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L'inverno si sarebbe presentato cupo e rigido quell'anno , i contadini avevano ammassato più fascine del solito. I venti gelidi che soffiavano dal Nord portavano presagio di bufera e pioggia nonostante fossero ancora alla fine di ottobre ,le massaie avevano già tirato fuori dai bauli pelli di animali e coperte di lana fatte a mano per scaldare le notti dei loro padroni.
Ariane gettò gli scarti di cibo e pane ammollato ai maiali ,si strinse nella logora mantella e ritornò alle sue mansioni.
Bernice le aveva chiesto di rammendarle le calze, più che altro aveva ordinato, ma per Ariane soddisfare i capricci di Bernice e Catherine non era un impiccio.
Riusciva sempre a rimediare qualcosa di dismesso che loro non utilizzavano più poiché considerato fuori moda.
Cosa che in realtà per lei non rappresentava affatto un problema ,non veniva invitata alle feste da ballo dove andavano loro ed era più che contenta di non andare .
Riteneva che le due sorelle diventassero fin troppo smorfiose quando si preparavano in ghingheri da festa , le aiutava a prepararsi ma le sembravano ridicole nella loro smania di apparire.
Le dicevano sempre che lei era una povera sciatta e stupida per questo non veniva invitata ad alcuna festa ed era anche meglio così ,loro si sarebbero vergognate a morte se avessero dovuto portarla.
In tutto questo però lei non si sentiva affatto stupida, sapeva leggere ,scrivere e tener di conto.
Aveva imparato a ricamare ,cucinare e curare piccole ferite con erbe medicamentose .
Se gliene fosse stata data la possibilità avrebbe portato avanti il piccolo castello del padre.
O di quello che lei considerava e chiamava padre, in realtà era figlia della sfortunata e defunta sorella del signore che aveva avuto clemenza e l'aveva presa con se giurando alla madre su letto di morte che l'avrebbe data in marito a una persona per bene quando fosse giunta l'età maggiore.
Ma purtroppo nella promessa il Barone Dominic Duran non aveva tenuto conto della perfidia di moglie e figlie e della cupidigia del figlio,così a soli sette anni Ariane era stata spedita nelle stalle a dormire con gli animali .
Al mattino presto veniva chiamata per rassettare le stanze della baronessa e delle loro figlie ,doveva rifare i letti ,spazzare i pavimenti e riordinare i vestiti che non avevano indossato.
Solo dopo che loro avevano fatto una sostanziosa colazione con pane fresco e lardo ,frutta ,latte e fichi essiccati le davano un tozzo di pane duro ammollato con un po' d'acqua .
Quello era per colazione,quello era per pranzo e sempre quello era per cena.
Dicevano che non mangiando carne non sarebbe ingrassata e ogni stalliere o soldato o messaggero avrebbe fatto carte false per prenderla in moglie.
Si ,per lei solo gente comune, i baroni e gli altri titolati non erano alla sua portata,lei non aveva alcun titolo.
Anzi fino ai diciotto anni era rimasta solo Ariane o come la chiamavano le sorelle Ariane la Lady dei porci, poi il barone le aveva dato finalmente il suo cognome non riconoscendola comunque un membro della famiglia per volere della moglie Ghertrud .

"Dove sei stata stupida e inetta ragazzina? Noi ti manteniamo e tu invece di ringraziarci e fare di tutto per compiacere me e le mie figlie ti dai arie da gran dama. "
Ariane ormai aveva imparato a memoria le parole della donna e ogni mattina le ripeteva insieme a lei.
"Buongiorno anche a voi baronessa. Avete dormito male questa notte? Volete che vi prepari un bel bagno caldo?"
Nonostante la maltrattassero in tutti i modi possibili e immaginabili non riusciva a essere sgarbata, era convinta di meritarsi tutto quello che le veniva detto.
