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Martin in questi quattro anni non è cambiato per nulla.
Sempre il solito ragazzo di quartiere strafigo che qualsiasi donna di qualunque età perderebbe la testa, peccato che ogni qualvolta che una ci prova con lui è costretto a confessare tale dilemma che è omosessuale.
E tutte noi compresa me rimaniamo a bocca aperta.
Lui è stato l'unico contatto in questi anni che ho avuto la possibilità di avere.
Lo conobbi l'ultimo anno delle medie un po'strano come tipo ma con lui ti puoi sentire a sicuro.
È come un fratello maggiore che ti protegge da ogni male.
Anche quando partì l'unico a sapere la verità era lui,  ed ora a iniziare questo mio nuovo viaggio ce lui, l'amico che tutti vorrebbero.
Apro lo sportello del passeggero mentre lui con  volto taciturno e serissimo mette i bagagli nei posti antiadecenti ai nostri.

Risale in auto come se nulla fosse,  insomma come se la mia presenza non gli fa né caldo né freddo.
Qualcosa aleggia nell'aria,  tipo tensione, angoscia vari miscugli che se li assapori ti avveleni l'anima e il cuore.

Il silenzio turbolento che si ode in questa specie di auto è straziante.
I dubbi mi annebiano la poca lucidità che mi è rimasta Marco avrà già scoperto che sono scappata, ma posso ancora sentirmi rilassata perché quando proverà solo a chiamarmi nessuno risponderà.
Il mio vecchio numero è svanito come il mio cellulare, già nuova vita e nuovo cellulare esilarante come cosa.

"Sei agitata? " afferma Martin dopo un silenzio assordante.
Si sono agitata mio caro amico ma cerco di non  darlo a vedere.

"Un pochino".

Avrei voluto dire che il mio cuore sta per uscirmi fuori dal petto come un vulcano pronto ad esplodere, ma cerco di mantenere la calma.

"Perché sei scappata, così di punto in bianco?
Marco ha fatto qualcosa che non doveva?
Ti ha tradita?
Ti ha messo le mani addosso?
Giuro che se ti ha fatto qualcosa se la vedrà con me!. "

"Troppe domande, che hanno una sola risposta per ora: non era più casa mia quella ma un covo di vie desolate di bugie"

Sgrana i suio occhi di un celeste cristallino, ma non fiata. Per il momento nulla deve fuori uscire dalla mia bocca: nessuno saprà niente!

"Martin e se lui non vorra vedermi, se loro ce i miei genitori non vogliono che oltrepassi quella casa.
Nessuno sa del mio arrivo.
Nessuno, a parte te." sussurro per evitare di crollare in un pianto isterico.

"Cara Stella, la tua assenza si è fatta sentire, e molte cose sono cambiate.
Molte cose..." lo guardo in cerca di qualche altra risposta, ma il suo viso lo tradisce a dismisura.
Ce l'ha scritto in faccia che qualcosa è successo in mia assenza.

Cosa avrà voluto dire con:  Molte cose sono cambiate...

Le nuvole che danzano fra di loro impediscono al sole di manifestarsi liberamente.
Ho appena tastato il terreno della mia città nativa.
Le gambe tremolanti e il cuore in tempesta.

Per i prossimi giorni Martin mi ha ospitato in casa sua.
Una casa accogliente e ben arredata, si nota subito che vi è il tocco femminile.

 Innanzitutto è al secondo piano, infatti per entrare devi passare per un portone. Appena entri c’è il corridoio, con un mobile con specchio, dove in genere c’è sempre un mazzo di fiori finto e chiavi sparse, di macchina e casa,  mentre qui vi e solo alone, deserto. Subito a destra c’è la cucina, è colorata con rosso e grigio, una di quelle moderne,ha un tavolo grande,con sedie  dello stesso colore, ovviamente della cucina. Vi sono delle mensole, dove  Martin ha messo i libri delle sue serie preferite, un calendario, un orologio a parete e una tv a 32 pollici. Di fronte c’è il salone, con tre divani, di cui uno è un divano letto,  c'è un mobile grande in legno, che in parte è una vetrina, dove ci sono le varie bomboniere e servizi, regalati e roba del genere, oltre a libri e varie fotografie di famiglia che lo ritragono insieme ai suoi cari. Inoltre al centro c’è un tavolino in parte in vetro in parte in legno. Seguendo sempre il corridoio, ci sono altre due stanze ai lati e di fronte il bagno, che è di colore bianco nero, come la sua squadra preferita, non vi è la vasca, ma il box doccia, per comodità e velocità e anche per spazio suppongo. A destra c’è la stanza degli ospiti, con la parete verde chiaro, che richiama il colore dell’armadio, a sei ante. Al centro c’è una cassettiera, con numero di sette, e il posto per la televisione. Al centro della stanza c’è il letto grande, con un materasso ortopedico, ha la testiera sempre in legno staccata dal letto, ma con all’interno due grandi e profondi cassettoni, dove di solito si mettono i ricambi stagionali. Infine vi sono i comodini in legno, con due cassetti, e sopra le varie lampade, rosari e libri di preghiere, non pensavo che fosse cosi religioso, poi, su tutte le pareti ci sono diversi quadri, anche fatti a mano da qualche artista di strada.
E infine girando in questo meraviglioso labirinto la sua camera che a dir il vero si vede che qui ce lo zampino di un uomo disordinato peggio della sottoscritta.

"Martin ma questa casa è il paradiso delle donne è pazzesca, tranne la tua stanza" farfuglio come una bambina che ha appena ricevuto un premio.

"Oh ma grazie sua signoria" e si dilegua in cucina.

Il getto d'acqua è efficace il per rilassarti.
Cerco di asciugarmi, rapidamente prendo un semplice vestitino e vado da lui, non ho voglia di aspettare altri giorno, ho aspettato già abbastanza .
Martin è intento a godersi un mega gelato alla stracciatella, mentre guarda sempre il notiziario delle partite,  che rottura.

"Andrò da lui adesso" per poco non si strozza, non dice nulla ma il suo sorriso debole non mi da speranze e il suo molte cose sono cambiate è un'eco strazziante per le mie orecchie, e questo non mi convice.

Il venticello fresco mi è d'aiuto per frenare la mia sudorazione.
La nostra casa, anzi la loro casa è esattamente a trentotto passi dal gastro, sempre se vi è ancora.
Giusto trentotto, perché ogni qualvolta che andavo da Martín ho imparato a decifrare la distanza che ci separava,  quindi quando avevo bisogno di lui bastavo che contavo fino a trentotto e in un'attimo mi trovavo da lui.

Il gastro è ancora lì, quel posticino carino che quando ero piccola passavo le giornate intere con i miei, a mangiare tanta roba buona.

Trentasei, trentasette, trentotto.

Eccomi fuori alla mia vecchia abitazione.

Stella coraggio bussa quel campanello.
Uno.
Due.
Tre.

Ho le gambe tremolanti,  quando apre la porta  rimane basito,  e con le labbra spalancate, leggermente;  mi avrà riconosciuto?

Non è cambiato per nulla.
È  sempre lui...

"Ciao" sussurro mentre le lacrime incessanti cadono sul mio volto.

Ciò che non vorresti [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora