24. Verità

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N.a *Spoiler*: nel capitolo non ci sarà Mattia, ma è dedicato all'approfondimento della figura di Giulia e del suo legame con Mattia. Quindi questo capitolo risolverà ogni vostro dubbio.

Spero che vi piaccia a presto

Marti!

*

Ultimamente avevo conosciuto la sensazione di avere il cuore rotto a metà. L'avevo sperimentata negli ultimi mesi e la causa era solo una.

Mattia Lombardi.

Il nostro rapporto era iniziato in modo strano.

Io non lo volevo davvero – non all'inizio, quantomeno. Non che ci abbia mai veramente pensato. Mi sono semplicemente presentato lì, quella mattina di settembre, quando lui era arrivato a scuola; l'ho osservato per un lungo istante, affascinato, per un motivo che tutt'ora non riesco a spiegarmi.

Allora non sapevo il perchè il mio pensiero fosse fisso su di lui, ma forse neanche quello mi avrebbe fermato dall'innamorarmene.

Perché qualcosa è scattato in me, quando l'ho visto in aula, all'ultimo banco, mimetizzarsi con tutti gli altri, con una facilità sconcertante. Guardando la facilità con la quale Mattia era riuscito ad inserirsi nel mondo, non mi ero mai reso conto che forse inizialmente ero interessato a lui perchè mio malgrado, lo invidiavo. E più guardavo quella creatura dagli occhi dello stesso colore della malachite, più percepivo qualcosa che non aveva mai avvertito prima, un desiderio sordo all'altezza dello sterno.

E quella stessa creatura che tanto avevo amato mi aveva poi spezzato il cuore. Per poi raccoglierne i cocci e rimetterlo insieme.

Ma mai avrei creduto di vedere un altro cuore rotto come il mio, con le stesse crepature, ma forse ancor più martoriato.

Un cuore frantumato dalla stessa persona; e lo vidi un pomeriggio.

Quando aprii la porta di casa mia, ritrovai Giulia a fissarmi con gli occhi rossi e gonfi e il labbro tremante.

«Allora sei tu...» aveva sussurrato con un filo di voce.

Quell'esile ragazzina era tutto un tremito, sembrava così fragile che da un momento all'altro avevo temuto si sarebbe potuta rompere.

«Stai bene?» le avevo chiesto e mi ero sentito subito sentito stupido per averle posto quella domanda.

Era ovvio che non stesse bene.

Aveva sbattuto i grandi occhi blu più volte e poi aveva accennato un sorriso disarmante.

«E' come se mi avessero strappato il cuore» aveva semplicemente mormorato.

Il respiro mi si bloccò e la fissai come un pesce lesso. Poi mi chiusi la porta di casa alle spalle e ci sedemmo nelle scale del pianerottolo.

Mi ero acceso una sigaretta ma non avevo il coraggio di guardarla. Tutta quella sofferenza mi avrebbe fatto stare male di riflesso.

«Mattia mi ha mollata» aveva annunciato guardando dritto davanti a se, oltre il grande finestrone che affacciava al cortile «ma tu penso sappia il perchè»

«Giulia...»

«Non è colpa tua. Sapevo che era tutto una finzione da prima che arrivassi tu»

«Sapevi che Mattia era gay?»

«Avevo qualche sospetto, ma sapevo che Mattia non mi amava. Per tre anni ho desiderato il suo amore così tanto, che ormai era diventato un'ossessione. Ma la verità è che lui stava con me solo perchè si sentiva in colpa»

«Si sentiva in colpa?»

«Sì. Mattia è la persona che conosco più di tutti, ma è il perchè ci siamo incontrati che ci unisce così tanto. Ti ha mai parlato di sua madre?»

«Qualche volta me ne ha parlato, so che ha avuto un incidente...»

Lei aveva annuito «Beh devi sapere, che la madre di Mattia soffriva di una grave forma di depressione, che nessun psicologo era riuscito a curare. La notte dell'incidente sua madre si era messa al volante dopo aver preso una dose eccessiva di farmaci, e in seguito ad un malore aveva perso il controllo della macchina»

«E' terribile...So che in macchina c'era anche la sua sorellina»

«Si, Alice aveva solo due anni....Ad ogni modo, la macchina della signora Lombardi si era andata a scontrare contro un'altra macchina. E questa macchina era guidata da mio padre...»

La sua voce non tremava più, raccontava quella storia con una freddezza tale che mi ero congelato sul posto. Era come se stesse raccontando qualcosa che non la riguardasse.

«Non fare quella faccia» mi aveva ripreso.

«Quale faccia?» avevo mugugnato.

«Stai provando pena per me. E sono stanca di tutti quelli che lo fanno, come te, come Mattia» sibila, stringendo duramente la mascella.

«Giulia sono sicuro che lui ti vuole bene»

«Ma non mi ama» era scoppiata come una bolla di sapone. Gli occhi le erano diventate due pozze piene d'acqua, ma con un gesto veloce aveva già spazzato via le lacrime con la manica del maglione.

«Ci siamo conosciuti in ospedale, la notte dell'incidente. Io piangevo disperata, mentre lui invece non aveva versato una lacrima da quando era entrato. Alla fine per farmi stare zitta, mi aveva regalato la caramella che teneva nella tasca del giacchetto. Poi non mi aveva più lasciata per tutta la notte, neanche un istante. Era stato tutto il tempo con me e mi aveva detto che se sarebbe bastato a farmi smettere di piangere, sarebbe rimasto quanto tempo volevo»

 Una lacrima le era sfuggita, e le aveva bagnato il volto arrossato «Poi non ci siamo più lasciati, e alla fine io mi ero innamorata di Mattia. E' difficile non innamorarsi di uno come lui, è quasi impossibile»

«Già» avevo sussurrato.

«Sai Leo, da quando si è trasferito a Grottavecchia tutto è cambiato. Le prime settimane, le volte che mi chiamava, non faceva che parlare di te, di quanto fosse stato fortunato ad aver incontrato uno come te. E io non volevo capire a cosa si stesse riferendo. Poi le sue chiamate si erano fatte più rare ed io mi ero rassegnata al fatto, che le cose tra di noi non sarebbero più stati uguali. Una notte suo padre mi chiama e mi chiede di stare da loro per un pò, ed io ovviamente accetto. Speravo di poter recuperare, di poter salvare il nostro rapporto»

«Suo padre aveva scoperto che gli piacevano i ragazzi»

Avevo fatto una smorfia di disgusto, ricordando quella notte.

 «Lo so...» aveva risposto atona «le cose da quando ero arrivata, sembravano essersi messe a posto, o per lo meno, volevo illudermi che lo fossero. Io la notavo la malinconia nel suo sguardo, ed ogni giorno se lo stava divorando. Quindi gli ho detto di venire da te e parlarti»

 «Sei stata tu?» 

Spalancai gli occhi per la sorpresa e lei annuii.

«Perché? Tu lo ami!»

Si era spostata una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi aveva guardato seria «Bisogna prendersi cura delle cose che si amano. E se la cosa che ami più al mondo non è felice, che senso ha continuare a farla soffrire?» 

«Tu non ti meriti tutto questo...» avevo mormorato stringendole la mano pallida.

Si era sforzata di sorridere e aveva sospirato  «Ognuno di noi merita l'amore, e non si può costringere una persona ad amarti se quella non ci riesce»

Tutto d'un tratto mi ero reso conto che l'amore a volte ti costringe a fare cose che persino odi.

E lasciare andare qualcuno è la più grande forma di amore.

«Il motivo per cui sono venuta qui, é che domani partirò e tornerò a casa. Ma prima che io me ne vada da qui» aveva detto, sollevandosi in piedi e pulendosi i pantaloni «devi promettermi una cosa Leo»

«Cosa?»

«Mattia ti ama tanto, ma tu devi promettermi che lo amerai il doppio. Sia per me che per te»

Le avevo sorriso di rimando.
«Te lo prometto»

La misura di tutte le cose - Vol. IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora