Passarono 13 anni, dalla morte della madre e dall’ arrivo di ombra a casa Uleda, Vanika aveva insegnato a Jessica a camminare, leggere e scrivere. L'aveva mandata all'asilo, alle elementari e alle medie il primo giorno della terza media era rimasta sola con sé stessa a studiare i nuovi compagni di classe per via del cambio di sezione; dopo una settimana aveva già il suo giro di amicizie che poi diventarono le amicizie fuori dalla scuola.
Ne facevano di tutti i colori ma al fianco di Jessica sempre la sua amata Ombra a proteggerla, arrivo l'estate e un giorno mentre era seduta davanti alla caserma militare vide entrare un ragazzo il quale attirò la sua attenzione era alto con gli occhi chiari avvolto in una divisa fascista e due pesanti borse in regolari passo fiero e sguardo fisso che quasi fece finta di non essere stato rapito dallo sguardo pungente e curioso di Jessica -chi è costui?!- Sì chiese Jessica -da dove arriva? Non lo mai visto qui? Come si chiama?!- Continuo a osservare la guardiola militare finché quel giovane non la riattraverso per l'uscita ma in mano non aveva più nulla di pesante ma solo un foglio scritto. Lei curiosa più che mai, gli si precipitò davanti e lui fu costretto a fermarsi di colpo, i due si guardarono dritto negli occhi ma non si parlarono, Jessica gli giro intorno quasi a sfidarlo come facevano i lupi durante una sfida, poi lui finalmente parlò “vengo in pace” disse con un mezzo sorriso ironico e tirando su le mani “mi chiamo Erwin! E ora che mi sono presentato tu chi sei?” Jessica alzo un sopracciglio, si fermo davanti a lui, tese una mano e disse " Je… Jessica, piacere, perche qui? Non ti ho mai visto prima, ed io il mio paese lo giro parecchio ma tu, tu sei un viso nuovo difficile che io non ricordi i volti con la mia memoria fotografica" poi si azzittii di colpo aspettando la risposta. Lui non rispose e cambio subito argomento di certo non poteva dirgli che si trovava lì in missione per traffico d'armi da guerra, allora opto per “ma che bel cane come si chiama?” Lei subito un po’ infastidita "Ombra, E non è un cane è una lupa!!" "Scusa, non volevo offenderti! Io arrivo dalla Germania sono qui per una mezza vacanza e magari un assunzione in questa caserma militare!" C'era una mezza verità nelle sue parole ma non voleva sbilanciarsi troppo nel parlare non conoscendo la ragazza che aveva di fronte.
Nei giorni successivi i due s’incontrarono parecchie volte ed ebbero modo di conoscersi meglio e capire che si potevano fidare l'uno dell’ altra, Jessica aveva appreso che: lui era più grande di lei di 5 anni, la sua accento gli piaceva da morire, faceva parte delle truppe fasciste; ma questo non la spaventava!
Il suo sguardo magnetico e fiero su di lei le provocava un brivido lungo la schiena tutte le volte.
Quella sera però Erwin le aveva fissato appuntamento davanti ad un bar diverso da quello dove andavano di solito, lei arrivò per prima e si sedette ad aspettare.
Quando lo vide arrivare, senti un sussulto al cuore era diverso più affascinante che con la divisa che già lo fasciava nei suoi punti migliori, ma quella sera aveva una camicia nera leggermente aperta sul petto che lasciava intravedere un po’ di peluria le maniche arrotolate a ¾, un paio di jeans che....-mamma quei jeans gli fanno un sedere da favola!-Sì perse a pensare mentre lui si avvicinava.
"ciao jeje!" Così aveva preso a chiamarla Erwin in segno di amicizia, il suo tono di voce la fece tornare al presente, "come stai questa sera!?" "Erwin, mi hai colta sovrappensiero! Bene comunque grazie, e tu? Come mai così elegante?" "Oggi mi sento raggiante cara jeje, sono vestito così elegante oggi perché....beh vieni con me e vedrai" poi gli passo una scatola con un fiocco "tieni jeje vai a cambiarti!" Lei con tono sorpreso "cambiarmi?!" "Sì, dai non far domande va!" Lei annui prese la scatola e si recò nel bagno del bar, per potersi cambiare così le aveva detto Erwin. -chissà cosa gli prende oggi, è così strano ma allo stesso tempo affascinante, cosa ci sarà dentro la scatola? Spero non sia uno dei suoi soliti scherzi!- Apri la scatola; dentro c'era qualcosa di nero, lo prese tra le mani e lo tiro fuori, era un abito bellissimo fatto di pizzo sulla parte alta, che si collegava a una gonna di seta nera con spacco vertiginoso, c'erano un paio di autoreggenti neri, con una rosa nera ricamata sulla caviglia, un paio di décolté neri con degli strass, i quali richiamavano la collana con la quale avrebbe abbellito il tutto. Si sistemo per bene pensando a come avrebbe reagito Erwin vedendola uscire così vestita, poiché l'aveva sempre vista jeans e maglietta e magari un po’ di matita per accentuare i suoi occhi azzurri, ma quella sera lei voleva far colpo, cerco nella borsetta prese i pochi trucchi che portava sempre dietro e qualche fermaglio, per acconciature meglio i capelli che teneva sempre legati in una coda alta.
Passo qualche minuto, uscì e si presentò dinanzi a Erwin, lui rimase senza parole era bellissima, aveva acconciato i capelli portandoli sulla spalla fermati solamente da una piccola pinza che si confondeva con il loro colore, si era truccata con un po’ di ombretto color lilla, matita nera e mascara sugl’occhi per metterli leggermente in risalto e un rossetto rosso sangue sulle labbra, il vestito le ricadeva delicatamente sui fianchi fasciandola nei punti giusti mettendoli in risalto.
Jessica, vedendolo immobile gli disse "cos'è sei deluso, non ti piaccio?!" Erwin si ricompose "No, anzi sei un incanto! Ti sta anche meglio di come ti avevo immaginata! Ora però vieni che è tardi!" "Tardi per cosa Erwin? Che cosa mi stai nascondendo?" Erwin rimase in silenzio la prese per mano e la porto sulla spiaggia, dove aveva preparato un gazebo rialzato su una grossa pedana bianca con delle lanterne e un tavolo apparecchiato, "Erwin, ma è... è bellissimo tu hai fatto una cosa del genere! Perché?" Lui la guardo la prese in braccio e la porto fino al gazebo per non farle sprofondare i tacchi nella sabba, arrivati sì sedettero, arrivarono un cameriere per servire le vivande e una ragazza a suonare melodie con il violino, quando ebbero finito di mangiare Jessica guardo il mare e le onde infrangersi sulla spiaggia, esse riecheggiavano nelle rientranze delle scogliera. "Jeje, ti andrebbe di andare a sederci sulla spiaggia?" "volentieri fammi solo togliere le scarpe mi dispiacerebbe rovinare sono così belle! Comunque scusa la mia cafonaggine non ti ho" Erwin le mise due dita sulle labbra per zittirla, la guardo fissa negli occhi azzurri e le disse " lo farai dopo la serata non è ancora finita", poi prese una lanterna e un tappeto ricamato, le fece cenno di seguirlo, lei sorrise e lo seguì. Si distesero sul tappeto in posizione supina, uno di fronte all'altro, stette in silenzio qualche istante poi Erwin "mia cara Jeje, ormai è tanto che ci conosciamo, ed io devo confessarti una cosa....” si avvicino leggermente alle sue labbra carnose, “Credo proprio di essermi preso di te, ho fatto tutto questo perché credo che sia il modo migliore per confessarti ciò che provo, ma ho paura che tu non ricambi i miei sentimenti..." non ebbe il tempo di finire che Jessica gli si avvicinò velocemente alla faccia, il suo sguardo fisso penetrava i suoi occhi verdi, che cambiavano asseconda dell'uso stato d'animo e lo bacio schiudendogli le labbra con la lingua. "Sì, ricambio anch'io ciò che provi mio soldato, ma sono sempre stata in silenzio perché pensavo che un uomo come te non mi avrebbe mai guardato oltre il legame di amicizia."
La sera continua e loro si abbracciarono, guardarono luna e stelle si baciano assaporando ogni minimo dettaglio per non dimenticare mai quel momento.Passavano sempre molto tempo assieme finché un giorno, esattamente il giorno del diciottesimo compleanno di Jessica, Erwin gli fece un regalo molto speciale davanti ad invitati e serve della villa, prese per mano la sua amata la porto in mezzo alla sala dei ricevimenti, si inginocchiò davanti e le disse "mia dolce rosa selvatica, finalmente è arrivato il momento che entrambe abbiamo sognato e perfezionato nel passare degli anni insieme, nonostante le incomprensioni, io so che la mia vita deve finire accanto a te, per questo oggi voglio renderti la donna più felice che esista sulla terra" prese una rosa nera dal tavolo vicino spostando l'attenzione di tutti su di essa, la ragazza lo guardava in modo stupito e al col tempo felice, in mano aveva una scatolina di velluto, Erwin l'apri e disse "amor mio, vuoi tu esser mia per l'eternità? Concedendomi la gioia di diventare mia moglie?!" Jessica ancora presa dall’ emozione rispose con un “si” tremolante e lo bacio.
I giorni passavano in fretta la data delle nozze si avvicinava lo stress dei preparativi si faceva sentire ma Jessica sempre non perdeva mai il sorriso, anche se stanca perfezionava ogni particolare.
Quando arrivo il momento del matrimonio, le serve le diedero una mano a prepararsi, chi le stirava i capelli, chi la truccava, chi le sistemava il vestito, arrivata alla navata centrale della chiesa, tutti rimasero senza parole per la bellezza di ogni particolare, ma soprattutto per l'abito che indossava; era un abito bianco a significare la purezza della ragazza, aveva un corpetto a balconcino che risaltava le sue forme, decorato da qualche strass e una cintura fatta di foglie d'edera in pizzo nero, che ricadeva lungo un fianco dell’abito.
Finita la cerimonia, andarono tutti al ricevimento, che si teneva nella villa Uleda la quale sarebbe stata la loro casa, ci furono balli e cibo.
Quando fu finito tutto e arrivò la sera le serve, si misero a sistemare il disordine, mentre i due sposini si recarono in camera.
Ma quella notte dopo essersi recati in camera e aver consumato le nozze, Jessica avvertì uno strano fastidio hai canini, fu allora che Ombra gli inizio a parlare usando la telepatia -Jessica, Jessica mia cara, non spaventati non sei matta, sono io Ombra, so che è ancora presto per parlarne ma devi saperlo, assolutamente prima che sia troppo tardi! Tua madre aveva detto a Vanika che avrebbe dovuto aspettare i tuoi 24 anni compiuti, ma evidentemente tu sei diventata matura prima del momento, vai a chiamarla e fatti spiegare da lei io ti seguirò, e rimarrò al tuo fianco come ho sempre fatto-.
Corse in camera della serva "Madre, perdona la mia improvvisa visita, a quest'ora della notte, ma ho bisogno di capire quello che mi succede, sento Ombra parlare alla mia mente e i canini farmi un male tremendo; lei mi ha detto qualcosa riquadro la mamma e i miei 24 anni e l'essere maturata, cosa sta succedendo cosa vuol dire?!" Lei la guardo e le disse "vieni qui tesoro! Non sei matta, semplicemente sei diversa dagli altri umani devi sapere che il cognome della tua famiglia significa ibrido, si! Uleda significa ibrido e tu, mia cara sei un ibrido tua madre era una strega sarà difficile all’ inizio abituarsi ma pian piano ci farai labbitudine”, Ombra però all'insaputa di Vanika aggiunse -mi raccomando, se tieni a colui che ami non lasciarti mai, e dico mai! Abbandonare dal desiderio del suo profumo- Jessica non capì e presa da mille pensieri torno in camera a dormire.
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protetta da un lupo mannaro ...Completa...
Short StoryJessica una ragazza di 23 anni che vive in Piteå una cittadina sperduta della penisola scandinava, al suo 24 esimo compleanno scoprirà di essere un ibrido tra un vampiro e una strega, ed il suo protettore, è un ragazzo della sua stessa compagnia di...