N.a NON AGGIORNO DA UNA VITA. DOVREI SCRIVERE UN PAPELLO DI SCUSE MA NON BASTEREBBERO. SONO UNA PERSONA PESSIMA SOPRATTUTTO PERCHÉ MANCANO TRW CAPITOLI ALLA FINE DELLA STORIA. MA NON PREOCCUPATEVI PERCHÉ IN SETTIMANA USCIRÀ UN ALTRO CAPITOLO. BACI
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Una volta leggendo un libro di psichiatria, avevo trovato un argomento interessante.
"L'elaborazione di una perdita".
Il medico psichiatra Elizabeth Kubler-Ross studiò a lungo i pazienti che avevano subito una perdita: sia che fosse stato un lutto che semplicemente, la fine di una storia d'amore.
La signora Kubler-Ross era riuscita ad individuare una serie di tappe, cinque fasi per la precisione, grazie alle quali il cervello umano riusciva a superare il dolore.
E' come se il cervello avesse bisogno di tempo per resettarsi, per ricominciare a funzionare nel modo giusto, e servissero appunto questi gradini per riuscirci.
E'un meccanismo di autodifesa, che si innesca senza avere il potere di controllarlo. E senza accorgemene, anche il mio cervello stava elaborando il dolore per conto suo.
Prima fase: Negazione - Nella prima fase ci si rifiuta di accettare la verità e la nostra mente ci protegge dal riconoscere che tutto quello che avevamo costruito assieme ad una persona è svanito.
Perso.
I sogni, i progetti, le aspettative non hanno più senso di esistere e, per la sorpresa e lo sgomento, si arriva a negare tutto.
«Leo, non risponderà» mormora dolcemente Bea, sistemandosi in mezzo ai cuscini del letto.
Non la guardo e continuo a fissare il display, lasciando vibrare nell'aria il suono metallico che produce il mio cellulare.
Tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu.
Aspetto che parta la voce della segreteria prima di premere il tasto di chiusura della chiamata.
«Avrà lasciato il telefono a casa» dico, scrollando le spalle come se nulla fosse.
Premo il blocco-schermo e lascio il cellulare sul comodino, lo allontano per un pò. Ma Bea lo sa bene che Mattia non ha lasciato il telefono a casa. Lei è sempre stata più realista.
«No Leo» sussurra piano.
Alzo gli occhi e lo sguardo preoccupato di Bea mi si attacca addosso.
«S-sì, io lo conosco Mattia, quello scorda sempre tutto, a momenti anche la testa» tento con una risata asciutta.
Lei fa una smorfia dispiaciuta «O magari è con Giulia»
Sento gli arti paralizzarsi e persino respirare mi costa fatica «M-ma non credo, lui non sta con lei. E poi è come dico io Bea, lui mi risponderebbe. I-io so come è fatto, lo so. Lo richiamerò dopo e risponderà sicuramente»
E' un pò disorientata. Sbatte le palpebre confusa, come se non riuscisse a capirmi. Ed è strano perchè di solito Bea capisce tutto. Ma questa volta è diverso. Lei non li vede i frammenti cadere a terra. Piccoli pezzi del mio cuore che, quando sbattono contro il suolo, rimbombano.
Strano quanto possano essere assordanti dei frammenti così piccoli.
«Leo...» mormora a disagio, troppo sorda per sentirli cadere.
Allargo le labbra in un sorriso, montato su a forza. Così falso da apparire vero e sincero.
La guardo con finta gioia, le labbra inclinate in una curva perfetta e impeccabile.
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La misura di tutte le cose - Vol. I
Teen FictionI volume della trilogia "I segreti di Grottavecchia". I volumi di questa trilogia possono essere letti separatamente e senza seguire un ordine cronologico poiché sono storie a sé. Leonardo Mancini ha diciassette anni, trascorsi quasi tutti a Grottav...