Capitolo 10: Paura

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Urlo. Papà ha avuto un attacco cardiaco. Chiamo subito l'ambulanza. Ho paura. Terrorizzata grido aiuto ai miei vicini dove solo uno di loro mi sente e corre dentro casa per cercare di aiutare mio padre ormai in pericolo di vita. Finalmente arriva l'ambulanza e mettono mio padre sulla barella con tutta fretta. Salgo sul furgoncino e acceleriamo verso l'ospedale. Nel tragitto tengo la mia mano con quella del mio papà, tremando e singhiozzando di paura. Spero di non essere arrivata troppo tardi..
Arriviamo in ospedale dove portano la barella con mio padre sopra in una sala dove tentano di rianimarlo, rimango fuori citando preghiere per salvare mio padre.
Mezz'ora dopo i medici escono fuori dalla sala guardandosi l'un l'altro con una faccia preoccupata..
Medico: Ragazzina, dobbiamo dirti una cosa..
Ho le lacrime agli occhi, non è possibile..
Medico: Devi essere forte, ti ringraziamo dell'aiuto che hai dato chiamandoci, ma..
Io: Mio padre è morto..?!
Non riesco a trattenermi, devo sapere la verità.
Medico: ...mi dispiace per suo padre, non siamo riusciti a rianimarlo, l'attacco cardiaco era successo molto prima che lei rientrasse a casa, purtroppo non c'è stato nulla da fare.
Mi porto una mano sulla bocca dove inizio a piangere. Non posso crederci, proprio a mio padre doveva capitare una cosa del genere? Ritornano nella mia mente tutti i momenti trascorsi con lui, come se avessi fatto un salto nel passato.
Mi ritorna la prima volta che ho aperto i miei piccoli occhi da neonata e ho visto il volto di mia madre e di mio padre, il momento più magico e significativo di tutta la mia vita. Non mi resta altro che uscire da questo incubo, anzi due, con una madre che si ubriaca addirittura. Chiamo Ada per dirle l'accaduto:
Ada: Pronto?
Io: Ciao Ada, sono Bea.
Ada: Ciao Beatrice, come mai questa chiamata?
Io: Papà è..
Ada: Che è successo a papà?
Io: È..
Avrà capito cosa intendo dire?
Io: Papà è.. morto..
Non sento più nulla, sento solo la mia povera sorella che piange dolorosamente.
Io: Aveva avuto un attacco cardiaco, me ne sono accorta troppo tardi quando ero tornata a casa.. Ho chiamato l'ambulanza, ma non c'è stato nulla da fare!
Ada non ce la fa, sento che è ormai avvolta nella disperazione.
Ada: Lo hai detto alla mamma?
Io: Non ancora, ma non me la sento di dirglielo.
Ada: Perché?
Io: L'ho beccata nel pub dove beveva moltissimi bicchieri di alcol, si ubriacava e ce lo ha nascosto per tutto questo tempo..
Non la sento per un po', sarà rimasta sconvolta anche lei..
Ada: Tesoro, vuoi che ritorni a casa e resto per i prossimi giorni per il funerale?
Io: Va bene, lo apprezzo che lo fai per papà.
Ada: Tesoro, qualunque cosa accada basta chiamarmi, ok?
Io: Ok.
Finisce la chiamata. Chiamando mia sorella è come se avessi avuto il coraggio di chiamare mia madre, ma prima devo fare una cosa.
Chiedo ad un medico se posso stare con mio padre per un ultima volta, almeno per dirgli le mie ultime parole.
Mi fanno entrare nella sua camera, gli vado vicino lentamente, ad ogni passo ricordo un ultimo momento della mia infanzia quando mi ricordo di aver iniziato a camminare nel frattempo ero ancora una bebè. Sono ormai vicina a mio padre, è lì sul letto, con un volto da eroe, da grande padre.
Io: Papà.. So che questo è un momento strano per te.. Papà io ho tentato di aiutarti.
Una lacrima scorre sul mio viso.
Io: Ricordi quando ho triturato le tue sigarette? Eri così infuriato, me lo ricordo bene..
Rido un pochino e cerco di riprendere fiato.
Io: Papà, perché mi hai abbandonato? Io ti ho voluto bene come una figlia ne vuole a suo padre, sapevi che questo era assolutamente evitabile, te lo avevo detto un sacco di quelle volte.. ma tu non mi hai ascoltato..
Le lacrime sfociano sul mio viso, ora qui con mio padre.
Io: Papà, ti prometto che diventerò medico per riuscire a curare le persone che hanno passato momenti come te, oppure per riuscire ad aiutare a smettere di fumare, e riuscire a portare a termine come avrei fatto con te.
Mi alzo e gli prendo la mano.
Io: Io: È una promessa, papà. E lo sai che se ho in mente una cosa, la porterò a termine. Costi quel che costi, ci riuscirò!
Mi asciugo le lacrime ed esco. Ora è il momento di chiamare mia madre, mi sento avvolta da un senso di preoccupazione.
Mamma: Pronto?
Io: Mamma, sono Beatrice.
Mamma: Ciao Beatrice, dove stai?
Io: In ospedale.
Mamma: Che è successo?
Per lei inizia la preoccupazione, sento che è spaventata.
Io: Si tratta di papà..
Mamma: Che gli è successo?
Io: Papà.. è morto..
La sento in lacrime.
Mamma: Non è possibile! Hai chiamato l'ambulanza quando eri rientrata a casa?
Io: Certo che l'ho fatto! Ma non c'è stato nulla da fare..
Mamma: Ada lo sa?
Io: Si, glielo ho detto poco fa.
Mamma: Tesoro, ora vengo a prenderti, resta dove sei, ok?
Io: Va bene, mamma.
Finisce la chiamata.

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