"Si . Preparami un bagno e poi rassetta il salone oggi avremo ospiti a pranzo e tutto dovrà essere lindo e profumato"
"Provvederò immediatamente baronessa"
Fece il più riverente degli inchini e si defilò, corse veloce nelle cucine dove la cuoca stava affaccendandosi per il pranzo e sgridava una poveretta per aver sbagliato a tagliare le patate.
Ariane non si intromise, non poteva prendere le parti di nessuno in momenti come quello,solo verso sera quando avrebbe finito di svolgere tutte le sue mansioni allora avrebbe potuto cercare e confortare la poverina.
Ora doveva correre e sbrigarsi,la baronessa odiava sprecare minuti preziosi fuori dalla sua tinozza, la portò su in camera e fece la spola dalla cucina con grandi anfore piene d'acqua calda per il bagno della signora.
Dopo si occupò del grande salone ,aprì le grandi finestre per cambiare l'aria e iniziò a spazzare , poi lavò il pavimento e sostituì il tappeto di giunchi posto davanti alla porta.
Mise la legna nel camino e sistemò le sedie intorno al tavolo.
Non aveva idea di chi fossero gli ospiti ma poco le importava dato che non li avrebbe incontrati ,appena avesse finito di svolgere le sue mansioni doveva sparire.
La baronessa non voleva dare spiegazione alcuna riguardo alla sciatta ragazzina che si aggirava tra le mura del suo castello, quindi le intimava di sparire immediatamente al suono di zoccoli di cavalli.
"Ariane"
Catherine la chiamò su dalle sue stanze e si vide costretta a lasciare quello che stava facendo per correre a vedere cosa volesse.
"Ariane vieni presto"
Adesso era Bernice che reclamava la sua presenza.
"Bernice smettila ,ho chiamato Ariane per prima."
"Smettila tu Catherine! Per me è più importante che Ariane venga prima da me! Ariane muoviti!"
Ariane era combattuta ,non sapeva da chi andare prima e attese qualche minuto, la soluzione non avrebbe tardato ad arrivare.
"Ariane?"
"Si baronessa "
"Vieni ,ho finito il bagno e ho bisogno dei tuoi servigi"
Ariane nascose un sorriso furbo, sapeva che la donna l'avrebbe chiamata , aveva atteso di proposito.
Di li a poco le due sorelle irruppero nella stanza della baronessa disturbando il momento che preferiva in assoluto ,quando Ariane le pettinava e acconciava i capelli lei riusciva a rilassarsi nonostante i sentimenti che la ragazzina le scaturiva.
"Madre dovete punire Ariane!"
Bernice piombò nella stanza con una scarpa si e una no e pretese che una pena ingiusta le venisse inflitta.
Allo stesso modo arrivò Catherine con la sua veste tra le braccia e l'aria compunta di chi non aveva ottenuto quello che voleva.
"Madre dovete punire Ariane"
Eccone un altra.
"Figliole Ariane doveva venire prima da me,solo quando avrà finito potrà venire prima da te Catherine e poi da te Bernice. E ora andate nelle vostre stanze e la prossima volta che vi vedrò in giro in condizioni poco consone al vostro rango resterete due giorni senza cena."
"Ma madre la colpa è di Ariane"
Bernice forse era la più cattiva tra le due sorelle e non se ne sarebbe andata finché ad Ariane non fosse stata inflitta una punizione.
"Lo so bambina che la colpa è di Ariane. Lo sai che è una stolta. Vuol dire che ognuna di voi potrà scegliere la punizione adatta da darle. Ora filate!"
Ariane continuò imperterrita a districare e sciogliere i nodi di quella sterpaglia che la donna portava sulla testa,ormai le punizioni non le facevano più ne caldo ne freddo .
Ne aveva subite così tante che aveva perso il conto, restava senza cena, le imponevano di lavare i maiali, mettersi in ginocchio in un angolo per ore.
Erano così tante e svariate le punizioni che le venivano date suo malgrado che non le sembravano più punizioni ma faccende da sbrigare .
Quando finì di intrecciare gli orribili capelli della donna si ritenne soddisfatta del suo lavoro, dare un aspetto gradevole a quelli che sembravano steli d'erba secca si rivelava un impresa ardua.
"Ho terminato mia signora,volete ammirare il risultato?"
Prese uno specchio e lo diede alla donna che non mancò l'occasione per mettere in mostra la sua vanità nonostante l' età avanzata.
"Bene Ariane, devo dire che hai una certa abilità nell'intrecciare i capelli. Dovresti cercare di diventare altrettanto abile nel riuscire ad evitare le punizioni. Quando le mie figlie ti chiamano devi scattare, sei stata una disgrazia da quando sei arrivata quì. Rassetterai tutte le stanze e resterai senza cena, ora va, le ragazze ti stanno aspettando."
Ariane chinò la testa e fece un inchino prima di lasciare le stanze della baronessa ,poi si recò dalle sue orribili figlie e dopo averle accontentate ed esaudito i loro servigi prese nota mentalmente delle punizioni.
Catherine voleva che lucidasse gli stivali a Rufus l'orribile fratello,mentre Bernice le aveva ordinato di spalare lo sterco dei cavalli degli ospiti che sarebbero arrivati di li a poco. Ora pulire e lucidare gli stivali di Rufus non era un problema,ormai aveva imparato come fargli tenere le mani a posto,il problema erano i cavalli.
Lei aveva paura dei cavalli,con uno zoccolo avrebbero potuto ucciderla.
Sfruttò il momento in cui Rufus stava facendo il bagno per poter prendere gli stivali per lucidarli, non si sentiva molto in forze e non sarebbe stata in grado di respingerlo se avesse colto l'occasione per circuirla.
Da tempo Rufus dimostrava interesse per lei e fino a quel momento era sempre riuscita a schivarlo, ultimamente però si era fatto più audace e riuscire a tenerlo a bada era diventato sfiancante.
Quando ebbe terminato il suo lavoro andò in cucina dalla cuoca per avere il suo tozzo di pane ma le spettava una brutta sorpresa, il pane duro era stato usato per fare le polpette di pane e patate per gli ospiti quindi lei restava senza pranzo e senza cena.
Le veniva da piangere ma trattenne le lacrime ,era una debolezza che non si poteva permettere .
Alle stalle chiacchierò amabilmente con il vecchio stalliere che cercava di istruire il nipote con scarso risultato,gli chiese come stava con i dolori alla schiena e poi si armò di pala e secchio perché finalmente i tanto famigerati ospiti erano arrivati e lei doveva spalare lo sterco.
I cavalli erano legati tutti ai fermi, posti appena dietro le mura del castello ,erano tutti marroni tranne due.
Uno era grigio pezzato e l'altro era un maestoso cavallo nero come la notte, quando Ariane gettò un occhiata agli enormi zoccoli rabbrividì, un solo zoccolo le avrebbe fracassato la testa.
Un uomo in tenuta da cavaliere con una grande spada che gli pendeva dalla cintola sulla coscia sinistra e un lungo mantello blu scuro la osservava da poco lontano.
Quando la vide avvicinarsi timorosa ai cavalli si chiese perché mai una ragazzina facesse lo sporco lavoro che sarebbe toccato a un uomo.
La osservò bene ,il suo incedere lento ed elegante ,la lunga treccia che arrivava al sedere ,le movenze regali. Tutto in lei faceva intendere che era fuori dal suo mondo,Thomas si chiese chi fosse quella ragazzina .
A occhio e croce non aveva più di quindici anni, era molto sporca e indossava vestiti logori,ma nonostante questo non avrebbe potuto ingannare un occhio attento come il suo.
Vide Edmond suo fratello avvicinarsi alla ragazzina con fare bellicoso, conosceva suo fratello e sapeva che qualsiasi gonna che avesse dai quindici anni in su era un boccone per soddisfare i suoi bisogni.
Ma non stavolta.
Era stato lui a notare per primo la ragazzina ,gettò a terra il filo d'erba  che teneva in bocca e raggiunse Edmond e la ragazzina.
"E quindi ti hanno ordinato di spalare lo sterco, ma non credo di aver capito il tuo nome."
Thomas si avvicinò al fratello e gli lanciò un occhiata eloquente.
"Milord non avete capito il mio nome perché non ve l'ho detto. Comunque l'entrata del castello è dall'altra parte,credo vi stiano aspettando."
Le esili mani che spingevano la pala nello sterco erano rovinate e sporche , era notevole lo sforzo che quella ragazzina sottile come un giunco doveva fare per sollevare la pala.
Sembrava che in vita sua non avesse mai visto ne acqua e sapone ne cibo, ciò nonostante il suo aspetto manteneva una certa regalità.
"Se continuate a tremare come una foglia i cavalli intuiranno il vostro timore e diventeranno nervosi a loro volta. In tal caso non vi consiglio di stare troppo vicina ai loro zoccoli,potreste farvi molto male."
La voce calda e bassa che le arrivò alle orecchie la fece rabbrividire, sollevò appena lo sguardo sul cavaliere che le stava davanti e restò senza parole.
Nei suoi venti anni non aveva mai visto un cavaliere più bello, folti capelli neri,naso aquilino e barba incolta.
Ariane si affrettò ad abbassare lo sguardo e si pentì di averlo fissato così a lungo.
"Perdonate la mia curiosità signore ,non avrei dovuto sollevare lo sguardo su di voi. Vi prego solo di una cosa, non accennatelo alla mia signora. Potrei restare altri giorni senza pranzo o cena, vi luciderò gli stivali per farmi perdonare."
Stringeva la pala con fare nervoso e impaurito , tremava troppo e i cavalli sentivano quando qualcuno aveva paura.
Si impennarono e Thomas fece appena in tempo a tirare via Ariane dalla furia degli zoccoli,se la tirò vicina e nonostante fosse sporca e logora la sua pelle emanava un profumo delicato di lavanda.
Ariane lanciò un urlo e si ritrovò schiacciata contro un petto solido come una roccia ,non doveva stare li,non era opportuno.
Una signorina non si lasciava abbracciare da uno sconosciuto,neanche se era un cavaliere bello come quello.
Si divincolò da quelle braccia e scappò verso le stalle, si rifugiò tra le balle di fieno e vi rimase finché non si calmarono i battiti furiosi del cuore dettati a suo avviso dalla paura per i cavalli.
Sapeva già che avrebbe subìto un altra punizione per non aver finito di spalare lo sterco,ma non se ne curò.
Durante il pranzo con il barone, Thomas rispose a monosillabi alle continue domande della baronessa e delle sue stupide figlie ,in realtà era andato sino lì per discutere con il barone delle terre che confinavano a est del suo castello.
Voleva acquistarle per integrarle nelle sue terre ,i soldati diventavano più numerosi e i feudatari gli dimostravano fiducia e lealtà incondizionata ,quindi aveva bisogno di più terra per le loro capanne.
Non si spiegava per quale motivo si fossero unite al pranzo anche moglie e figlie ,non che a lui importasse molto,la mente continuava a tornare alla ragazzina che aveva stretto a se chiedendosi chi e dove fosse in quel momento.
Avrebbe voluto chiedere chi fosse ,ma gli era parso di capire che se la poverina avesse sbagliato qualcosa i suoi pasti sarebbero saltati, già era fin troppo magra.
Dopo pranzo finalmente la baronessa e le sue orribili figlie si dileguarono ,non prima di avergli estorto la promessa di tornare per il ballo che avrebbero organizzato di lì a poche settimane.
Non che non gli piacessero le feste o i balli, non gli piacevano proprio quelle tre. Erano ambigue e dagli sguardi si intuiva che erano delle megere,ma si vide costretto ad accettare.
Non poteva rifiutare,il barone si sarebbe potuto offendere e rifiutargli l'acquisto delle terre che gli interessavano.
"Barone ora che siamo soli possiamo parlare d'affari. Quanto volete per quelle terre? Non chiedete più del prezzo di valore perché è quasi terra arida."
Il barone sorseggiò il suo vino , e prese tempo,non poteva vendere quelle terre.
Erano di sua sorella Margareth e spettavano di diritto ad Ariane, sua moglie non ne era al corrente e non poteva di certo dirglielo.
Era l'unica dote che poteva concedere a sua nipote, aveva promesso a sua sorella che l'avrebbe cresciuta come una figlia e le avrebbe trovato un marito che la amasse e la trattasse come una regina ,dandola in moglie con una dote e le terre. Purtroppo Ghertrud non era stata d'accordo, niente dote,poteva restare al castello ma nessuno doveva sapere la sua vera identità e quanto al marito da darle non voleva che la bastarda come lei la chiamava avesse la fortuna di avere un marito più facoltoso delle figlie.
Voleva darla in moglie al figlio dello stalliere ma si era opposto, era molto credente e sapeva che Margareth gli avrebbe fatto pagare una cosa simile.
"Conte vi confesserò un segreto e spero e confido in voi che resterà tale. Non posso assolutamente vendere quelle terre. Non mi appartengono. Sono della mia defunta sorella e le ho promesso su letto di morte che andranno in dote a mia nipote il giorno del suo matrimonio. Mia moglie non sa nulla e spera di riuscire a venderle quelle terre,ma io sto prendendo solo tempo."
Thomas restò indifferente alla difficoltà dell'uomo nel confessargli il segreto che custodiva, a lui sembravano solo menzogne usate per alzare il prezzo delle terre ma lui non avrebbe speso un ducato in più di quelli che si era riproposto.
Tanto più che non gli era parso di vedere nessuna nipote in età da marito in quel castello.
"Barone voi volete solo alzare il prezzo di quelle terre,io la mia offerta più che valida l'ho fatta sta a voi decidere se vendermela e avermi come amico oppure no. Non ho visto nessuno qui dentro oltre vostra moglie e le vostre figlie e da questo deduco che vogliate solo prendervi gioco del sottoscritto."
Il barone sembrava piuttosto in difficoltà,non voleva un nemico come Thomas Mowbray ,la sua furia in battaglia era leggendaria. Era un combattente spietato e crudele ,un capitano eccellente per la sua schiera di soldati ; soldati che difendeva a costo della sua vita.
"Conte Mowbray non crediate che io voglia burlarmi di voi. Mia nipote è qui al castello,ma .. lei...insomma nessuno sa che è mia nipote e quindi non va in giro per il castello in veste ufficiale."
"Volete dire che è così sgraziata che la tenete nascosta? E in che modo volete che prenda marito?"
Si sentiva sempre di più preso in giro ,quell'uomo non gli diceva la verità.
"No affatto ,mia nipote non è sgraziata. È quanto di più bello i vostri occhi abbiano mai visto. Quello che sto cercando di dirvi è che lei viene considerata una semplice ragazza orfana . Ma se verrete al ballo potrete conoscerla, diamo questo ballo proprio per presentarla al suo futuro marito. Allora la potrete vedere con i vostri occhi e resterete affascinato dalla sua bellezza."
Thomas avrebbe voluto rifiutare categoricamente di presentarsi a quel ballo ,ma la curiosità ebbe la meglio.
"E va bene barone, tra tre settimane esatte verrò al vostro ballo e chissà che non resti così folgorato dalla sua bellezza che non decida di prenderla in moglie io stesso per avere quelle terre."
Ma di tutto questo la povera Ariane non sapeva nulla,ben presto avrebbe scoperto che non sempre le cose vanno per il verso giusto.

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