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In questo preciso istante vorrei tanto avere la capacità di spegnere completamente la mia umanità, tanto da evitare questo gonfiore che opprime il mio respiro.

Sapendo che tu stessa hai causato in tutto o solo in parte la morte dei tuoi genitori, per seguire il tuo grande amore; se si può definire tale. Non è una cosa da sottovalutare, hai comunque privato il tuo stesso fratello della tua assenza per quattro lunghi anni...

Ora non sì può, come ha accennato il mio caro fratello, di rimettere i cocci del vaso rotto tutto intero come una volta.

Un vaso quando lo si rompe è difficile tentar di ripararlo perché le sue crepe le noterai sempre.
Ti accorgerai che ogni segnatura l'hai causato tu e non puoi farci un bel nulla.

Devi solamente convivere con L angoscia, con l' amare realtà che niente e nessuno potrà colmare tale vuoto;dolore che opprime da ora in poi il tuo dolce cuore ....


In un lampo mi ritrovo fuori all' abitazione di Martin, suono ripetutamente il suo sguardo non dice nulla, ma il suo silenzio è irritante.

Di certo lui conosce tutta la verità e tutti i tipi di avvenimento che si sono verificati durante la mia assenza, per questo durante il viaggio di ritorno era molto taciturno...

Lui sapeva tutto.

La domanda che mi pongo è: "Perché non me l'ha detto prima, un vero amico lo avrebbe fatto.

Non riesco neanche a guardarlodritto negli occhi che mi dirigo nella stanza a prendere quelle poche valige che non sono riuscita a disfare del tutto.

Sotto il suo sguardo mortificato nel più totale silenzio oltrepasso senza pensarci due volte quella porta per andar via di nuovo...

Questa volta, sussura la mia coscienza: " Dove andro mai? "

Afferro con agilità la giacca ma un qualcosa o qualcuno mi impedisce di aprire quella maledetta porta.

''Credi che uscendo di nuovo da quella porta le cose posso cambiare?
So cosa stai pensando che il sottoscritto sappia tutta la verità e ha cercato di tenerti all' oscuro di tutto per evitare di soffrire ulteriormente. "

Lui pronuncia la parola sofferenza con tale non curata.


*una settimana dopo*

Dall' ultima volta che vidi mio fratello, mi sono barricata in casa chiudendo la porta della stanza non lasciando entra nessuno, neanche Martin che ogni cinque minuti bussava a quella dannata porta per sapere come stavo.
L unica a farmi compagnia solo questa bottiglia di alcool che ho racimolato nella credenza prima di chiudere la porta della stanza e gettare la chiave nel water, tanto da evitare di uscire.

La testa martella come un tamburo in mezzo ad una festa, ma almeno quel poco che circola nelle mie vene a calmato anche solo per un secondo il tale gonfiore che il mio amato cuore sta sopportando.

Tante volte in questa grigia settimana ho riflettuto che non sarei dovuta mai tornare in Italia e restare in quel covo di vipere che non mi permetteva di respirare.
Qui le cose vanno di male in peggio qui il mio respiro si è eclissato da quando sono andata a trovare i miei cari genitori in quel posto tanto brutto.

Mi alzo dal letto barcollando e prendo la mia unica amica che mi è rimasta intatta, sbirciando da fuori alla finestra c'è un via vai di gente, le guardo uno ad uno pensando che le loro risate nascondono tanti segreti come io: " la ragazza che ha ucciso i genitori per seguire un amore maledetto fatto solo di menzogne."

Urlo prima di gettarmi come un sacco di patate sul quel letto che odora solo di lacrime versate e di alcool.

Quei pochi istanti che mi portano in un mondo parallelo mi fanno riflettere,decidendo di punto in bianco di frugare nelle valige alla ricerca di un paio di calze e un bel vestito per prendere una boccata d'aria e per svagare i miei pensieri in un qualche locale della zona.

Ma come voleva si dimostrasse mi mancano le mie amate calze, si anche se fuori ci sono 40 gradi io indosso le mie amate calze.

Quindi a malincuore mi tocca uscire per comprarmene un paio, mentre adesco un misero short con una canotta mi ricordo che le chiavi della stanza le ho gettate e la mia unica uscita è la finestra quindi non ci penso due volte ad aprila e saltare giù senza badare che altezza c'è.

Dopo essermi creata alcuni graffi mi appresto a fare tale compere prima che il negozio chiuda.

Il cellulare segna le 20.25 e ho solo cinque minuti prima che il negozio affianco casa mia chiuda i battenti.

In un batter d'occhio sono dentro a rovistare alla ricerca di quella dannate calze, quando finalmente sono riuscita a trovarne più di una mi appresto ad andare alla cassa.

Quando le mie orecchie odono un semplice " che nessuno si muova"
Da una voce alquanto strana, che resto paralizzata dietro allo stendando del detersivo; facendo appunto cadere quelle dannate
Calze ...

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