Serial Killer and Tea

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Sweet creature, sweet creature
Wherever I go, you bring me home
Sweet creature, sweet creature
When I run out of rope, you bring me home.
-Harry Styles, Sweet Creature.

Louis era troppo perplesso per starsene in silenzio a riflettere, per cui, affiancò Harry che continuò a non fiatare. Lo fissò a lungo rendendosi fottutamente inquietante. Era sbronzo e stanco, quindi non ci pensò nemmeno due volte.
"Louis perché mi fissi?" Sbuffò Harry con tono annoiato, decidendosi a guardarlo negli occhi. Erano così luminosi, Louis voleva che fossero i fari che l'avrebbero condotto nei suoi posti preferiti. Scacciando via quei pensieri assurdi, prese parola:
"Perché vuoi accompagnarmi? C'era qualche droga in quel drink che ti ha reso gentile? E ora perché non parli? Sei bipolare per caso?" Parlò così velocemente che non era nemmeno sicuro che avesse detto tutto quello che voleva.
"Louis, cazzo, mi farai impazzire! Non risponderò a tutte le tue stupide domande, ti accompagno perché voglio."
Harry era combattuto tra l'ucciderlo e il baciarlo. Si sorprese perfino di averlo pensato, ma quel ragazzino era così impavido ed arguto da farlo impazzire senza nemmeno rendersene conto. L'aveva colpito sin dall'inizio, quegli occhi blu gli avevano letto l'anima e l'accenno di barba lo faceva sembrare più virile di quanto fosse realmente. Poteva confermare che Louis fosse uno dei ragazzi più attraente che gli erano capitati davanti nella vita. Ma Louis era un problema che non voleva aggiungere alla sua vita, per cui doveva saperne mantenere le distanze.(Aveva iniziato bene con l'accompagnarlo a casa, eh?)
"Va bene, fanculo stai calmo" in quel momento, Louis notò qualcosa che lo fece ridere fino a fargli mancare l'aria. Harry ovviamente non capiva che cazzo prendeva a Louis.
"Louis, perché ridi?" Chiese cauto, allontanandosi di un passo.
"Ovviamente tu lo hai! Perché qualcuno da lì mi odia tanto, ma davvero tanto!"
"Cos'ho di sbagliato?" Harry continuava a non capire.
"Un Havunas! Mi sembri mio padre!" Esclamò, asciugandosi una lacrima dovuta al troppo ridere.
"Aspetta un secondo, sei il figlio di Dan Tomlinson?" Harry adesso era più confuso di prima, le pupille erano dilatate dal puro stupore.
"Sì, non è nulla di così rilevante" rispose vago. Louis odiava quando qualcuno scopriva chi era e smetteva di considerarlo per quel che era. Si rifiutava di dirlo in giro perché sapeva che dopo poteva andare solo peggio.
"Scherzi? Devi farmelo conoscere Louis, ti prego" Gli strinse una mano(E wow, era bollente) mantenendo l'espressione seriosa per non sbilanciarsi troppo.
"Per favore, adesso non cambiare atteggiamento con me, ti preferisco stronzo. Detective Stronzo" tirò via la mano, guardandosi intorno.
"Abito qui, puoi andare anche via ora, Detective Stronzo." Lo liquidò il ragazzo dagli occhi azzurri, girando i tacchi.
"Qual è il tuo problema Lou? Fanculo" urlò Harry scappando via, consapevole dell'errore che aveva fatto: non aveva la macchina ed ora doveva attraversare la città, facendosela a piedi.
Il prossimo caso di omicidio potrebbe essere il suo, fantastico.

-

Intanto, Louis tremava, il suo cuore aveva perso un battito dal momento in cui Harry l'aveva chiamato 'Lou'. No Tomlinson, no Louis, ma Lou, qualcosa di così intimo che lo aveva sfiorato nel profondo. Si chiuse la porta alle spalle, poggiandosi contro di essa ancora incredulo. Non poteva crederci.
Qual è il tuo problema Lou?
Lou.
Lou.
Da quanto conosceva Harry Styles? Meno di una settimana, che gli prendeva? Per quanto potesse rimuginarci su, aveva un'evidente cotta per il suo Detective Stronzo che gli era difficile ammettere.
-
La mattina dopo, non si svegliò con lo strano odore di sigaro di Zayn. Curioso, si introdusse nella sua camera e si pentì immediatamente di averlo fatto.
Un pochino soltanto forse, da lì riusciva a vedere il sedere perfettamente scoperto di Zayn. Accanto a lui c'era il corpo di un ragazzo che da quella distanza non riusciva a riconoscere. In più, il ragazzo in questione, si era tirato le coperte fin sopra alla fronte, lasciando scoperte le gambe magre e poco abbronzate.
Eppure gli sembrava di conoscerlo..
In ogni caso, decise di richiudere la porta silenziosamente, togliendo immediatamente il disturbo dal dormitorio, meditando che forse la colazione al bar non era una così brutta idea.
-
Il professor Grimshaw si era ampiamente complimentato con Louis per il lavoro che stava svolgendo alla CCPD, e ora ne era davvero fiero. Non aveva ricevuto nessun complimento(figuriamoci da Harry)per cui si era quasi emozionato. Sapeva che stava facendo qualcosa di utile. Uscì dalla classe e afferrò il cellulare che vibrava insistentemente nella sua tasca:aveva una mezza idea su chi potesse essere.
"Pronto?"
"Louis so che hai finito a scuola, quindi raggiungimi immediatamente a Deaporl Street, 45. Ci vediamo."
Allontanò il cellulare dall'orecchio incerto, affrettandosi a raggiungere la sua brillante macchina. Suo padre, ovviamente, gliel'aveva regalata prima che iniziasse ad andare all'Università. Doveva ammettere che era stato contento per questo, aveva sempre desiderato una Range Rover nera con i vetri scuri, proprio quelle che scorgeva nei film. Guidò più in fretta che potette, ma c'era un po' di traffico, movente per il quale si prese un momento per fumarsi una sigaretta.
Arrivò sul posto dopo 15 minuti non munito del suo cartellino.
"Io lavoro con il Detective Stron-Styles, Styles volevo dire" insisteva Louis inutilmente. La guardia gli rideva in faccia rifiutandosi di farlo passare. Scocciato, Louis passò alle minacce.
"Se il Detective lo sapesse...se non è vero quello che ti dico, sarà lui a mandarmi via. Ma se poi dico la verità? Penso che sarei tu ad essere nei guai" ghignò, ma la guardia non si smosse. Louis vide un indaffarato Liam e cercò di richiamare la sua attenzione.
"Liam! Liam ti prego, dici chi sono a quest'essere, non vuole farmi passare!"
"Louis! George va tutto bene, lascialo passare. Sta con Harry"
Liam gli rivolse un gentile sorriso, accompagnato da una pacca sulla spalla e si dileguò.
Louis raggiunse Harry nell'abitazione circondata da nastro giallo.
"Ho fatto prima che potevo, la guardia non voleva lasciarmi entrare" si scusò Louis, avvicinandosi a Harry.
"La prossima volta tieni il cartellino con te"
Gli rispose freddo Harry. Ogni traccia dell'Harry della sera prima sembrava sparire sul lavoro.
Entrarono nel grande salone e Louis era al limite dello shock. Lo scenario si ripeteva, uguale al primo, con un' unica variante:oggi le vittime erano 2.
Il pavimento ricoperto di vernice color oro, le pillole dorate a formare due orologi e i corpi senza ferite intrecciati tra loro. Erano entrambe delle donne, entrambe bionde come la prima vittima. Gli orologi segnavano 12:00 o più probabilmente 00:00.
"Si a cosa pensi. Sì, gli orologi coincidono con l'orario del decesso.
Abbiamo a che fare con un serial killer, Louis" enunciò Harry.
"In che senso?" Proferì Louis un po' turbato.
"Siamo a quota tre vittime, il che vuole dire che è un serial killer. Inoltre, uccide sempre nella stessa maniera, come se rispettasse un protocollo."
Espose precisamente Harry, ammonendo il ragazzo dagli occhi blu che stava per toccare qualcosa. Harry gli aprì la bocca, sentendo il fiato che emanava.
"The, esattamente come l'ultima volta" asserì il riccio, frugando nelle tasche delle vittime. Naturalmente erano vuote, fatta eccezione per i cellulari conservati nelle tasche posteriori. Lo misi in due bustine diverse, consegnandole alla scientifica per farli esaminare.
"Louis, scrivi quello che ti dico. Innanzitutto, due vittime:Hanna Pool e Lisabelle Skylar. Amiche, bionde, 30enni, non sposate. La prima lavorava in un'impresa di cartoni e la seconda lavorava come infermiera. Ora, per favore, dato che non c'è the in casa, odora le loro bocche e trovami la qualità di te usata dalla vittima."
Louis appuntò tutto, facendo come detto.
"Se vuole posso andare ora al distretto o a casa, ho infinite qualità di the che potremmo provare."
L'idea di un riccio dagli occhi verdi in casa sua gli suscitò emozioni indecifrabili. Il riccio sarebbe entrato in qualcosa di suo e cazzo, desiderava tanto entrare in qualcosa di Harry. Dio, suonava così male!
"Louis ho detto sì due volte, andiamo sì o no?"
"Uhm sì" mormorò guidandolo verso la sua Range.
"È tua?" Domandò il riccio interessato, deglutendo forse per invidia. Poteva leggergliela negli occhi.
"Sì, colpa di mio padre. Vuoi guidarla?"
Cliccò sul piccolo telecomando aprendola, aspettando una risposta di Harry.
"Ehm non posso. Per un inseguimento pericoloso mi hanno tolto la patente per tre mesi"
Si era appena aperto con lui e ora sembrava una Pasqua.
"Oh capisco, passeranno" esclamò nervoso dopo secondi di silenzio tombale. In auto, il liscio era combattuto tra lo stare in silenzio e soffrire e tra il porre ad Harry alcune domande fintamente disinteressato.
"Uhm allora.." esordì svoltando a destra e fermandosi ad un semaforo rosso.
"Perché hai deciso di fare un Detective?"
Harry non rispose subito, imbarazzando Louis che temeva di aver sbagliato.
"È qualcosa di delicato di cui non voglio parlare" Harry disse quelle parole, chiudendosi nel suo mondo da cui Louis avrebbe desiderato portarlo via.
"Tu?" Si sforzò Harry, azzardando un sorrisetto obliquo.
"Ho sempre amato vedere in TV questo genere di cose, mia mamma mi diceva fossi portato. Ero solito risolvere dei casi prima di quanto facessero loro. Era solo in TV, ma ne ero fiero. Per ora sto studiando, e qui con te mi sto convincendo sempre più che questa sia la mia strada" terminò Louis, ripartendo al semaforo verde. Mancavano pochi isolati al dormitorio.
"Non c'è qualcosa che ti appassiona così, Harry?"
"Certo, il mio lavoro lo fa, ma non come prende te. È qualcosa di speciale il tuo, Louis, qualcosa che non ho."
"Harry, imparerai a trovare qualcosa che ovunque andrai, ti porterà a casa. Quando correrai fuori dalla fune, ti porterà a casa. Ma siamo ancora giovani. Riuscirai a trovarla."
Finì di parlare, svoltando nel viale accanto al suo dormitorio. Dentro di se sperava che Zayn non fosse in casa. Zayn sapeva di quello che pensava di Harry, avrebbe preferito che non lo avesse messo in imbarazzo.
"Qui Harry" fermò il ragazzo, girando la chiave nella serratura, trovando l'appartamento apparentemente vuoto.
"Zayn!" Urlò ricevendo una risposta dal ragazzo, purtroppo.
"Yo amico, eccomi!"
Zayn entrò nel salone in boxer, reggendo in mano quella che sembrava una canna. Louis spalancò gli occhi, intimando il ragazzo con lo sguardo, ma era troppo tardi.
"Mi scusi, sta fumando erba?" Chiese il riccio dall'espressione contrariata, aggrottando quelle maledette sopracciglia.
"Devo arrestarla?" Continuò Harry. Zayn impallidì, spegnendo  la canna immediatamente. Dal nulla, incominciò a ridere di gusto, dando una pacca al ragazzo in boxer.
"Scherzavo Zayn, Niall mi ha avvisato. Ci lasci soli?" Il Detective schiacciò un occhiolino al mulatto che rise nervosamente, ubbidendo. Quindi, si infilò i primi vestiti che trovò sul divano, sparendo dalla circolazione. La confusione sul  di Louis in presenza di Harry era diventata perenne. Stavolta optò per stare in silenzio e prendere le varie scatolette di the. Mise sul fuoco due bollitori, aspettando si scaldassero.
"Mi piace qui"
Decretò Harry, comodamente seduto sul divano.
"Tu mi confondi" rispose invece Louis, esausto da quegli atteggiamenti bipolari.
"In che senso?"
"Fai finta di nulla Harry" lo ignorò il liscio, dividendo l'acqua ora calda in 10 bicchieri riempiti per metà. Immerse le dieci bustine di gusti diversi in ognuno di essi, aggiungendo un cucchiaino raso di zucchero. Non amava il the con lo zucchero, ma in quel caso preferiva aggiungerlo.
"Okay, tu bevi ed io odorerò il tuo fiato Louis, va bene?"
Il ragazzo annuì, bevendo il primo.
"Avvicinati e mettiti tra le mie cosce" Louis degluì, permettendo a Harry di fare come detto. Stava per sudare dall'emozione, nonostante si stesse trattenendo.
"No, provane un altro. Sei una gola profonda per bere tutto questo the" commento Harry, facendo quasi strozzare l'altro.
Gola profonda?
Lo prendeva in giro?
"Nemmeno questo" dichiarò Harry, avvicinando ancora un po' le loro sedie.

"Nemmeno questo, sembra che stai per strozzarti con qualcosa di grosso"

"Bevi più lentamente e gustati il sapore, e comunque non è nemmeno questo"

"Stai sudando Louis, sembri emozionato. Bevi questo qui bianco ora"

"Leccati il labbro, o ti sporcherai tutto"

Cinque bicchieri dopo Louis stava per scoppiare a piangere. O Harry lo stava provocando o era lui che fraintendeva  e trovava un doppio senso a tutto. All'ottavo bicchiere, Harry si illuminò.
"The alle rose rosse e ai lamponi! È questo!"
Louis ora poteva permettersi di rilasciare un sospiro di sollievo e riprendere fiato.
"Come ci sarà utile?" Chiese Louis, perplesso ancora una volta.
"Il nostro serial killer è attento e preciso. Segue un manuale e non appena troveremo un sospettato, perquisiremo l'abitazione. Non è the così comune, sara facile riconoscerlo. I dettagli sono tutto Lou, non perderti per la strada"
Ancora una volta il soprannome fece fare i salti di gioia al suo cuoricino cotto.
"Cosa posso fare ora?"
"Aiutami a trovare collegamenti tra le vittime. Lunedì ci sarà una riunione col comandante, tieniti pronto. La signora Miller non accetta errori di nessun tipo."
"Domani non ci sarò" gli fece notare Louis.
"Bene, avrai più tempo per avere qualcosa di concreto da esporre al comandate dopodomani. Arrivederci Louis, la centrale chiama. Per te per oggi è abbastanza."
Il Detective andò via portando con sé il profumo della sua acqua di colonia a menta e l'atmosfera infuocata che c'era. La mezza canna sparita anch'essa con lui.
"Arrivederci, Detective Stronzo"

NOTE
(Capitolo da correggere)
Riguardo agli aggiornamenti, cercherò di aggiornare tre-quattro volte alla settimana, approfittando che la scuola ancora non sia iniziata. Se vi va, lasciate una stellina. A presto!
Xx

Crime Scene -Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora