e quindi mi ritrovo con il cuore in gola a bussare alla sua porta. Lui mi apre e..co-cosa?! In boxer?
Levi
Cos'hai da guardare moccioso. Dammi la mia valigia... mentre me la porge seguo con lo sguardo le sue braccia muscolose sino ad incontrare i suoi occhi e improvvisamente lo vedo arrossire.Sono perplesso. Rimaniamo a guardarci per qualche secondo e mi viene in mente il mio vecchio amico a cui pensavo poco prima. Certo che hanno gli stessi occhi!. Incuriosito colgo l'occasione per chiedergli,prima che se ne andasse - Tu sei il figlio di Domenico? Il cantante dei Forestieri?
Lui si gira con insicurezza e mi dice..si ma come lo sa?
Senti ragazzino,dovresti essere in pausa pranzo adesso,quindi siediti dove ti pare e nel mentre io mi vesto,poi ti spiego.
Lui annuisce e mi segue. Chiudo la porta e mi infilo i pantaloni e la maglia dandogli le spalle e a giudicare da come mi sento osservato sono sicuro che mi stia guardando.
Infatti girandomi noto il suo viso prendere fuoco.
Eren
oh! Mi ha notato...che figuraccia. Ecco sicuramente sarò rosso come un peperone dal calore che avverto sulle guance. Bravo Eren,sempre la solita storia. Tanto tutti quelli che ti fanno questo effetto sono etero e finirai solo per esse disgustato da ognuno di loro.
Mentre mi volto e cerco di spostare i miei occhi sul tavolino del salotto lui si siede vicino a me e mi rivela finalmente che era già stato qui anni prima. Visitava assiduamente questo paesino e di aver conoscuto mio padre. Mentre me ne parla mi vengono in mente i bei momenti che passai anche io insieme a lui prima che...- Sai Levi,se posso chiamarti così,mio padre è...diciamo che lui sen'è andato. Lui rimane con gli occhi serrati mentre io invece cerco di trattenere le mie lacrime. Levi emette un grugnito per poi dirmi con voce calma quasi a sussurrare - Mh...mi dispiace. Era uno dei miei pochi amici e sarà stato sicuramente anche un buon padre. Mi parlava spesso di te e di tutti i guai che combinavi,Eren.
Quando pronuncia il mio nome partono due lacrime dai miei occhi e prima di far prendere il sopravvento alle mie emozioni mi alzo e mi accingo alla porta per andarmene, ma lui mi afferra per un polso,mi volto e...
Levi
Non so perchè ma vedere questo ragazzo in lacrime mi spezza il cuore. Sarà perchè in lui rivedo la sensibilità di Domenico o forse perchè dai suoi racconti mi ero già affezzionato a questo ragazzo. -Hey,senti non volevo rattristirti così tanto. Se vuoi puoi stare a mangiare qui per pranzo.
Eren
Lo ringrazio ma senza accettare l'invito e mi dileguo ancora in lacrime. Mi chiudo nel mio alloggio e rimango seduto sul pavimento con la schiena al muro a cercare di riprendermi. Devo assolutamente andare a lavorare. Mi faccio coraggio e dopo una giornata pesante arrivo stremato alla mia porta la spalanco e vedo ai miei piedi un biglietto con su scritto x Eren. La apro:
-Se puoi vediamoci domani mattina al bar dell'hotel -Levi
Rimango pietrificato. Ma cosa vuole da me quell'uomo. Oltre al fatto che era un vecchio amico di mio padre. Non so nulla di lui mentre di me mi ha dato l'impressione di sapere già tutto.Vado a letto con il male alla testa dalla situazione creatasi e mi addormento profondamente.
Levi
Gli occhi di quel ragazzo in lacrime mi hanno fatto letteralmente impazzire. Quel verde smeraldo cupo come un mare in tempesta esprimono tutte le emozioni che io non sarei mai in grado di far trasparire. D'evessere un momento critico per lui e essendo stato il miglior amico del padre mi sento in dovere di aiutarlo. Mi sento così strano però...non mi è mai capitato di voler fare un favore a qualcuno se non per interessi. Diciamo che anche con Domenico alle volte sono stato davvero meschino. Vorrei solo farmi perdonare in qualche modo penso.Quanto sentimentalismo levi...ancora una volta stai solo facendo un gesto egoistico,tu non lo fai per il bene del ragazzo ma solo per il tuo e per sentirti con l'anima e la coscienza apposto. Decido di assecondare la mia coscienza e penso,Ok sarà sicuramente per questo.Mi sdraio e prendo sonno quasi all'istante.
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Ciaoo ragazzi! Spero vi stia intrigando. Non so da voi ma qui diluvia. Ad un certo punto è caduto un fulmine qui vicino e mentre tutti erano spaventati io e la mia amica ci siamo affacciate e abbiamo pensato...EEEren vieni quii. Hahaah Spero stiate bene. Pubblicherò un altro capitolo presto sperando che anche voi ne desideriate la continuazione. Ci si sente!