"Addii"

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<<Principessa la mamma ha detto no>> afferma lui piangendo. Corro nelle sue braccia e mi faccio cullare da lui, mi faccio invadere le narici del suo profumo che chissà tra quanto potrò risentirlo.
15 agosto 7:00 a.m.
Oggi è il giorno della partenza. Sono passati 6 giorni dalla proposta del dirigente. Oggi si torna a casa, ma io non ho voglia, voglio rimanere qui con papà, Daniel, Valerie e il piccolo Thommy. Chissà tra quanto li rivedrò.
11:00 a.m.
Sento già dentro di me un vuoto incolmabile. Corro da Daniel che piange e mi fiondo nelle sue braccia <<Bimba non mi dimenticherò mai di te, promesso>> afferma lui piangendo <<Mi mancherai>> rispondo io tirando su con il naso. Mi da un bacio sulla fronte e io mi stringo ancora di più a lui. Poi saluto Valerie, il piccolo e infine vado da papà. Due settimane fa non avrei mai creduto che mi sarebbe mancato così tanto invece... invece sentirò la sua mancanza, mi mancheranno i suoi abbracci e i suoi "principessa". Dopo una mezz'ora viene chiamato il mio aereo e io devo partire. Piango.
Sette ore dopo
Dopo sette ore sono atterrata a Londra. Ad aspettarmi non ci sta nessuno come mi aspettavo. Torno a casa e non trovo nessuno. Corro in camera e chiamo Daniel.
In chiamata
"Ei bimba"
"Ei Daniel"
"Come è andato il volo?"
"Bene, mi mancate tantissimo tutti voi"
"Anche tu bimba, troppo. Mi mancheranno le nostre risate, i nostri abbracci, mi mancherà dormire con te, mi manchi e mi mancherai troppo tu picc-ehm scusa bimba"
Stiamo al telefono per molto tempo a parlare del più e del meno prima che torni mia madre. <<CAROLINEEE>> chiudo la chiamata con Daniel e vado di sotto. Da lei non ricevo neanche un abbraccio, nulla. La vita continua ad essere sempre la stessa. Arriva sera ed esco. Prendo le mie cuffie e inizio a camminare ripensando a New York e a quello che ho lasciato. Ripenso a tutto questo è sento nostalgia. Inizio a piangere e mi siedo sotto un albero. Ad un certo punto inizia a piovere e quindi sono costretta a tornare a casa. Rientro bagnata e una sgridata da parte di mia madre non può mancare. Vado in camera e mi faccio una doccia
16 agosto 11:00 a.m.
Suonano al campanello. Vado ad aprire ed era il postino con una lettera per mia madre. Gliela porto e lei la legge: <<Quel bastardo. Crede di poter vincere>> borbotta lei <<Cosa?>> chiedo io <<...>>

Il coraggio di sognare ancora |COMPLETA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora