8 anni prima
Enola
La nuova routine: Andrea mi veniva a prendere ogni mattina sotto casa, Andrea mi accompagnava all'università con la Maserati, Andrea seguiva le lezioni del primo anno con me al posto di quelle del terzo anno, Andrea studiava con me in qualche aula vuota dell'università, Andrea mi riaccompagnava a casa. Nessuna festa, neanche una goccia di alcol, nemmeno l'ombra dello spirito dannato che trasudava da ogni poro. In realtà, Andrea organizzava feste ed eventi eccome, ma non vi partecipava e automaticamente tagliava fuori anche me senza motivo apparente.
« Perché ancora non posso frequentare il tuo gruppo di amici e mi tieni isolata? Ho qualcosa che non va? Ti vergogni di me?» avevo provato a chiedere qualche tempo prima, dopo che aveva appena finito di organizzare l'ennesima festa nei boschi.
« Non mi vergogno di te, anzi. Solo che penso che tu non sia ancora pronta, diciamo così.» aveva risposto.
« Pronta per cosa? Dovete fare dei riti e hai paura che io possa chiamare le autorità?»
Andrea mi aveva guardato basito.
«Non so che cosa tu abbia in testa, il massimo a cui puoi assistere è recitare poesie da ubriachi mentre si copula. Penso che non sei pronta perché al momento hai paura della tua stessa ombra, non credo tu ti possa trovare a tuo agio in mezzo a gente che è l'esatto opposto di come sei ora.»
«Ma devo pur iniziare da qualche parte!» avevo protestato.
« Lo so.» aveva tagliato a corto.
Da quella conversazione erano passati due mesi e non avevo ancora partecipato a nessuna festa. Non erano di certo eventi stratosferici come quelli che potevano permettersi i personaggi famosi sugli yacht, con champagne da centinaia di dollari, caviale e ballerine di lap dance, ma erano delle feste, era qualcosa di diverso dai libri di testo e dai pensieri che mi assillavano di continuo. Un giorno pensavo a Diego, uno a Tiziano, uno a Fabrizio, uno ad Andrea che sembrava avermi illuso di potermi cambiare la vita, uno a Milena e Nadia che sentivo di meno rispetto al liceo visto che tutte e tre eravamo alle prese con gli impegni universitari.
Non era cambiato nulla, mi sentivo più sola di prima.
*
«Andrè, con te mi annoio.» dissi in uno slancio di coraggio.
Eravamo come al solito in un'aula semivuota a studiare, o meglio, io studiavo e Andrea leggeva un romanzo. Lui non aveva bisogno di studiare, sapeva già tutto lo scibile umano sulla letteratura italiana e straniera, avrebbe benissimo potuto conseguire la laurea quel giorno stesso, invece si limitava a ciondolare per i corridoi dell'università, a rivolgere sorrisi maledetti a destra e manca e dare dell'incompetente a qualunque professore gli si parasse davanti. Preparava gli esami più difficili in una settimana limitandosi a leggere gli appunti presi da altri a lezione, ovviamente lui già conosceva quelle nozioni, ci dava un'occhiata perché «così all'esame vado dritto al punto ripetendo quello che il professore vuole sentirsi dire. Non ho tempo da perdere con loro.»
La sua saccenteria si concretizzava in una sfilza di trenta e lode e mozziconi di sigaretta gettati a terra nell'attesa che tutti sostenessero l'esame così da poter verbalizzare il voto.
«Hai capito che ti ho detto? Con te mi annoio! Mi avevi promesso un'esperienza universitaria unica, invece i miei giorni con te sono più noiosi di quando ero sola!» sputai con acidità gettando con noncuranza l'evidenziatore che stavo utilizzando.
Andrea sollevò gli occhi dal romanzo. Mi fissò.
«Era ora che lo dicessi, mi hai fatto aspettare due mesi.» ribatté.
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Ogni attimo rubato ( Ex ANCHE ORA- Il Castello Del Rancore)
Chick-LitSei una vigliacca, Enola. È facile così, vero? Fai calare il sipario e poi lasci gli spettatori a graffiarsi il viso per la disperazione. Il loro sangue si mescola al velluto del sipario. Scarlatto su scarlatto. E tu, lì dietro, ridi. Asciughi il su...