Quando, la mattina dopo, Ruby riaprì gli occhi pensò che gli eventi della sera prima fossero stati solo frutto di un sogno. Alzò il busto, si passò le mani tra i morbidi capelli e si stiracchiò appena. Poi portò le mani al collo, sentì con le mani la collana e dovette tornare alla realtà. Scostò le coperte, indossò una giacchina sopra al pigiama bianco che indossava e, dopo aver legato i lunghi capelli in una coda di cavallo, scese al piano inferiore.
Di suo padre non c’era ancora traccia in giro: doveva essere ancora in ospedale, o forse era tornato da poco per sprofondare subito, com’era solito fare, in un sonno profondo. Lo stesso poteva esser detto di sua madre, ma lei, di solito, non era una persona mattiniera. Così, in piena solitudine, aprì il frigorifero e versò del succo di frutta in un bicchiere. Mentre era intenta a sorseggiarlo, sentì che la porta d’ingresso si apriva.
- Buongiorno, Dan! - bofonchiò, mentre suo fratello chiudeva la porta, sbattendola.
- Non hai idea di quello che ho dovuto fare per trovare un passaggio - rispose lui, tra i denti.
- Potevi chiedere la macchina alla mamma. Ah, no, giusto; non te la dà mai per le tue scorribande - fece Ruby, con un tono piuttosto acido.
Daniel la fulminò con uno sguardo, poi salì le scale di corsa, senza dire una parola.
La sera prima, quando era andato a prenderla all’ospedale, Dan era sembrato molto più interessato alle condizioni della moto che a quelle di sua sorella; non che Ruby s’aspettasse altro, anzi: ormai lo conosceva. Poche ore dopo, mentre lei era stata costretta a letto da sua madre (per evitare che si facesse ancora del male, questo, almeno, aveva detto la donna), suo fratello era uscito, gridando contro tutto e tutti a causa della mancanza di un mezzo.
Ruby sospirò, sorseggiando ancora il succo di frutta e ripetendosi, come faceva da oltre quindici anni, che lei e Daniel erano troppo diversi per poter essere davvero fratelli.
- Ah, ascolta una cosa - fece lui, improvvisamente, catapultandosi giù per le scale - Siccome tutta Beeston parla del tuo incidente e del modo in cui sei miracolosamente sopravvissuta, senza un graffio, tra l’altro, ecco…sei diventata una specie di celebrità -.
Ruby corrugò la fronte. - Hai parlato di quello che mi è successo con quegli idioti dei tuoi amici? -.
- Non sono stato io, se ne parlava già in giro -.
- Ma se non c’era nessuno a soccorrermi, oltre al conducente del camion! Ed eravamo entrambi in ospedale da ore! - si lamentò Ruby.
Daniel sospirò. - Non è questo quello che conta - disse - Lydia Bae darà una festa, stasera -.
- E perché la cosa dovrebbe interessarmi, visto che tu e i tuoi amici spocchiosi non avete mai pensato di interessarvi a me? -.
- Perché adesso che sei una sopravvissuta tutta Beeston è interessata a te - rispose Daniel, alzando le spalle.
- Mi stai dicendo che quell’idiota di Lydia Bae mi ha invitata alla sua festa per pochi intimi solo perché ieri sono finita sotto un camion?! -.
- Non è una festa per pochi intimi, Rubbs, c’è sempre un sacco di gente -.
- Beh, io non ci sono mai stata, e sono tua sorella! Quante volte siete stati insieme, voi due? Tre?! -.
- Quattro, credo. Forse un po’ di più, non sono sicuro -.
Ruby sbuffò, esasperata.
- Andiamo, sorellina, sei stressata! Hai bisogno di una festa -.
- Non pensarci nemmeno! Anche se decidessi di venire, poi, non saprei cosa mettermi! -.
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Il nome della Fenice
RandomRuby Aliéne ha 19 anni, un fidanzato litigioso, un fratello scapestrato e due genitori spesso troppo impegnati per darle attenzioni. Durante un burrascoso ritorno a casa, sotto la pioggia, in motorino, Ruby si scontra con un camion e, ne è certa, pe...