Capitolo 2

560 32 1
                                    

Le mitiche Valchirie sono semidee guerriere presenti nella mitologia norrena. Nell'immaginario collettivo sono ragazze bellissime, vestite con l'armatura che cavalcano in giro per i campi di battaglia, su destrieri. Oppure, cavalcano lupi e si aggirano sui campi di battaglia sotto forma di corvi. Hanno lo scopo di accompagnare le anime dei migliori guerrieri defunti nel Valhalla e di combattere al fianco di Odino. Secondo varie leggende, sono dotate di doti sovrannaturali quali forza e sensi più sviluppati. Alcune di esse possiedono poteri speciali.                                                                     - Possibile che le definizioni siano tutte uguali?- sbuffai spegnendo il computer portatile. Volevo una spiegazione, anzi un paio. A cominciare dal fatto, che sembravo appena uscita da un centro di bellezza e che i miei occhi avevano cambiato colore. Ho sempre avuto le iridi di una sfumatura incerta tra il marrone ed il nero, ma adesso erano di un intenso blu scuro. La mamma non aveva detto niente, quindi supponevo che per lei fosse tutto assolutamente normale. O che fossi impazzita, cosa molto probabile visto i quattro anni infernali appena passati.                                                  Mi avvicinai allo specchio titubante, guardando l'orologio: le 11 in punto. Ero proprio io? Più alta, snella, agile. La pelle rosea, i capelli castani scuro e mossi alle punte, i magnetici occhi blu scuro, le labbra rosee perfettamente disegnate... Dovevo esserne felice oppure dovevo preoccuparmene? Quella non era certo una mia illusione. Ma a mia madre non era dato nell'occhio, di solito sclerava per ogni minimo cambiamento. Oppure voleva fare finta di non vedere. Da quando mi aveva beccata in ricognizione, era trascorsa sì e no una settimana. E lei era ancora arrabbiata.                      Un urlo squarciò il silenzio. Mi bloccai e con uno scatto mi uscii dalla stanza. Ad una velocità non umana, mi fiondai in camera di mia sorella.- ERIS!-                                Mia sorella era rintanata in un angolo, appoggiata alla parete ed era visibilmente terrorizzata. Le andai incontro.- Eris, cosa é successo. Eris!-                                Lei indicò pallida il suo specchio:      - C'era qualcosa lì dentro...-             Con passi felpati, mi feci vicina alla specchiera. Premetti la mano sul vetro freddo, gradendone la levigatezza sotto le dita. Picchiai le nocche sullo specchio, ma Il riflesso della stanza non cambiò.                     - Che cos'era?- domandai esaminando la cornice di legno elaborata.                                               - Sembrava una sagoma avvolta da un mantello nero e...e gli occhi erano due pozzi scuri...non aveva pupille..- Sapevo fin troppo bene, quando mia sorella mentiva o no. Qualunque cosa fosse stata, ero sicura che avesse visto qualcosa. E questo non era buon segno. Bisognava restare con i nervi ben saldi.

Osservai i capelli lisci, biondo cenere di Eris e i suoi occhi verde cupo. Sembrava molto più grande per la sua età. Non potevo credere che la mia sorellina, stesse diventando una bellissima adolescente. Gettai un'ultima occhiata allo specchio, per poi girarmi: - Di qualunque cosa si trattasse se ne è andato.-                  - Mi prendi per pazza, vero?-                - Cosa?!-                                                -Ho detto che mi stai prendendo per pazza. Non mi credi.- Eris si fece avanti, seria.                                         - Non mi sembra che 'se ne è andato' equivalga ad un 'sei pazza'.- replicai sarcastica.                         - Lo sai a cosa mi riferisco.- ripetè lei facendomi sussultare.                                                                                            Le prime volte che Eris aveva avuto delle visioni non le avevo creduto. Pensavo che avesse le allucinazioni e a volte l'avevo presa in giro per questo, ma allora io avevo 14 anni e lei 7.                                      - Davvero mi conosci così poco, Eris? Ho dato la mia parola che non sarebbe più successo. Ti ho fatto male e non mi dispiacerò mai abbastanza per essere stata così superficiale, ma non sono mai stata bugiarda con te. Mai.- dissi e la fissai duramente.                                  Eris arrossì e si strinse nella felpa  che indossava sopra la maglia. - Lo so, Ice. Lo so, ma a volte certe cose lasciano il segno. E cosa facciamo adesso?-                                                - Non resta che aspettare. Se quel coso dovesse rifarsi vivo, lo spezzerò piacevolmente in due.- affermai facendo saltare fuori il pugnale dalla tasca dei pantaloncini. Meglio non farne mai a meno.            Eris rise sotto i baffi e scosse la testa: - Ice sei sempre la solita!-        Io la guardai maliziosa: - Ci sono delle cose, sorellina, che non puoi capire.-                                                Lei si ritrasse al mio tocco: - Non sono più una bambina e non ho bisogno di una babysitter.-                  La guardai dall'alto del mio 1.66:       - Tecnicamente sono io la più grande e tu non hai nemmeno 12 anni.-                                                          - Non significa niente. So difendermi benissimo da sola!- esclamò accigliandosi.                        - Sai combattere, sai affrontare una chimera, sai maneggiare una spada?-                                                  Eris non rispose, mi fissò solo intensamente. - Eris, ci sono molte cose che devi imparare. Io alla tua età non sapevo nemmeno cos'era una spada. Tu sei già una campionessa di scherma. Devi solo attendere un altro po'. So come ci si sente a non poter far nulla per difendere gli altri. Io stessa non posso fare un granché.-                      - Ma cosa dici? É da due mesi che lotti contro creature più forti di te il triplo e mi proteggi.- Mia sorella si fece sbiancare le nocche. - Non mi dà fastidio l'essere protetta, ma il fatto di essere debole. Io...vorrei essere preparata come te.- Eris si morse il labbro. L'abbracciai e le sussurai: - Tu sei speciale, lo sei sempre stata. Per me non sarai mai un peso. Sei mia sorella e ti tratterò sempre come tale, perché ti voglio bene.- Poi le misi una mano sulla spalla e mi diressi verso la porta.      - Ah, una cosa! Non dire niente alla mamma per ora. Se no va fuori di testa. E a proposito io sarò sempre al tuo pari, ma...vedi se la smetti di giocare alle barbie. É imbarazzante.-  Eris con mossa fulminea prese un cuscino e me lo lanciò contro. Lo evitai per un soffio con un semplice movimento della testa.-Tanto te la faccio pagare!- gridò minacciosa mentre scendevo di sotto.                   - Certo, sorellina.- risposi ridendo.Guardai dalla finestra, ma non c'era ancora la cinquecento living L della mamma. Era al lavoro nonostante  mancassero 4 giorni a Natale. É proprio vero che la vita cambia così velocemente. Improvvisamente, udii scendere le scale. Eris mi guardava ad occhi sgranati sul penultimo scalino.                                                   - Ehm, pensavo fosse solo un riflesso della luce, ma... cosa é successo ai tuoi occhi?-                                                    

ValkyrDove le storie prendono vita. Scoprilo ora